Sono state liberate le due cooperanti italiane rapite in Siria la scorsa estate, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. La notizia è stata diffusa dalla tv satellitare Al Jazeera, citando fonti del Fronte al Nusra, e poi confermata via Twitter da Palazzo Chigi che ha informato che le due ragazze “torneranno presto a casa”.
Secondo la tv satellitare araba “Alaan”, il Fronte al Nusra avrebbe liberato Greta e Vanessa in cambio del pagamento di un riscatto che ammonterebbe a 12 milioni di dollari. In un tweet l’emittente – che ha sede a Dubai negli Emirati arabi – cita una fonte non meglio precisata. La Farnesina, sempre su Twitter, si è limitata a parlare di “un intenso lavoro di squadra dell’Italia”.
Le due volontarie erano state rapite ad Aleppo il 31 luglio scorso: cinque mesi e mezzo di apprensione, crescenti timori per la loro sorte, paura che potessero finire in mano ai gruppi islamisti più pericolosi, sino al video diffuso il primo gennaio 2015, in cui entrambe compaiono a capo coperto e vestite di nero, chiedendo aiuto e l’intervento del governo italiano, perchè “potremmo essere uccise”.
Le autorità italiane avevano risposto invocando “il massimo riserbo”, proprio in nome della sicurezza delle due ragazze, perchè con quel drammatico video, pubblicato il 31 dicembre, si era entrati in una fase dichiarata estremamente delicata, perchè serviva silenzio per poter “continuare a lavorare” e arrivare alla liberazione, annunciata oggi. Lo stesso filmato – in cui le giovani tenevano in mano un cartello con la data 17 dicembre – era stato considerato una sorta di rilancio da parte dei rapitori, o forse l’indicazione di una trattativa arenata. Dopo una prima “rivendicazione” da parte di Al Nusra per le immagini diffuse su YouTube, poi smentita, il video era stato giudicato “ambiguo” anche dalla tv satellitare Al Jazeera, che oggi è stata tra i primi media a dare la notizia della liberazione di Greta e Vanessa, poi confermata da Palazzo Chigi.
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