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domenica 19 agosto 2018

Dalle pandemie inventate al focolaio di polio?



Tratto da Marcello Pamio - 14 agosto 2018
La memoria per le notizie importanti e significative è sempre più labile, e si sta lentamente cancellando per far posto a spazzatura mentale e pseudonotizie, molto più comode e funzionali al Sistema.
La maggior parte delle persone ha dimenticato le «pandemie» di un recente passato che avrebbero dovuto, secondo le dichiarazioni di esperti e della stampa mainstream, falcidiare la popolazione mondiale. Mi riferisco alla sars, all’aviaria e alla suina.
Figuriamoci se possiamo rimembrare pure lo scandalo che ha investito la massima autorità mondiale della salute pubblica: l’OMS.

L’Organizzazione all’epoca aveva nominato commissario John Mackenzie che giocò un ruolo fondamentale a maggio 2009 nel dichiarare l’influenza H1N1 «pandemia».
Il commissario aveva le mani in pasta con le industrie e per fortuna a fare chiarezza fu l’inchiesta condotta congiuntamente dal «British Medical Journal» (BMJ) e dall’«Agenzia di Giornalismo Investigativo di Londra» (BIJ). Secondo il loro rapporto «alcuni degli esperti che avevano partecipato alla redazione delle linee guida dell’OMS per le «pandemie» erano sul libro paga di due industrie farmaceutiche (Roche e GlaxoSmithKline) che producono medicinali o vaccini». [1]

Definizione di «pandemia»
L’OMS ha modificato la definizione di «pandemia» solo per far rientrare l’influenza suina dentro tale criterio. Per fortuna moltissimi medici e ricercatori hanno criticato questa scelta scriteriata.
La definizione presente sul sito dell’OMS prima dell’allarme specificava: «Enormi numeri di morti e ammalati», come criterio per la dichiarazione della Pandemia. Incredibilmente da aprile 2009 quella specifica importantissima è stata cancellata.
Sempre casualmente, un mese dopo tale modifica, l’OMS lancia l’allarme planetario: «H1N1» è un virus «pandemico»! Alla faccia della sincronicità.
Va detto che durante un allarme di questo tipo, l’OMS può imporre ai 149 stati che aderiscono al protocollo sanitario (fra cui ovviamente l’Italia) una determinata profilassi, ad esempio rendendo obbligatorio farmaci e vaccini…
Nonostante lo scandalo, nel 2010 si poteva pubblicamente denunciare che all’interno delle organizzazioni sovranazionali e nei meandri del Sistema sanitario globale, vi sono loschi emissari pagati direttamente dalle industrie chimiche…
Oggi nel 2018 invece non è più permesso criticare le autorità sanitarie, pena l’inserimento immediato nella Nomenklatura degli spargitori di Fake-News; se poi si ha la malsana idea di ipotizzare una qualsiasi associazione tra vaccini e patologie, allora si diventa un attentatore alla salute pubblica con procurato allarme.
Questa è la libertà d’informazione e di espressione.

Traffico di virus
Un altro esempio di notizia che in passato si poteva scrivere tranquillamente mentre oggi è diventata un tabù assoluto riguarda il traffico illegale di virus.
Se ne è occupato con un intero dossier perfino «L’Espresso» del gruppo De Benedetti, il che è tutto dire.

Stiamo parlando di virus scambiati da ricercatori e dirigenti di industrie farmaceutiche, al fine di fare della paura delle epidemie un business enorme.

Tutto questo accadeva nel “lontanissimo” 2014.
Era partita una inchiesta top secret dei Nas e della Procura di Roma su traffico internazionale di virus.
Ad aprire le danze è stata la fondamentale testimonianza di Paolo Candoli, manager italiano della Merial, la branca veterinaria del colosso Sanofi (che produce vaccini): l’uomo avrebbe patteggiato l’immunità in cambio delle rivelazioni sul contrabbando batteriologico…
Il sospetto delle autorità era un business faraonico dietro la paura delle epidemie.
Si tratterebbe di una vera e propria strategia commerciale portata avanti con il contrabbando di virus: amplificando il pericolo di diffusione e allarmando sui rischi per l’uomo, si spingono le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d’urgenza, che si traducono in un affare da miliardi per le industrie (vendita di farmaci e vaccini). Esattamente quello che avviene oggi: epidemie inventate di morbillo, pertosse, meningite, ecc.
A scoprire lo scandaloso traffico di virus è stata la «Homeland Security», il ministero istituito negli Stati Uniti dopo l’attentato alle Torri Gemelle per stroncare nuovi attacchi. Stavano indagando sull’importazione negli States di virus per elaborare farmaci, e poi sono finiti qui da noi in Italia.
Secondo le autorità americane infatti l’Italia sembra essere uno snodo fondamentale di questi traffici illeciti, che vedono coinvolte le potentissime lobbies farmaceutiche e le istituzioni che dovrebbero sperimentarle e certificarle.
Le intercettazioni telefoniche dei Nas di Bologna e Roma sono state definite allarmanti: secondo gli investigatori c’è stato (e c’è) il serio rischio di diffondere le epidemie, anche perché il solo trasporto dei virus rasenta la demenzialità: plichi contenenti il virus congelato dentro cubetti di ghiaccio spedito a domicilio mediante corriere postale; provette nascoste fra i capi di abbigliamento in valigia per non «destare sospetti in caso di controlli». Questi sono solo alcuni dei metodi di contrabbando usati per importare, anche in Italia, agenti patogeni.
Il manager-gola-profonda rivela inoltre che il contrabbando dei virus serviva anche per la realizzazione di vaccini, e questo è assai interessante.

Il dossier de «L’Espresso» è datato 3 aprile 2014.
Solo per pura casualità, 5 mesi dopo, esattamente venerdì 26 settembre del 2014[2], il ministro della salute Beatrice Lorenzin cedette alle industrie farmaceutiche globali la salute di milioni di italiani.
Dietro il mandato del GHSA, «Global Health Security Agenda», un’organizzazione fondata in fretta e furia qualche mese prima, a febbraio del 2014[3], il Presidente Obama in persona a Washington diede l’incarico all’Italia di guidare per i 5 anni seguenti le strategie e le campagne vaccinali nel mondo intero (2015 al 2020).
Oggi nel 2018 dunque siamo ancora al centro del mandato e quindi osservati speciali non solo dal GHSA ma anche da tutti i 64 paesi-membri che ne fanno parte. Sarebbe infatti inaccettabile che il paese-guida sulle linee vaccinali desse troppa libertà al popolo no-vax...
Stranamente le indagini della magistratura sul traffico di virus, sono arenate nel «porto delle nebbie»: non ne abbiamo più sentito parlare. Ergo non esiste più il problema, anche perché oggi se si parla di vaccini è obbligatorio parlarne benissimo.
Sembra che tutto sia stato congelato proprio grazie al prestigioso incarico affibbiato al governo italiano. Ma è solo una congettura da dietrologi ovviamente.
Anche se - per usare le parole dei Nas che hanno indagato - il rischio di diffondere epidemie è altissimo!

Epidemia di polio?
Veniamo all’epidemia di polio, anche se l’Europa è un continente polio-free, perché il virus è stato eradicato da molto tempo.
Il 9 maggio del 2014 una lettera circolare del Ministero della salute dal titolo: «Aggiornamento delle raccomandazioni di immunoprofilassi in relazione alla protratta emergenza immigrati dall’Africa settentrionale ed al rischio di re-introduzione di poliovirus in Italia» lancia l’allarme.
Il Ministero si rifà ai dati che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva pubblicato il 5 maggio. L’OMS ha dichiarato che la recente diffusione di poliovirus selvaggio è «un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale».
Nel 2014, infatti, risultavano affetti da polio 10 paesi: Afghanistan, Camerun, Guinea Equatoriale, Etiopia, Israele, Iraq, Nigeria, Pakistan, Somalia e la Repubblica Araba di Siria, tra cui 3 (Pakistan, Camerun e Repubblica Araba di Siria) fonte di esportazione di poliovirus selvaggi.

Il problema degli immigrati…vaccinati
Grazie all’immigrazione forzata, come quella che stiamo vivendo in Italia, arrivano nel nostro paese centinaia di migliaia di disperati da vari svariati paesi in condizioni socio-economiche e sanitarie disastrose, tra cui paesi nell’elenco sopra.
Secondo tale circolare ministeriale, lo Stato avrebbe un protocollo specifico «di immunoprofilassi per i bambini immigrati da 0 a 14 anni». In pratica questo protocollo impone che tutti i bambini immigrati vengano sistematicamente vaccinati per la polio innanzitutto e poi per tutto resto seguendo il calendario nazionale. Per la polio non è dato sapere se ai bambini viene dato il vaccino orale oppure quello in puntura. La differenza, come vedremo dopo, è assai interessante…
L’8 giugno 2018 un’altra nota circolare del Ministero della salute dal titolo: «Diffusione internazionale di poliovirus: aggiornamento delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità maggio 2018»impone la vaccinazione contro la polio a tutte le persone che provengono dai seguenti Paesi: Afghanistan, Pakistan, Somalia, Nigeria, Kenya; Repubblica Araba Siriana, DR Congo, sia residenti che viaggiatori che hanno soggiornato per oltre 4 settimane in questi paesi.
I paesi si sono ridotti da dieci a sette.
Infine l’8 agosto 2018 l’ennesima circolare ministeriale dal titolo inequivocabile: «Circolazione di poliovirus di Tipo2 di derivazione vaccinale - Nigeria».
Secondo l’OMS il 5 giugno nello Stato di Sokoto in Nigeria sarebbe stato confermato «un focolaio epidemico di poliovirus circolante di tipo 2 di derivazione vaccinale».
Le scontate raccomandazioni dell’OMS ovviamente vertono sull’importanza «che tutti i paesi, in particolare quelli con elevato numero di viaggi e contatti con i paesi e le aree colpite da polio, rafforzino la sorveglianza per paralisi flaccida acuta»…

Qualche dato sulla polio
Nel 2018, sono stati registrati nel mondo 28 casi di polio, di cui 13 con «virus selvaggio» e 15 con virus «vaccino-derivato».
Dei 13 casi, 10 in Afghanistan e 3 in Pakistan, paesi questi in cui il virus è endemico.
L’anno precedente, il 2017, ci sono stati 22 casi in tutto, sempre nei due Paesi.[4]
I casi invece di polio da virus vaccino-derivato» (ciò provocato dai vaccini) nel 2018 sono stati 15 (due in più di quelli da «virus selvaggio») ma la cosa interessante è che, di questi, 13 casi sono stati registrati in paesi non endemici, dunque paesi che non avrebbero avuto alcun caso di polio, fino a prova contraria, in assenza di virus da vaccino. Nel 2017 invece, i casi di polio «vaccino-derivato» sono stati ben 96 contro i 22 di polio da «virus selvaggio». Circa 74 in Siria (quindi l’allarme polio in Siria nessuno ha detto che è stato provocato dai vaccini) e 22 in Congo.[5]
Questi dati (del «Polio Global Eradication Initiative» dell’OMS) dicono una cosa: nel mondo sono in aumento i casi di polio da virus «vaccino-derivato» cioè da vaccino (per la polio).
Quindi più vaccini e maggiore è il rischio di qualche caso di polio o di un focolaio vero e proprio…

Il problema della polio orale
L’altra notizia ancora più inquietante è che nella direttiva del Ministero, alle persone provenienti dai Paesi menzionati «è consentito anche il vaccino in gocce, per via orale, purché sia allegato alle certificazioni sanitarie a norma di legge».[6]
Il vaccino antipolio orale (OPV) a virus «inattivato» può procurare l’infezione e causare la paralisi neurologica. La «polio-iatrogena», tra cui la paralisi, causata dal poliovirus derivato dal vaccino è indistinguibile da quella causata da poliovirus selvaggi.
Questo è il motivo per cui molte nazioni sono passate dall’uso del vaccino orale a quello iniettato poiché il rischio diretto di polio iatrogena causata dall’OPV supera il beneficio dell’immunizzazione…
Infatti il virus «inattivato» spesso si riattiva e si replica all’interno dell’organismo umano, della persona vaccinata, dando luogo ad una ri-trasmissione del virus nell’ambiente attraverso le feci. Questo induce contagi, e la reintroduzione nell’ambiente di un virus vaccino-derivato, con tutti i rischi di provocare la malattia e la paralisi nel vaccinato stesso oltre che in altri soggetti. 
Un’altra cosa molto interessante è che il virus «vaccino-derivato» spesso è un virus mutato, come viene descritto nel portale del «Polio Global Eradication Iniziative»:

«Il vaccino contro il poliovirus orale (OPV) contiene un virus vaccinale vivo, attenuato (indebolito). Quando questo vaccino viene somministrato, il virus-vaccino indebolito si replica nell’intestino ed entra nel flusso sanguigno, innescando una risposta immunitaria protettiva. Tuttavia, durante questo processo di replicazione, parte del virus vaccinale potrebbe mutare geneticamente dal ceppo attenuato originale e diventare neurovirulente (capace di causare paralisi e circolare nelle comunità).
Il virus neurovirulente è indicato come poliovirus derivato da vaccino (VDPV)». [7]
In pratica il virus del vaccino subirebbe nel processo replicativo delle modifiche genetiche all’interno dell’organismo ospite e quando questo viene reimmesso nell’ambiente non è più lo stesso di prima, pertanto anche le persone che sono state regolarmente vaccinate e quindi (in teoria) immunizzate per i tre ceppi oggi conosciuti (e usati nei vaccini) potrebbero comunque rischiare una infezione da polio modificata, e quindi non essere immuni dal problema.
Queste informazioni perché non vengono comunicate?

Conclusione
Il mondo è in preallarme epidemia polio.
Va ricordato però che l’allarme è lanciato da quella stessa Organizzazione che è stata smascherata più volte a manipolare i dati, e a creare pandemie...
Oggettivamente esiste un traffico internazionale di virus e agenti patogeni, e anche se le indagini sono finite nel dimenticatoio, non significa che non stia ancora avvenendo.
I casi di polio denunciati sono da vaccino e riguardano zone molto particolari e limitate del pianeta, dove guarda caso si usano vaccini orali.
Il risultato però di tutto questo è il risveglio di certe forze primordiali, della paura più atavica, il tutto per sensibilizzare i governi, mettendoli con le spalle al muro. Questo permetterà di far passare leggi ancor più restrittive (sui vaccini e sulla “sicurezza” in generale della popolazione) da una parte, e dall’altra di aumentare gli investimenti economici che finiranno nelle tasche già molto generose delle lobbies del farmaco. Ricordiamo infine che i focolai epidemici sono sempre utili al governo di turno che così può giustificare pubblicamente le proprie leggi…
Ma questo è purtroppo un cane che si morde la coda:

La paura alimenta e mantiene il circolo vizioso. Maggiore è infatti la paura (veicolata e amplificata dai media), più alto sarà il numero di vaccini inoculati nella massa impaurita.
Più vaccini in circolazione (magari l’anti-polio orale) e maggiori saranno i casi di «polio-iatrogena», e questo rimetterà in moto la «paura»…
Esiste un oggettivo rischio perché tutti gli immigrati, non solo quelli che arrivano coi barconi (trasportati gentilmente dalle ONG), ma pure quelli che vengono in Italia per altri motivi e che arrivano dai cosiddetti paesi a rischio, devono essere vaccinati, e se non  lo sono lo si fa qua.
Il punto è che i disperati che giungono da noi, spesso sono vaccinati nei rispettivi paesi con le condizioni igieniche che ben sappiamo e soprattutto con vaccini che qui nessuno userebbe, come l’anti-polio orale.
Pertanto sempre più persone arrivano e arriveranno in Italia ospitando il virus dentro l’organismo, cioè in termini tecnici fungendo da «paziente zero»…

Note:
[2]Lunedì 29 settembre 2014 è avvenuto ufficialmente il Comunicato n. 387 dell’AIFA
[3]«Global Health Security Agenda», https://www.ghsagenda.org
[6]«Vaccino Polio obbligatorio per i keniani che devono andare in Italia»
[7]«Vaccine-derived Polioviruses: Managing the risks», Polio Global Eradication Iniziative, http://polioeradication.org/tools-and-library/research-innovation/vaccine-derived-polioviruses/

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domenica 20 maggio 2018

Quel patto scellerato tra Roche e Novartis




I due gruppi farmaceutici hanno diffuso d'intesa informazioni ingannevoli per favorire in Italia un prodotto che costa 900 euro, ostacolando l'utilizzo di un farmaco equivalente a soli 80 euro. La Corte europea di giustizia conferma l'illecito. La Svizzera si dichiara impotente.


Di Federico Franchini, Il Quaderno 

Concorrenza? Nella vicenda Avastin/Lucentis Roche e Novartis hanno lavorato mano nella mano.(Keystone)

Hanno ostacolato la vendita in Italia di un farmaco dal prezzo accessibile, l’Avastin, dal costo di 80 euro, a vantaggio di un medicamento più costoso, il Lucentis, che di euro ne costa 900. Una differenza abissale.

Il primo è nato come medicamento antitumorale, la cui licenza è detenuta da Roche. Da tempo, la comunità scientifica ha stabilito che il prodotto ha un’ottima e sicura resa anche per il trattamento della maculopatia, una malattia dell’occhio. 
Quindi è sufficiente acquistare l’Avastin per ottenere gli effetti miracolosi promessi dal Lucentis, la cui licenza è stata ceduta da Roche alla Novartis, che, detto en passant, detiene circa il 30% delle azioni di Roche.

La vicenda è nota da tempo e ha già fatto scorrere fiumi d’inchiostro. 
Ma adesso giungono le conferme: i due principali gruppi farmaceutici svizzeri hanno diffuso informazioni ingannevoli per differenziare artificiosamente i due prodotti, perfettamente sovrapponibili.

Posta in gioco molto elevata

Ciò che ha generato costi sanitari enormi. 
Nonostante l’uso diffuso in ambito oftalmico, Roche non ha fatto nulla per richiedere un’estensione delle indicazioni dell’antitumorale Avastin per questo utilizzo. Anzi, tramite la filiale Genentech ha creato un farmaco clone – il costosissimo Lucentis – confezionato appositamente per l’uso in campo oftalmologico.

Da parte sua Novartis non è riuscita ad imporre subito il nuovo farmaco poiché i medici italiani, per ovvie ragioni di costi, continuavano a prescrivere l’Avastin benché non autorizzato dalle autorità sanitarie per questo trattamento (utilizzo off label).

La posta in gioco è molto elevata: la maculopatia colpisce un anziano su tre sopra i 70 anni ed è la prima causa di cecità nel mondo occidentale. In Italia della vicenda se ne è occupata l’Antitrust e le autorità di perseguimento penale. In Svizzera le autorità affermano di avere le mani legate.

Turbativa del mercato


Aggiotaggio: è questo il capo d’accusa con cui i due rappresentanti legali in Italia di Roche e Novartis sono finiti sul registro degli indagati. 
Aggiotaggio, stando al codice penale italiano, significa turbare il mercato, pubblicando o divulgando notizie false, esagerate o tendenziose atte a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo di un prodotto.

Nel caso specifico sono state messe in atto "manovre fraudolente" finalizzate a turbare il mercato italiano dei prodotti oftalmici e realizzare così "ingiusti profitti patrimoniali": così si legge, nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero di Roma Stefano Pesci.

In sostanza l’Avastin è stato presentato come un farmaco pericoloso (ciò che è risultato poi inveritiero) condizionando così le scelte dei medici e dei servizi sanitari. Un cartello che, secondo l’Antitrust, è costato, nel solo 2012, un esborso aggiuntivo per il Servizio sanitario nazionale di oltre 45 milioni di euro, "con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni l’anno".

"I due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, differenziando artificiosamente i due prodotti"


Antitrust italiana


Proprio nel 2012, cedendo alle pressioni delle case farmaceutiche, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) decise di obbligare gli ospedali a utilizzare il Lucentis al posto di Avastin. Nella vicenda, però, è intervenuta l’Antitrust che, nel 2014, ha sanzionato le due multinazionali basate a Basilea. Il motivo: "I due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti".
Multa di 90 milioni di euro

Per questa vicenda le due società svizzere sono state condannate ad una multa di circa 90 milioni di euro ciascuna. Una decisione contro la quale è stata fatta opposizione. Il Consiglio di Stato italiano, l’ultimo organo che deve trattare il ricorso, ha chiesto un parere alla Corte europea di giustizia. La quale, lo scorso 23 gennaio, ha ribadito che l’intesa tra due aziende, "atta a diffondere informazioni ingannevoli sull’uso off label" di un medicamento al fine di ridurre la pressione che esercita su un altro medicamento, costituisce una restrizione alla concorrenza.

D’intesa le due ditte svizzere hanno fatto leva per diffondere il più ampiamente possibile una percezione di pericolosità per l’Avastin. "A tale scopo – si legge in un documento consultato dal Quaderno – spingendosi addirittura a predisporre apposite pubblicazioni scientifiche e piani di comunicazione mirati".

Era la stessa Roche, affermano per iscritto diversi medici, che aveva inviato loro una lettera con la quale s’indicava che l’Avastin non era approvato per l’uso intravitreale e invitava a non usarlo per la cura delle maculopatie. Contemporaneamente anche Novartis cominciava a dire che era pericoloso usare Avastin e che si rischiavano guai giudiziari a usare un farmaco non approvato.

Emblematica è la vicenda con Federanziani. Quest’ultima, nel 2011, aveva scritto una lettera a Roche e Novartis per lamentarsi della sproporzione di costi esistenti fra Avastin e Lucentis in ambito oftalmico e le sempre maggiori difficoltà incontrate nell’uso off label del primo farmaco. Poi, all’improvviso, il cambio di rotta: la tesi dei problemi creati da Avastin viene sposata anche dalla stessa Federanziani. In un comunicato stampa del 2014, quest’ultima rivela dei risultati allarmanti in merito all’utilizzo del prodotto di Roche per la maculopatia. Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, la Guardia di Finanza sospetta che il tutto sia stato creato ad hoc per "avvalorare la tesi della scarsa sicurezza dell’uso oftalmico dell’Avastin". Non sarà quindi un caso se, nel 2014, la stessa Federanziani ha ricevuto due finanziamenti da parte di Novartis, uno da 54'000 euro e un altro da 91'000 euro. L’informazione la si trova su un documento Link esterno sul sito internet di Novartis.
In Svizzera mancano le basi legali

In Svizzera, dove per il Lucentis le assicurazioni malattia spendono circa 75 milioni di franchi all’anno, questi metodi non sono necessari. Finché Roche non fa una domanda di autorizzazione a Swissmedic Link esterno (l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici) per l’utilizzo di Avastin in oftalmologia questo farmaco non può essere inserito sulla lista delle specialità Link esterno stabilita dall’Ufficio federale della sanità pubblica per il trattamento della maculopatia. Per questo l’utilizzo oftalmico di questo farmaco non può essere rimborsato dalle casse malati. Il coltello dalla parte del manico lo tiene Roche che ben si guarda dal chiedere a Swissmedic l’autorizzazione. Tanto riceve già le royalties per il Lucentis venduto da Novartis ma che è stato creato dalla Roche.

"La Confederazione non dispone delle basi legali per obbligare le aziende farmaceutiche a far omologare un nuovo medicamento o a estendere l’indicazione di uno già omologato" ribadisce il governo svizzero in seguito ad un’interpellanza Link esterno.

Un’impossibilità d’azione che genera costi enormi per il sistema sanitario elvetico. "Questo esempio dimostra come l’industria farmaceutica può cercare di massimizzare i suoi profitti a discapito dell’assicurazione di base. Purtroppo, i fabbricanti di medicamenti non possono essere obbligati a estendere l’indicazione dei loro prodotti per altri utilizzi che quelli previsti dall’iscrizione della sostanza sulla lista delle specialità", ci spiega Christophe Kaempf di Santésuisse.

Dimenticando forse di menzionare che, alla fine, questi costi vengono comunque riversati sui premi di cassa malati.

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mercoledì 9 maggio 2018

Indagini giornalistiche indipendenti rivelano che il CDC è irrimediabilmente corrotto quando si tratta di ricerca sulla sicurezza dei vaccini


Altre verità schiaccianti sulla corruzione nei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) sono state scoperte dagli investigatori del World Mercury Project, rivelando che la principale agenzia sanitaria pubblica della nazione ha lavorato attivamente a fianco di elementi criminali per nascondere i fatti sui pericoli dei vaccini.

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Le informazioni raccolte nell'ambito del Freedom of Information Act (FOIA) richieste dal World Mercury Project mostrano che i funzionari del CDC davano un trattamento preferenziale agli scienziati senza scrupoli dell'Università di Aarhus in Danimarca, incluso il famigerato Poul Thorsen che era stato esposto per aver truffato dollari dei contribuenti americani per ordini nella produzione di  falsi dati di sicurezza sulla connessione tra autismo e vaccini.

Come spiegato dal membro del consiglio del World Mercury Project Brian S. Hooker, che è anche consulente scientifico del gruppo Focus for Health, il CDC ha deliberatamente rifiutato di valutare le affermazioni di Thorsen, anche dopo che è stato rivelato che aveva praticamente rubato $ 1 milione in denaro di concessione da intascare per se stesso.

Almeno quattro funzionari di alto livello del CDC sono stati informati dei rapporti illeciti di Thorsen in nome della scienza, eppure nessuno di loro ha fatto una sola cosa per affrontarli, Né fecero due diligenze nel dare una seconda occhiata al lavoro di Thorsen dopo che fu rivelato che non era altro che un truffatore che si atteggiava a ricercatore scientifico.

Queste persone includono:

• Dr. Coleen Boyle, direttore del Centro nazionale per difetti alla nascita e disabilità dello sviluppo (NCBDDD)
• Marshalyn Yeargin-Allsopp, capo della sezione Sviluppo delle disabilità
• Joanne Wojcik, analista di salute pubblica presso la divisione Disabilità dello sviluppo
• Diana Schendel, ex-epidemiologa senior presso il NCBDDD

Diversi studi che il CDC usa come "evidenza" che i vaccini non causino l'autismo sono completamente fraudolenti

Ciò che questi quattro individui si sono rifiutati di fare era dire la verità su diversi studi sull'autismo che sono stati pubblicati senza subire le autorizzazioni etiche legalmente richieste. 
Questi studi includono il registro psichiatrico centrale danese, pubblicato sul Journal of Autism and Developmental Disorders , e un'analisi basata sulla popolazione del vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia, noto anche come MMR, pubblicato nel New England Journal di medicina (NEJM).

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"Il 30 novembre 2009 Coleen Boyle, Diana Schendel, Joanne Wojcik e Marshalyn Yeargin-Allsopp, insieme ai beneficiari danesi, non hanno denunciato questa grave violazione etica nelle ricerche precedentemente pubblicate, così come uno studio vicino alla pubblicazione", scrive Hooker.

"Cercarono di coprire le loro tracce dal loro fallimento per assicurarsi che Poul Thorsen avesse ottenuto tutte le necessarie approvazioni etiche per gli studi sull'autismo bio e genetici. Sono stati pubblicati due studi in cui essi apparentemente, ma non sono mai stati richiesti e concessi permessi etici, secondo le loro note. Quando ripetutamente gli hanno chiesto di fornirli, Thorsen no. "

Ciò che questo suggerisce è che il CDC ha ignorato volontariamente la pubblicazione di false scienze in difesa di vaccini come l'MMR che altri studi indipendenti hanno collegato alla causa dell'autismo. 
Hanno anche guardato dall'altra parte nel tentativo di correggere l'errore di recuperare il denaro rubato che veniva usato da Thorsen e dai suoi colleghi per pubblicare pseudoscienze a favore degli interessi dell'industria del vaccino.

Entrambi i documenti, in altre parole, avrebbero dovuto essere immediatamente ritrattati e scrutinati in modo completo prima di essere riconsiderati per la ripubblicazione. 
Invece, il CDC fece finta che nulla fosse successo e continua tutt'oggi a spacciare la bugia che tutti i vaccini sino completamente sicuri ed efficaci.

... [I] seminale studio della Danimarca sull'MRR e sull'autismo, usato per "smascherare" l'ipotesi di vaccino/autismo sia nel rapporto del 2004 dell'Istituto di Medicina "Vaccini e autismo", sia nel Procedimento "Omnibus di autismo del Programma nazionale di compensazione degli infortuni ", è uno studio illegale ", aggiunge Hooker.

Puoi leggere l'analisi completa di Hooker sulla corruzione del CDC visitando il World Mercury Project.

Le fonti per questo articolo includono:



Riproduzione consentita purché l'articolo non sia modificato in nessuna parte, indicando Autore e link attivo al sito.

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martedì 8 maggio 2018

DISGUSTO: Uno studio rileva che i vaccini animali non hanno garanzie contro la contaminazione e contribuiscono a gravi malattie degli animali come il cancro



Molti di noi sono incredibilmente attaccati ai nostri animali domestici. 
Pertanto, facciamo tutto il possibile per evitare che si ammalino, includendoli a vaccinarli agli intervalli raccomandati negli orari che riceviamo dai loro veterinari. 
Quello che potremmo non renderci conto, tuttavia, è che nel farli vaccinare potremmo esporli a retrovirus molto pericolosi, alcuni dei quali sono stati collegati al cancro e ad altre malattie animali mortali.

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Biologicals , intitolato "I retrovirus endogeni come potenziali rischi per i vaccini", avverte che il modo in cui vengono fabbricati i vaccini animali li rende vulnerabili alla contaminazione da retrovirus che sono presenti nel ceppo madre delle cellule utilizzate nella loro produzione.

La produzione di vaccini sia umani che animali dipende dall'uso di cellule viventi umane e animali come sementi di bestiame. 
Sfortunatamente, come notato da GreenMedInfo , molte di queste cellule sono contaminate da retrovirus endogeni (ERV). Quando i vaccini animali che sono stati creati usando cellule contaminate vengono iniettati nei nostri amici pelosi, queste malattie possono essere trasferite insieme ai contenuti "normali" del vaccino.
Lo studio, condotto da ricercatori del dipartimento di biologia cellulare dell'Università di Kyoto in Giappone, ha scoperto che i rischi associati a tali vaccini sono stati ampiamente ignorati, lasciando i nostri animali domestici vulnerabili a gravi malattie, tra cui la leucemia felina, il tumore primario diagnosticato in gatti. (Correlato: Leggi altri possibili pericoli per i tuoi amici felini su PetHealth.news )

La leucemia felina è particolarmente preoccupante per gli amanti dei gatti, poiché colpisce tra il 2 e il 3% di tutti i gatti negli Stati Uniti e fino al 30% dei gatti che stanno già combattendo altre malattie.


I gatti con infezione persistente da [Feline Leukemia Virus] FeLV fungono da fonti di infezione per altri gatti. 
Il virus è versato nella saliva, nelle secrezioni nasali, nelle urine, nelle feci e nel latte dei gatti infetti. 
Il trasferimento del virus da gatto a gatto può verificarsi da una ferita da morso, durante la cura reciproca e (raramente) attraverso l'uso condiviso di lettiere e piatti per l'alimentazione. 
La trasmissione può anche avvenire da un gatto madre infetto ai suoi cuccioli, sia prima che nascano o mentre stanno allattando.



E ora, lo studio dell'Università di Kyoto ha confermato che un'altra possibile via d'infezione è attraverso gli stessi vaccini che diamo ai nostri gatti per impedire loro di ammalarsi.

Quindi, quali sono esattamente i retrovirus e perché sono così difficili da combattere?

Un video di YouTube dello Sci Show , intitolato " Retroviruses: Microbial supervillains " spiega che mentre i nostri corpi (e quelli dei nostri amici animali) possono produrre anticorpi che riconoscono e distruggono le cellule infettate da virus prima che diventino troppo fuori mano, i retrovirus operano in un modo completamente diverso - un modo in cui il corpo non si identifica e quindi non combatte efficacemente:

[I retrovirus] ottengono il loro stato di supervillain a causa di un enzima chiamato transcriptasi inversa, che legge l'RNA del virus e lo trasforma in DNA, che quindi si fa strada nel DNA della cellula e si attacca. 
Una volta che il DNA retrovirale si trova nel DNA della cellula, la cellula inizia a copiare il nuovo DNA insieme al suo. Dopo che il DNA retrovirale infetta la cellula, può rimanere inattivo per un po 'prima che si attivi. 
Inoltre, questi virus sono riprodotti in tonnellate, quindi offrono molte opportunità di mutazione. 
Tutto ciò rende incredibilmente difficile per il sistema immunitario combatterli.



Non ha molto senso iniettare intenzionalmente questi pericolosi retrovirus nei nostri animali domestici, vero? Quindi, se ami davvero il tuo migliore amico, mantienilo sano con la sua dieta ed esercizio fisico e salta le vaccinazioni. 


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DISGUSTO: Uno studio rileva che i vaccini animali non hanno garanzie contro la contaminazione e contribuiscono a gravi malattie degli animali come il cancro



Molti di noi sono incredibilmente attaccati ai nostri animali domestici. 
Pertanto, facciamo tutto il possibile per evitare che si ammalino, includendoli a vaccinarli agli intervalli raccomandati negli orari che riceviamo dai loro veterinari. 
Quello che potremmo non renderci conto, tuttavia, è che nel farli vaccinare potremmo esporli a retrovirus molto pericolosi, alcuni dei quali sono stati collegati al cancro e ad altre malattie animali mortali.

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Biologicals , intitolato "I retrovirus endogeni come potenziali rischi per i vaccini", avverte che il modo in cui vengono fabbricati i vaccini animali li rende vulnerabili alla contaminazione da retrovirus che sono presenti nel ceppo madre delle cellule utilizzate nella loro produzione.

La produzione di vaccini sia umani che animali dipende dall'uso di cellule viventi umane e animali come sementi di bestiame. 
Sfortunatamente, come notato da GreenMedInfo , molte di queste cellule sono contaminate da retrovirus endogeni (ERV). Quando i vaccini animali che sono stati creati usando cellule contaminate vengono iniettati nei nostri amici pelosi, queste malattie possono essere trasferite insieme ai contenuti "normali" del vaccino.
Lo studio, condotto da ricercatori del dipartimento di biologia cellulare dell'Università di Kyoto in Giappone, ha scoperto che i rischi associati a tali vaccini sono stati ampiamente ignorati, lasciando i nostri animali domestici vulnerabili a gravi malattie, tra cui la leucemia felina, il tumore primario diagnosticato in gatti. (Correlato: Leggi altri possibili pericoli per i tuoi amici felini su PetHealth.news )

La leucemia felina è particolarmente preoccupante per gli amanti dei gatti, poiché colpisce tra il 2 e il 3% di tutti i gatti negli Stati Uniti e fino al 30% dei gatti che stanno già combattendo altre malattie.


I gatti con infezione persistente da [Feline Leukemia Virus] FeLV fungono da fonti di infezione per altri gatti. 
Il virus è versato nella saliva, nelle secrezioni nasali, nelle urine, nelle feci e nel latte dei gatti infetti. 
Il trasferimento del virus da gatto a gatto può verificarsi da una ferita da morso, durante la cura reciproca e (raramente) attraverso l'uso condiviso di lettiere e piatti per l'alimentazione. 
La trasmissione può anche avvenire da un gatto madre infetto ai suoi cuccioli, sia prima che nascano o mentre stanno allattando.



E ora, lo studio dell'Università di Kyoto ha confermato che un'altra possibile via d'infezione è attraverso gli stessi vaccini che diamo ai nostri gatti per impedire loro di ammalarsi.

Quindi, quali sono esattamente i retrovirus e perché sono così difficili da combattere?

Un video di YouTube dello Sci Show , intitolato " Retroviruses: Microbial supervillains " spiega che mentre i nostri corpi (e quelli dei nostri amici animali) possono produrre anticorpi che riconoscono e distruggono le cellule infettate da virus prima che diventino troppo fuori mano, i retrovirus operano in un modo completamente diverso - un modo in cui il corpo non si identifica e quindi non combatte efficacemente:

[I retrovirus] ottengono il loro stato di supervillain a causa di un enzima chiamato transcriptasi inversa, che legge l'RNA del virus e lo trasforma in DNA, che quindi si fa strada nel DNA della cellula e si attacca. 
Una volta che il DNA retrovirale si trova nel DNA della cellula, la cellula inizia a copiare il nuovo DNA insieme al suo. Dopo che il DNA retrovirale infetta la cellula, può rimanere inattivo per un po 'prima che si attivi. 
Inoltre, questi virus sono riprodotti in tonnellate, quindi offrono molte opportunità di mutazione. 
Tutto ciò rende incredibilmente difficile per il sistema immunitario combatterli.



Non ha molto senso iniettare intenzionalmente questi pericolosi retrovirus nei nostri animali domestici, vero? Quindi, se ami davvero il tuo migliore amico, mantienilo sano con la sua dieta ed esercizio fisico e salta le vaccinazioni. 


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