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mercoledì 30 settembre 2020

I TAMPONI COVID-19 PRODUCONO FINO AL 95% DI FALSI POSITIVI : CONFERMATO DALL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

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Dopo aver dimostrato come le stesse autorità sanitarie Europee e Americane affermino che il virus non è mai stato isolato, come in un uno-due pugilistico, vedremo ora come le stesse autorità sanitarie, in primis il nostro Istituto Superiore di Sanità, ammettono che i tamponi Covid-19 sono del tutto inaffidabili. 


Da una nota Facebook del dott Stefano Scoglio

Ho già scritto alcuni post e articoli su come i tamponi e i test sierologici per il Covid-19 siano inaffidabili, di fatto senza alcun significato perché senza nessun vero legame con un presunto virus SARS-Cov2, che non è mai stato isolato.

Abbiamo anche visto come tale inaffidabilità sia stata addirittura certificata dalla Commissione Europea e dall’Istituto Superiore di Sanità, che nell’Aprile-Maggio scorso hanno pubblicato documenti dove affermavano che in Europa circolavano 78 tamponi diversi, di cui nessuno validato da organismi indipendenti, nessuno valutato o autorizzato preventivamente, e addirittura la stragrande maggioranza dei quali non dichiarava neppure quali sequenze geniche utilizzasse, e quindi potenzialmente contenenti qualsiasi cosa. A questo punto ho voluto approfondire la cosa, e ho scoperto ulteriori elementi, sia scientifici che legali.

La situazione normativo-regolatoria

Innanzitutto, va detto che i tamponi rientrano nella nuova normativa REGOLAMENTO (UE) 2017/746 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 5 aprile 2017 relativo ai dispositivi medico-diagnostici in vitro e che abroga la direttiva 98/79/CE.

Nella normativa precedente abrogata, in generale bastava l’apposizione del marchio CE, che è un marchio relativo soprattutto alla sicurezza; e solo per alcuni dispositivi diagnostici in vitro elencati nell’Allegato II, e aventi a che fare con i virus già conosciuti (HIV 1 e 2, HTLV I e II e dell'epatite B, C e D), si richiede la valutazione tecnica e di efficacia da parte di un Organismo Notificato, ovvero un organismo di validazione riconosciuto dalla EU. Ora, sappiamo dal Documento della Commissione Europea del 16 Aprile scorso che nessuno dei 78 modelli di test tampone in circolazione a quella data sono stati valutati o sottoposti a qualsiasi organismo di valutazione riconosciuto, e che addirittura ciò non sarebbe stato neppure possibile dato che quasi nessuno di quei 78 tamponi mette a disposizione una adeguata scheda tecnica, inclusa la specifica delle sequenze geniche utilizzate. Come è possibile? In fondo, il SARS Cov2 dovrebbe essere un virus anche più importante di quelli dell’epatite o dell’HIV, che non hanno mai portato alla chiusura dell’economia e della vita sociale di intere nazioni. E’ possibile perché il Regolamento della Direttiva 98/79 CE elenca solo i virus suddetti, ed essendo il SARS Cov 2 un nuovo virus non è incluso.

Già, ma abbiamo appena visto che tale regolamento è stato abrogato dal regolamento del 2017, che a sua volta pone requisiti ancora più stringenti di quello precedente, richiedendo valutazioni preliminari di efficacia da parte di organismi di validazione riconosciuti per tutti i dispositivi diagnostici in vitro in cui rientrano anche i tamponi Covids-19. E allora perché sono stati autorizzati in commercio test tampone privi di qualsiasi validazione o anche solo valutazione preliminare, e addirittura privi delle specifiche sulle sequenze geniche utilizzate?

Perché l’Italia ha fatto scuola, e il motto “fatta la legge trovato l’inganno” è diventato motto europeo: il Regolamento 2017/46 del 5 Aprile 2017 entrerà in vigore, per i dispositivi diagnostici in vitro, solo il 26 Maggio 2022! E con questo i tamponi Covid-19 hanno goduto dell’interregno, non essendo inclusi, in quanto relativi a un virus nuovo, nel Regolamento del ’98; e non essendo ancora sottoposti a un Regolamento del 2017 che li avrebbe messi tutti fuori legge, ma che non entrerà in vigore se non a metà del 2022!

La domanda che occorre porsi, e che non può non avere rilevanza anche giuridica, è: questi tamponi sono del tutto privi di valutazione e validazione, e sono in circolazione solo grazie al fatto che si è creato un vuoto normativo tra Regolamento del 1998, che limitava la lista dei virus solo a quelli conosciuti (ma che per analogia dovrebbe applicarsi anche ai nuovi emergenti) e Regolamento del 2017, che abroga quello del ’98 ma entra in vigore solo nel 2022; se insomma questi tamponi Covid-19 sono utilizzati solo grazie ad una anomalia legislativa, e nel 2022 sarebbero del tutto illegali; è ammissibile che a tali tamponi, in vita per puro miracolo o distorsione giuridica, si affidino le sorti di intere nazioni e dell’intera economia mondiale? Ovviamente no, non dovrebbe essere ammissibile, e se lo sarà, sarà solo perché la forma giuridica viene fatta prevalere sulla sostanza giuridica.

Veniamo però alla sostanza scientifica dei tamponi. Il primo argomento è che sono del tutto senza significato perché il virus non è mai stato isolato, e dunque non esiste nessun marker realistico che ne supporti l’azione. Questo è discorso che ho affrontato in dettaglio altrove; ma sembra che su questo punto le orecchie di chi dovrebbe intervenire tendono a restare chiuse (anche se noi continueremo a gridare la verità). Facciamo dunque finta che non sia questo il problema, che il virus sia stato isolato. Vedremo che anche da questo punto di vista, i tamponi restano del tutto inaffidabili e privi di significato.

La questione della mutazione del virus

Uno dei problemi fondamentali è la continua mutazione del virus. Come scrive lo stesso Istituto Superiore di Sanità (confermando quello che vado dicendo da sempre):

“…il virus infatti può mutare e nuove sequenze nucleotidiche depositate nelle banche dati possono rivelare se queste mutazioni possano a loro volta rendere un particolare test meno efficace o addirittura inefficace…È importante puntualizzare che per la diagnostica di questo virus emergente, con uno stato dell’arte in evoluzione, le reali prestazioni del dispositivo osservate possano differire rispetto a quelle determinate dallo studio iniziale delle prestazioni condotto dal fabbricante ai fini della marcatura CE, in uno stato dell’arte precedente.” (Gruppo di Lavoro ISS Test Diagnostici COVID-19, Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 2: evoluzione del mercato e informazioni per gli stakeholder , Rapporto ISS COVID-19 n. 46/2020, 23 Maggio 2020, p. 8).

Come ho sempre sostenuto anch’io: se al GISAID, dove si raccolgono le sequenze geniche del SARS-Cov 2, ci sono oltre 100.000 sequenze diverse, e aumentano costantemente, che valore ha un tampone messo a punto nel febbraio 2020 e utilizzato nel Luglio 2020, quando il virus era certamente modificato?

Per capire ciò, basterebbe dire che la gran parte dei tamponi in circolazione sono stati strutturati (se lo sono stati) sul virus sequenziato dai Cinesi a Wuhan. Ma in Italia sono stati sia lo Spallanzani che il San Raffaele a fornire sequenziamenti genici diversi, ed entrambi, oltre a pseudo-isolare il virus con le stesse metodiche farlocche che ho descritto altrove (https://www.byoblu.com/2020/09/12/lo-studio-in-esclusiva-su-byoblu-virus-mai-isolato-una-dittatura-basata-su-tamponi-non-convalidati-stefano-scoglio-candidato-premio-nobel-per-la-medicina-nel-2018/

), hanno subito messo in chiaro che si trattava di virus modificati rispetto a quello isolato in Cina (Capobianchi M.R. et al., Molecular characterization of SARS-CoV-2 from the first case of COVID-19 in Italy, Clin Microbiol Infect, 2020 Jul;26(7):954-956.); e in uno studio organizzato da diversi centri medici italiani (Sacco, San Raffaele, etc.), quando hanno analizzato 59 campioni di liquido da pazienti Covid-19 da diversi centri del Centro e Nord Italia, hanno trovato una notevole mutazione, al punto da trovare :

A mean of 6 nucleotide substitutions per viral genome was observed, without significant differences between synonymous and non-synonymous mutations, indicating genetic drift as a major source for virus evolution.” (Lai A. et al., Molecular Tracing of SARS-CoV-2 in Italy in the First Three Months of the Epidemic, Viruses 2020, 12, 798; doi:10.3390/v12080798.)

“Una media di 6 sostituzioni nucleotidiche per ogni genoma virale, senza differenze significative tra mutazioni sinonime e non sinonime, delineando così una deriva genetica come importante fonte dell’evoluzione del virus.”

Da questo studio si evince che non solo il virus muta da continente a continente, da nazione a nazione, ma addirittura da provincia a provincia, e di fatto da persona a persona! Ci sono dunque 7 miliardi di virus diversi che solo si assomigliano? Esiste un virus talmente magico da incorporare 7 miliardi di mutazioni? E soprattutto: a cosa serve, in questo quadro, un test tampone universale, che ha solo una o al massimo 3 sequenze geniche?

Come afferma lo stesso ISS, “…queste mutazioni possano a loro volta rendere un particolare test meno efficace o addirittura inefficace”, e tuttavia nessuno, tra le autorità politiche o giuridiche, si preoccupa di verificare se i tamponi che sostengono e mantengono la pseudo-pandemia, siano o no corrispondenti alle innumerevoli mutazioni di questo super-virus!

La costante mutazione del SARS-Cov2, tale da renderlo di fatto irriconoscibile, è stata confermata anche a livello internazionale: un articolo americano, che include anche Robert Gallo tra gli autori, ha riscontrato decine di mutazioni crescenti nel tempo in parallelo con la presunta diffusione del virus dall'Asia all'Europa agli USA (Pachetti M. et al., Emerging SARS-CoV-2 mutation hot spots include a!novel RNA-dependent RNA polymerase variant, J Transl Med (2020) 18:179 https://doi.org/10.1186/s12967-020-02344-6

.); mentre un autore asiatico ha analizzato 85 diverse 6sequenze genomiche SARS-Cov2 disponibili presso GISAID, e ha trovato ben 53 diversi ceppi SARS-Cov2 provenienti da varie aree della Cina, dell'Asia, dell'Europa e degli Stati Uniti (Phan Tung, Genetic diversity and evolution of SARS-CoV-2, Infection, Genetics and Evolution, 81 (2020), 104260.).
Insomma, se il virus muta costantemente, allora il test tampone è inutile, perché va a cercare un virus sempre precedente e sempre diverso rispetto a quello attualmente in circolazione. Basterebbe questo da solo per capire che il tampone Covid-19 il test è completamente, al 100%, fallace!

Questo è davvero ciò che accade nella realtà. Il “Drosten PCR Test” e il test dell’Institute Pasteur, i due test considerati i più affidabili (sebbene nessuno dei due lo sia stato convalidato esternamente), entrambi utilizzano un test del gene E, anche se il test di Drosten lo utilizza come test preliminare, mentre l'Institut Pasteur lo utilizza come test definitivo. Secondo gli autori del Drosten test, il test E-gene è in grado di rilevare tutti i virus asiatici, essendo così al contempo molto aspecifico (tutti i ceppi viruali) e limitato ad un'area geografica (Asia). Ancora, il test Institut Pasteur, uno dei più adottati in Europa, utilizza il test E-Gene come test finale, anche se è ormai noto che il virus (o virus) SARS-Cov2 che si ritiene circolino in Europa sarebbero diversi da quelli asiatici. E poi ad aprile, l'OMS ha cambiato l'algoritmo "... raccomandando che da ora in poi un test può essere considerato positivo anche se solo il dosaggio del gene E (che probabilmente rileverà tutti i virus asiatici!) dà un risultato positivo”. Insomma, per OMS ed epigoni, tutto fa brodo pur di mantenere la tragica farsa della pandemia!

La questione dei cicli (runs) della RT-PCR

Un’altro grave problema dei tamponi, che utilizzano la metodica della RT-PCR, è che l’affidabilità di tale metodica dipende dal numero di cicli (replicazioni) che vengono usati per trovare il virus SARS-Cov2. Prof. Stephen Bustin, una delle autorità mondiali di PCR, ha scritto in un recente articolo relativamente alla identificazione della presenza di SARS-Cov 2:

…the most widely used method is quantitative fluorescence-based reverse transcription polymerase chain reaction (RT-qPCR). Despite its ubiquity, there is a significant amount of uncertainty about how this test works, potential throughput and reliability.”(Bustin S.A, Nolan T., RT-qPCR Testing of SARS-CoV-2: A Primer, Int. J. Mol. Sci. 2020, 21, 3004; doi:10.3390/ijms21083004, p. 1). 

…il metodo più utilizzato è la Reazione a catena delle polimerasi quantitativa a trascrizione inversa basata sulla fluorescenza (RT-qPCR). Nonostante la sua ubiquità, c’è un significativo livello di incertezza su come funziona questo test, sulla sua potenziale produzione e affidabilità.

Probabilmente questo è dovuto anche e soprattutto alla questione dei cicli di PCR che vengono normalmente effettuati coi tamponi. In una intervista al compianto David Crow, prezioso ricercatore canadese, Bustin afferma:

…the cycle number per se is not a good measure…most instruments, when you get above a cycle number of 35, then you start worrying about the reliability of your result…so, you want to be sure that your results are within the 20 to 30 cycles…

…il numero di cicli di per sé non è una buona misura…la maggioranza degli strumenti, quando sali oltre il numero di 35 cicli, cominci a preoccuparti sull’affidabilità dei tuoi risultati…quindi, vuoi assicurarti che i tuoi risultati siano prodotti dai 20 a un massimo di 30 cicli…”.

E dato che la maggioranza dei tamponi sale fino e oltre i 40 cicli, Crow domanda a Bustin:
“…if you get up to 40 cycles, you could get a ghost, the PCR could string bases together casually…”
“…se sali a 40 cicli, potresti produrre un fantasma, la PCR può iniziare a raccordare assieme basi nucleotidiche in modo casuale…”
E Bustin risponde: “I would be very unhappy about 40 cycles…”;(David Crow, The Infectious Myth: https://infectiousmyth.podbean.com/e/the-infectious-myth-stephen-bustin-on-challenges-with-rt-pcr/

)
“Sarei molto scontento a 40 cicli…”.
Vediamo quindi quanti cicli vengono normalmente usati nei tamponi. Forse vi ricordate della recente polemica, alimentata dal dr. Remuzzi del San Raffaele, per cui i tamponi che trovano il virus solo con un’alto numero di cicli si riferiscono a casi di bassissima viralità, considerata non infettiva:

Remuzzi riferisce che la positività nei tamponi dello studio del Mario Negri emergeva solo dopo 34-38 cicli di amplificazione. Ma più si amplifica, più il segnale si fa debole e incerto, facendo pensare a tracce di Rna virale ormai residuali e inattive. Niente infezione, insomma.”(Luca Carra, Debolmente positivi: realtà o illusione?, Internazionale, 23 Giugno 2020.). 

Questo è in accordo con ciò che sostiene il Prof. Bustin: sopra i 35 cicli, l’affidabilità del tampone crolla, e al massimo, per salvare la baracca, si può sostenere che si tratta di presenza di virus talmente debole da non essere più infettivo. La sostanza non cambia: che il virus venga creato dalla PCR come un “fantasma”, come sostengono Crow e Bustin, o che esso sia senza nessuna carica virale, perché si conti una a utilizzare questi risultati da tampone per terrorizzare la gente e prorogare vari tipi di lockdown?

E che i tamponi utilizzino normalmente sopra i 35 cicli di PCR è confermato da questa tabella che riporta una serie di diversi tamponi e la media del loro numero di cicli :

La tabella presenta un campione di 6 dei 22 tamponi analizzati da FIND (Foundation for Innovative New Diagnostics) , la più autorevole organizzazione di valutazione degli strumenti diagnostici, presa come riferimento dallo stesso Istituto Superiore di Sanità italiano (per la tabella completa vedi: https://www.finddx.org/covid-19/sarscov2-eval-molecular/).
Come si vede dalla tabella, i tamponi sono tutti sopra i 35 cicli; e si consideri che i numeri dati sono medie, il che significhi che nel 3-40% dei casi si sale anche sopra i 40 cicli! 

E la cosa è confermata anche per il test Xpert Xpress di Cepheid, che la FDA americana ha ritenuto così importante e affidabile da conferire a questo test un’autorizzazione di emergenza, saltando tutti i passaggi di verifica. Ebbene, anche questo test così importante, adotta un numero di cicli eccessivo:


La media riferita al gene E, che è comunque aspecfifico e tipico di tuti i coronavirus, è attorno ai 34-35 cicli; ma la media riferita al gene N2, che dovrebbe essere più specifico del SARS-Cov2 (vedremo che non è così neppure per questo gene), si attesa attorno a 37-38 cicli!

Questo significa che nella maggioranza dei casi i tamponi danno o risultati fantasma, o se anche “beccano” il virus, lo trovano in uno stato talmente indebolito da non costituire più nessun pericolo. Questo significa anche che dunque non c’è più nessuna motivazione per terrorizzare con lo spettro dei positivi asintomatici, perché come minimo si tratta di individui incapaci di infettare alcunché. Ma la verità, come stiamo per vedere, è che i tamponi producono risultati senza nessun significato, risultati fantasma o comunque non indicativi della presenza del SARS-Cov 2 .

La questione della cross-reattività, o mancanza di specificità.

Prendiamo i tre più importanti modelli di test-tampone, utilizzati da molti dei tamponi circolanti, quello della OMS, quello tedesco-europeo del gruppo di Drosten, e quello del CDC americano. Quello della OMS, come abbiamo già visto altrove, è talmente a rischio di aspecificità (ovvero di cogliere col tamponi virus o particelle simil-virali diverse dal SARS-Cov2) che in uno dei suoi 3 primers (le sequenze geniche con cui si va alla ricerca del virus) c’è addirittura una sequenza genica tipica del DNA umano, quella del cromosoma 8:


Qui il rischio di far venire il tampone positivo anche senza nessun virus presente è ovviamente molto alta, visto che tutti gli esseri umani possiedono quella sequenza CTCCCTTTGTTGTGTTGT come parte del loro corredo genico.

Il CDC americano utilizza invece altre sequenze geniche, relative al gene N del virus, quello del suo nucleocapside. Questa scelta di focalizzarsi sul gene N, nelle sue due versioni N1 e N2, è dovuto al fatto che il gene E “… also detects SARS-related coronaviruses” (“rileva anche altri SARS-coronavirus” : Wagginer J et al., Triplex Real-Time RT-PCR for Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2, Research Letter, Volume 26, Number 7—July 2020). Questo mostra come il tampone OMS possa, in aggiunta a legarsi al genoma umano, identificare altri coronavirus scambiandoli per il SARS-Cov 2.

Ma che garanzie ci sono che i geni N1 e N2 siano invece più specifici? Tutti i coronavirus hanno un nucleo-capside, e dunque geni del tipo N. Il CDC sostiene che il gene N2 è specifico del SARS-Cov2; ma anche su questo non c’è accordo, dato che per alcuni ricercatori non è così:

“…we found out that only one of them (RdRP_SARSr-P2) was almost specific for the new coronavirus and the other introduced probes would detect the other types of coronaviruses. In this regard, the false-positive test results may extend for COVID-19” (Kakhki RK et al, COVID-19 target: A specific target for novel coronavirus detection, Gene Reports 20 (2020) 100740.)

“…abbiamo trovato che solo uno di loro (il gene RdRP-SARSr-P2) è quasi specifico per il nuovo coronavirus, mentre le altre “sonde” (sequenze geniche) rilevano anche altri tipi di coronavirus. Sotto questo aspetto, i risultati con falsi positivi possono ampliarsi in rapporto al Covid-19.”

Ciò significa che non c’è alcuna sicurezza neppure sulla specificità del gene N2 usato dal modello della CDC, specie se si considera che appunto i geni N sono tipici di tutti i coronavirus. E si noti come gli autori, anche per il gene che ritengono specifico, lo definiscono “quasi” specifico, nel senso che anche quello non è completamente specifico!

E quando veniamo al test di Drosten, il test-tampone europeo, le cose diventano anche più evidenti. Innanzitutto, vediamo qui in modo apertamente dichiarato, che questi isolamenti e definizioni del virus sono tutte elaborazioni al computer, senza nessuna presenza fisica del virus:

The present report describes the establishment of a diagnostic workflow for detection of an emerging virus in the absence of physical sources of viral genomic nucleic acid.”(Corman V et al, Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR, Euro Surveill. 2020 Jan 23; 25(3): 2000045, p.10.)

Il presente documento descrive la realizzazione di un processo diagnostico per il rilevamento di un virus emergente in assenza delle fonti fisiche degli acidi nucleici genomici virali”.
Quindi qui l’astrazione dei tamponi dall’effettivo virus è dichiarata apertamente, e appare evidente anche dalla tabella delle sequenze geniche utilizzate dal gruppo di Drosten:


Come si vede, il tampone di Drosten utilizza tutti e 3 i geni, E, N e RdRP. Ma se confrontiamo la sequenza genica del SARS-Cov 2 con quella del SARS-Cov originario (al penultimo posto nella lista), vediamo che:

il gene E del SARS-Cov 2 è identico al 100% a quello del SARS-Cov1, e probabilmente a quello di tutti i SARS coronavirus (nella penultima riga non ci sono variazioni di lettere);

Il gene N ha una sola variazione, una C invece di una T, al 15° posto della sequenza del Reverse primer. Questa è una variazione di appena 1/64esimo, ovvero di appena l’1.5%. Le possibilità di confusione e cross-reattività (rilevare un SARS virus diverso dal SARS-Cov2) è molto elevata.

Il gene RdRP è l’unico che ha 5 variazioni su 64, di nuovo non una grande differenza, anche se meglio degli altri due (e per questo gli autori sopra lo hanno definito “quasi” specifico).

Insomma, in totale abbiamo una differenza di soli 6 nucleotidi su 214, una percentuale di appena il 2.8%. E per questo anche quando autori indipendenti hanno testato l’efficienza del test Drosten hanno concluso che il test dimostrava:

“…a lot of cross-reactions with Coronavirus BtRs-BetaCoV (MK211374- MK211378), SARS coronavirus Urbani (MK062179-MK062184), Bat coronavirus (KY770858-KY770859), SARS coronavirus (AH013708-AH013709), and others”.

…elevata cross-reattività con i Coronavirus BtRs-BetaCoV (MK211374- MK211378), SARS coronavirus Urbani (MK062179-MK062184), Bat coronavirus (KY770858-KY770859), SARS coronavirus (AH013708-AH013709, e con altri.

E anche il gene RdRP, che dovrebbe essere più specifico
“…covers many coronavirus isolates, including Bat SARS-like Coronavirus (MG772904-MG772932), Rhinolophus pusillus Coronavirus (KY775091), Bat SARS-like Coronavirus (MG772903) and many others” (Kakhki RK et al, COVID-19 target: A specific target for novel coronavirus detection, Gene Reports 20 (2020) 100740.)

“…copre molti altri isolati di coronavirus, inclusi Bat SARS-like Coronavirus (MG772904-MG772932), Rhinolophus pusillus Coronavirus (KY775091), Bat SARS-like Coronavirus (MG772903), e molti altri.

Insomma, tutti i principali test-tamponi mancano di specificità, e sono affetti da un elevata cross-reattività, ovvero producono un elevata quantità di falsi positivi. Questa verità, che dovrebbe porre immediatamente fine alla follia della pseudo-pandemia spinta da questi tamponi farlocchi, è da ultimo, last but not least, apertamente confermata dallo stesso Istituto Superiore di Sanità, organismo del governo italiano.

ISS del Governo Italiano: in questa situazione epidemica, i test-tampone danno fino al 91% di falsi positivi!

Nel documento Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 2: evoluzione del mercato e informazioni per gli stakeholder, del 23 Maggio 2020, l’Istituto Superiore d Sanità fa una analisi approfondita dei dispositivi test-tampone in circolazione, sottolineando la tensione esistente tra sensibilità, la capacità di rilevare quanto più RNA virale possibile, e la specificità, ovvero la necessità che tale RNA virale si riferisca solo al virus che si sta cercando, in questo caso il SARS-Cov2.

Un test molto sensibile nel rilevare il bersaglio di interesse ha maggiori probabilità di rilevare anche bersagli correlati ma distinti che non sono di interesse, vale a dire che può essere meno specifico.”(Gruppo di Lavoro ISS Test Diagnostici COVID-19, Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 2: evoluzione del mercato e informazioni per gli stakeholder , Rapporto ISS COVID-19 n. 46/2020, 23 Maggio 2020, p. 6).

L’ISS spiega poi che tale tensione è modulata da un altro fattore, ovvero quello di “prevalenza”. In ambito epidemiologico, la prevalenza descrive la percentuale di popolazione affetta da una certa patologia. Nel caso di una patologia presuntivamente virale come il Covid-19, la prevalenza indica quanti malati attuali di Covid-19 ci sono sul totale della popolazione.

Perché questo dato è importante in rapporto alla affidabilità dei test-tampone? Perché maggiore è la percentuale di popolazione affetta, maggior è la circolazione del virus, e quindi maggiore è la probabilità che il test-tampone rilevi effettivamente quel virus anziché altri, riducendo così il gap tra sensibilità e specificità.

L’ISS riprende una tabella che considera l’effetto della prevalenza sull’efficacia dei tamponi. La tabella è stata pubblicata da FIND, autorevole organizzazione internazionale già vista sopra; e così, il dato che emerge dalla tabella FIND, accettato e riproposto dal’ISS, ha valore non solo per l’Italia, ma per tutto il mondo.
Scrive l’ISS a introduzione della Tabella:

Nella tabella che segue, tratta dal documento Rapid diagnostic tests for COVID-19 (FIND, Rapid Diagnostic Tests for Covid-19: https://www.finddx.org/wp-content/uploads/2020/05/FIND_COVID-19_RDTs_18.05.2020.pdf), viene mostrato con un esempio numerico come la capacità di identificare correttamente i positivi (colonna PPV) sia correlata sia alla sensibilità e specificità del test, sia alla prevalenza del marcatore nella popolazione target, esemplificata da quattro coorti di 1.000 individui con quattro diversi valori di prevalenza: 2%, 5%, 10% e 30%. 

Quindi, la capacità del test di rilevare correttamente la presenza del virus dipende da 3 fattori, tutti considerato nella tabella, ovvero sensibilità e specificità, ma alla luce della prevalenza; e la Tabella prende in considerazione 4 livelli di prevalenza: 2%, 5%, 10% e 30%. Prima di vedere la Tabella, vediamo a quale dei quattro gruppi appartiene la situazione Italiana (e di riflesso anche quella degli altri paesi, in cui il livello di prevalenza non si discosta molto da quello italiano). Quello che segue è la situazione Covid-19 in Italia al 25 Settembre 2020:


Il numero da considerare è quello degli attuali positivi, ovvero 47,718, che rappresenta appena lo 0.079% della popolazione italiana, assai distante persino dal livello più basso del 2%. Anche se volessimo esagerare, e prendere in considerazione il totale dei casi che ci sono stati dall’inizio a oggi, avremmo che il numero di 306,235 è pari allo 0.5% della popolazione italiana. Utilizzare questo secondo numero è statisticamente del tutto errato, ma l’ho fatto per sottolineare come neppure prendendo tutti i casi Covid-19 ufficiali (cioè CON Covid e non PER Covid) emersi dall’inizio della pseudo-pandemia ad oggi, si arriverebbe neppure lontanamente al 2% della popolazione. 
Vediamo finalmente la Tabella:


Il numero decisivo è il PPV, ovvero la capacità del test di rilevare effettivamente il virus. I numeri che ci interessano sono quelli legati al livello del 2%, che nel caso dell’Italia è in realtà molto più basso, assestandosi attorno allo 0.1%. Questo significa che i numeri di questa Tabella sono addirittura ottimisti, anche al livello del 2%, e più avanti faremo anche la proiezione della Tabella sul livello dello 0.1%.

Intanto, qui vengono considerati 3 modelli di tampone: quelli ad alta performance, a media performance, e a bassa performance. Al livello di prevalenza del 2%, questi sono i livelli di veri e falsi positivi dati dai tamponi:

Livello Veri positivi Falsi positivi
2% Alta performance 49.2% 50.8%
2% Media performance 14.8% 85.2%
2% Bassa performance 9.3% 90.7%

Quindi, nella migliore delle ipotesi, i tamponi danno il 50% di falsi positivi, e nella peggiore delle ipotesi danno quasi il 91% di falsi positivi! Mediamente, possiamo dire che i tamponi danno l’85,2% di falsi positivi!
In tutti i casi, l’Istituto Superiore di Sanità certifica che i tamponi sono del tutto inaffidabili! Ci sarà qualche politico che avrà voglia di ascoltare questa verità ufficiale, che più ufficiale non si può?

Qual’è il numero più probabile tra il 50% e il 91% di falsi positivi? Avendo visto in precedenza la inaffidabilità delle sequenze geniche dei principali tamponi, e soprattutto il fatto che tutti utilizzano più di 35 cicli di PCR, e dunque che i tamponi non possono che essere a bassa performance, il numero più realistico è il 91% di falsi positivi! Ma se anche fossero una via di mezzo, ad esempio il risultato della “media performance” dell’85%, le cose non cambierebbero. I tamponi sono del tutto inaffidabili, lo afferma lo stesso Istituto Superiore di Sanità e un’organizzazione autorevole internazionalmente come FIND: cosa si aspetta a far cessare la tragica farsa dei tamponi e dei positivi asintomatici?

E qui veniamo all’ultima considerazione, anche se non sarebbe neppure necessaria. I numeri che abbiamo visto si riferiscono al livello di prevalenza del 2%; ma in Italia oggi il livello è dello 0.1%. Un adeguato aggiustamento statistico richiederebbe un lavoro ad hoc. Ma se consideriamo che nel passaggio dal 30% di prevalenza al 2% (riduzione di 15 volte) i valori si riducono dal 95% al 49.3%, ovvero di circa la metà (50%); possiamo ragionevolmente valutare che passando dal 2% allo 0.1% (riduzione di 20 volte), i valori subiscano come minimo lo stesso dimezzamento. Questo significa che il range dei falsi positivi passa dal 50.3 al 75% nella migliore delle ipotesi; e dal 90.7 al 95% circa nella peggiore delle ipotesi.

Una ragione ancora più convincente per gridare con forza: BASTA CON LA TRUFFA DI QUESTA FALSA PANDEMIA, che genera una prevalenza di appena lo 0,1% (mentre i modelli parlano di prevalenze fino al 30%!); e che si regge su tamponi che, secondo l’autorevole opinione di FIND ripresa dallo ISS italiano, producono fino al 95% di falsi positivi!

Il candidato Premio Nobel: "VIRUS MAI ISOLATO: dittatura basata su tamponi fake" - Stefano Scoglio.


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domenica 19 luglio 2020

Oltre la parete di ghiaccio - Mappa gratuita

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Mappa terra piana oltre la parete di ghiaccio.



Ehi, ho appena trascorso le ultime 3 settimane a lavorare su questa mappa alternativa della terra piatta, la mia versione più raffinata dell'immagine popolare che mostra ipotetici continenti oltre la parete di ghiaccio, per cui non sono riuscito a trovare una fonte, quindi se qualcuno di voi viene a conoscenza di chi l'ha fatta, per favore fatemi sapere in modo che io possa riconoscerli per aver ispirato il mio lavoro qui. 
Dal momento che la mia mappa è solo la mia opinione sul lavoro di altre persone, ritengo sia appropriato rendere questa mappa libera da usare solo per chiunque desideri lavorarci, sia per la costruzione del mondo, la storia alternativa o la biologia speculativa. Non c'è bisogno di chiedere il permesso.

Non voglio dettare ciò per cui penso su come gli altri dovrebbero usare questa mappa, quindi se hai idee alternative su biologia, storia, etichette, biomi, ecc., Non esitare a ignorare la mia, se decidi di utilizzare questa mappa per il tuo proprio lavoro. Soprattutto per quanto riguarda il modo in cui ho etichettato molte delle terre emerse, implica che determinate culture / paesi del nostro mondo siano quelli che le hanno scoperte. L'ho fatto solo per dare un po 'di brio alla mappa, e non sono inseparabili dal prodotto principale. Ecco alcune versioni pulite che puoi utilizzare se desideri rifare le etichette / i colori da zero:


ed ecco un link a quello che credo sia l'immagine originale su cui si basa: www.reddit.com/r/MapPorn/comme…
Ho trovato altre versioni che mostrano continenti aggiuntivi al di fuori di una seconda barriera che incapsula la parete di ghiaccio, ma nessuna di queste era davvero soddisfacente per i miei scopi, quindi ho deciso di fare tutto al di là dalla seconda barriera da zero, e mi piace molto il risultato. 
Alcuni chiarimenti su alcune delle caratteristiche più strane:

The Mountain Ring
Quindi la seconda barriera che incapsula il mondo oltre la parete di ghiaccio non è coperta dai ghiacciai, ma invece una catena montuosa super densa, come le regioni più aspre e desolate dell'Himalaya, formando un anello ininterrotto che separa i mari e le biosfere del secondo mondo dal terzo. Alcune delle zone costiere, come il subcontinente Libras e le isole Atum a ovest, così come vari fiordi che potresti trovare lungo le sue barriere. Mentre la parete di ghiaccio presenta delle lacune, questo anello di montagna è uniforme. Nella mia mente, è stato così per oltre cento milioni di anni, quindi la biosfera del mondo oltre è ancora più radicalmente divergente da ciò che conosciamo. 

Rifiuti Oltre il terzo mondo
invece di una barriera uniforme, ci sono quattro immense ecoregioni, tutte dure, desolate e apparentemente infinite, che circondano il mondo oltre l'anello montuoso. Le pareti dell'odino sono una parete a strapiombo che si eleva nell'atmosfera, la cima è così in alto che le loro superfici sono inospitali per l'uomo e la maggior parte della vita terrestre. Esistono altri plateus con gli stessi attributi nei bordi orientali e meridionali del terzo mondo, indicati dalla stessa colorazione grigio chiaro. Vedrai vicino alla cima che le pareti di Asgard si fondono con l'anello di montagna, che crea un mare interno isolato con una sola grande isola, Horus. Inoltre nella stessa area vedrai un mucchio di linee scure simili a radici che popolano la massa terrestre, queste sono pensate per rappresentare un sistema di caverne tentacolare, alcune grotte che iniziano lungo l'oceano e quindi potrebbero essere attraversate. 
Gli altri 3 rifiuti dovrebbero essere ovvi, i rifiuti bruciati sono un deserto gigantesco, i rifiuti congelati sono un ghiacciaio gigante e l'oceano abissale è un oceano davvero profondo senza terra e un sacco di folli tempeste. 

Thoth: l'isola in movimento?
il continente dell'isola Thoth è stato etichettato nell'immagine originale come "l'isola in movimento". Che pensavo fosse un'idea unica, se non un po' bizzarra. Dato che questo mondo infrange già le leggi della fisica così com'è, ho deciso di tenerlo in movimento nella mia testa cannone (girando intorno al pianeta ogni 1000 anni circa, con quelle isole di Sledovat Ostrovu che si trascinavano dietro di esso. Sarebbero utili per avere delle specie di animali e vegetali attraverso i continenti che altrimenti sarebbero rimaste isolate, attraverso metodi di dispersione come rafting, il salto delle isole o tempeste che soffiano forme di vita sospese nell'aria fuori rotta e in queste terre straniere. 

Mi piacerebbe parlare di più delle mie idee per questo mondo abominevole che ho tracciato per te, ma ho poco tempo, purtroppo. Potrei tornare più tardi e approfondire le possibilità che un ambiente così bizzarro potrebbe offrire, forse sotto forma di un video di YouTube ... ma per ora, se hai domande o idee, sentiti libero di commentare. A presto.

Grazie per aver letto!

Fonte: Oha
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domenica 26 aprile 2020

La bieca censura contro il Dott. Giulio Tarro organizzata dal regime mediatico prezzolato.

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Nella foto il giornalista Nicola Porro.

L’assurda storia degli immunologi e della loro associazione contro Tarro e soprattutto contro Giletti




L’assurda storia degli immunologi e della loro associazione contro Tarro e soprattutto contro Giletti Vogliono censurare i virologi anti-Burioni

https://www.nicolaporro.it/zuppa-di-porro/vogliono-censurare-i-virologi-anti-burioni/
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domenica 12 aprile 2020

LIBERTÀ PER TUTTI I LIBERI PENSATORI ITALIANI CONTRO LE TASK FORCE DI REGIME – Massimo Mazzucco

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Il giornalista Massimo Mazzucco contro le fake news del sistema, in difesa della libertà di espressione, invita a dare massima diffusione al suo video-appello. Di fronte alla protervia del potere che vuole annullare decenni di libertà di dibattito in rete, per restaurare il monopolio di pochi grandi editori, padroni del discorso globale, non è il momento di stare nelle retrovie. Claudio Messora approva l’appello di Massimo Mazzucco e annuncia che è pronto ad agire concretamente con una iniziativa trasversale, organizzata, che difenderà la libera manifestazione del pensiero dai reazionari nostalgici dell’era pre-internet.






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Adesso bisogna raccogliere questa sfida: dimostrare che la Tv dei Cittadini sta in piedi da sola, ogni mese, senza l’aiuto di gruppi di potere organizzato, di interessi di parte o della politica. In televisione, per fare una sola puntata alla settimana ci vogliono decine di giornalisti e decine tra tecnici e registi. Ogni mese, per una sola trasmissione spendono centinaia di migliaia, se non milioni di euro. Noi invece siamo in undici, poi ci sono gli affitti, i servizi, le utenze, i materiali che si consumano, quelli ancora da comprare… ma Byoblu costa solo 40 mila euro al mese. Come ci riusciamo? Lavoriamo con passione, dalla mattina alla sera, e non sprechiamo nulla.
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La Vera Storia della Guerra contro le Vitamine.

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LA GUERRA AL PARADIGMA VITAMINICO
LA SEGUENTE LETTERA NARRA DI COME SIA RESTIA LA CLASSE MEDICA AD ACCETTARE TERAPIE A BASE DI SOSTANZE CHE NON RIENTRANO NELLA SFERA DEGLI INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE. PECCATO CHE LE CONSEGUENZE LE PAGHIAMO, IN SALUTE E IN CASH, TUTTI I GIORNI SULLA NOSTRA PELLE.

di Abram Hoffer, MD, Ph.D.




Sono stato coinvolto in controversie megavitaminiche dal 1955 quando con due colleghi [1] abbiamo pubblicato il nostro documento che mostrava che la niacina riduceva i livelli di colesterolo totale. Ciò è stato rapidamente confermato dal Dr. WB Parsons, Jr [2]. È stato facile misurare i livelli di colesterolo. Dr Parsons è uno degli internisti più esperti nell'uso della niacina per abbassare i livelli di colesterolo. Ma dopo che [3] abbiamo pubblicato un articolo molto più completo in cui abbiamo concluso: (1) che l'aggiunta di niacina o niacinamide in grandi dosi era terapeutica per gli schizofrenici acuti e non deteriorati; (2) non era terapeutico per i pazienti cronici, il nostro coinvolgimento nelle controversie è diventato enorme, fino ad oggi anche se ogni studio che utilizzava lo stesso tipo di pazienti, gli stessi metodi e lo stesso regime, ha corroborato le nostre scoperte.


Le conclusioni raggiunte dal Dr. E. Cameron e Linus Pauling [4] sull'effetto benefico dell'acido ascorbico sull'esito del cancro terminale sono state altrettanto fortemente respinte dall'istituzione medica oncologa. La ragione principale della non accettazione delle conclusioni e della non accettazione delle nostre scoperte psichiatriche è molto semplice: Stiamo appena iniziando a emergere dal paradigma delle vitamine come prevenzione nel paradigma delle vitamine come trattamento. La psichiatria è semplicemente dieci o più anni indietro rispetto al resto delle scienze mediche.


I 5 stadi della scoperta delle Vitamine e il loro uso


Machlin [5] ha diviso la storia delle vitamine in cinque periodi. La prima fase fu presente dal 1500 aC circa nel 1900 d.C., quando fu osservato empiricamente che certi cibi prevenivano alcune malattie. Gli egiziani usavano il fegato per prevenire la cecità notturna. Gli indiani centroamericani hanno usato mais trattato e cotto appositamente per prevenire la pellagra per diverse migliaia di anni.


Il secondo periodo iniziò intorno al 1890 e continuò fino al 1910 circa. Durante questo periodo si stabilì il rapporto tra la mancanza di certi cibi e le malattie. È stato dimostrato che il riso levigato provoca il beri-beri. Naturalmente, se il riso integrale fosse rimasto l'alimento base della Marina giapponese, non ci sarebbe stato alcun problema e nessuna scoperta della tiamina come vitamina. Durante il primo periodo si è riconosciuto che alterare l'approvvigionamento alimentare naturale avrebbe prodotto malattie. Questa lezione è ancora imperfettamente compresa dalla maggior parte delle società moderne.


La terza fase dal 1900 al 1948 fu l'età d'oro della scoperta delle vitamine, l'isolamento e la sintesi delle vitamine. La quarta fase del 1933 iniziò con la prima sintesi commerciale della vitamina C e continua ancora oggi. Queste quattro fasi comprendono il paradigma delle vitamine come prevenzione. Questo paradigma divenne così fermamente stabilito che solo ora sta iniziando a indebolirsi con l'assalto di nuove informazioni.


La quinta fase è il riconoscimento degli effetti sulla salute oltre la prevenzione e nuove funzioni biochimiche. È il paradigma della vitamina come trattamento. Sta cominciando ad entrare nella professione medica, non è ancora stato accettato dalle scuole di medicina che rimangono molti anni indietro nell'insegnamento sulla nutrizione ed è ancora strettamente tenuto da dietisti e molti nutrizionisti, specialmente quelli che lavorano per le istituzioni.


L'introduzione di quest'ultima fase è stata accreditata da Machlin nel nostro articolo del 1955, che ha dimostrato che le megadosi di acido nicotinico diminuivano il colesterolo totale, con una diminuzione relativamente maggiore quanto maggiore era il livello ematico iniziale. Ha scritto: "In qualche modo ho arbitrariamente iniziato il quinto periodo con la relazione nel 1955 dell'effetto di abbassamento del colesterolo della niacina, che è una risposta ben accettata della vitamina che non ha nulla a che fare con il suo ruolo di coenzima ed è un chiaro effetto sulla salute oltre a prevenire la deficienza della malattia pellagra ". Avevo concluso molti anni fa che questa prima relazione sarebbe stata una delle scoperte più importanti che ci avrebbe portato nel paradigma moderno. È la prima vitamina approvata per l'uso in megadosi da parte della FDA, per abbassare il colesterolo, ma potrebbe anche essere utilizzata per qualsiasi altra indicazione inclusa la schizofrenia.


Il paradigma della vitamina come prevenzione 
Questo paradigma è descritto dalle seguenti regole o credenze:


1) Che le vitamine sono catalizzatori e quindi sono necessarie in dosi molto piccole poiché possono essere riciclate quasi indefinitamente.


2) Che sono necessarie solo per prevenire le malattie da carenza cioè malattie causate da una carenza di queste vitamine. La tiamina è necessaria per prevenire il beri beri, l'acido nicotinico è necessario per prevenire la pellagra e la vitamina C è necessaria per prevenire lo scorbuto.


Ne consegue quindi che qualsiasi uso di vitamine che disobbedisce a queste regole non è indicato e che da molte società mediche è stata considerata pratica non etica o negligenza. Se sono necessarie solo in piccole dosi, l'uso di grandi dosi deve essere vietato. Se sono usate solo per prevenire la malattia, qualsiasi uso per il trattamento di altre malattie deve essere vietato.


Per questi motivi, i requisiti normativi giornalieri sono stati sviluppati come guida per la società e le professioni. Sono invariabilmente piccole dosi basate su questo paradigma e su pochissime reali prove concrete della loro praticità e utilità. I sostenitori del paradigma di prevenzione hanno presentato un fronte duro e sicuro contro coloro che avrebbero infranto le sue regole facendo valere l'idea che non erano mai necessarie grandi dosi, che erano potenzialmente pericolosi (questi pericoli non erano mai chiaramente definiti e correlati al livello di dose, e l'altezza del sarcasmo che si scagliava contro i medici che usavano vitamine era che l'unica cosa che le vitamine avrebbero dovuto fare era arricchire l'urina e le acque in cui scorreva l'urina. Solo pochi mesi fa un medico attaccò alcune delle mie opinioni in una famosa rivista medica rivendicando che le acque intorno a Victoria devono essere ricche di vitamina C. Se avessi replicato, avrei aggiunto che è sempre meglio che arricchirle con antibiotici, tranquillanti, antidepressivi e le migliaia di farmaci che ora arricchiscono le acque. Un amico e un collega medico hanno perso la patente medica in Saskatchewan. Una delle accuse contro di lui è stata che ha dato a un paziente acido ascorbico per via endovenosa. Un altro è che ha diagnosticato un paziente schizofrenico con l'aiuto di un test sviluppato da Humphry Osmond che ho chiamato il test HOD [6]. Questo è un test percettivo molto utile che fornisce i livelli di probabilità per la presenza di schizofrenia.


Paradigma della vitamina-come-trattamento 
Questo paradigma contiene le seguenti nuove regole, basate su una buona quantità di prove:


1) Quelle dosi ottimali dovrebbero essere utilizzate sia nella prevenzione che nel trattamento e che queste dosi variano da molto piccole a molto grandi, cioè nell'intervallo di megavitaminici. Ad esempio per prevenire la pellagra si ha bisogno di circa 10 milligrammi di acido nicotinico al giorno, ma per evitare che i sintomi della pellagra cronica si ripresentino occorrerà quasi 1000 mg al giorno. Non ci sono dosi ottimali per l'intera popolazione. Dipende dall'età, dal sesso, dal tipo di malattia, dal tipo di stress, cioè dall'individuo. Dovremo determinare i livelli ottimali per gli schizofrenici, per le depressioni, per le artriti, per il lupus, per il cancro e così via. Questo è ben descritto da Roger Williams [7] nelle sue opere classiche sull'individualità biochimica. 
2) Che le vitamine possono avere un'attività che sembra non essere correlata alle loro proprietà come vitamine. Questo è stato un concetto molto difficile da accettare, ma l'introduzione della parola antiossidanti ha colpito una corda reattiva e molti medici che erano terribilmente timorosi di usare le vitamine non hanno avuto alcuna compunzione contro l'uso delle stesse vitamine come antiossidanti. Ciò si adatta alla visione sempre più diffusa secondo cui l'iperossidazione, la formazione di radicali liberi, è fondamentale nella patologia di un gran numero di condizioni tra cui il cancro, la senilità e così via.


L'assalto al paradigma della vitamina come prevenzione


È iniziato circa 55 anni fa con il rapporto dei pellagrologi americani che la pellagra cronica non poteva essere curata se non con dosi molto elevate di acido nicotinico; hanno usato 600 mg al giorno. È stato inoltre dimostrato che i cani sottoposti a dieta a base di pellagraca per lungo tempo non hanno più risposto a piccole dosi di questa vitamina. Erano diventati dipendenti e avevano bisogno di dosi molto più grandi.


Il successivo assalto a questo paradigma nacque dagli studi classici di William Kaufman [8] che riportarono in due libri prima del 1950 il marcato beneficio terapeutico per gli artritici somministrando loro dosi multigrammi di vitamina B-3 al giorno. Ma questo importante lavoro è stato ignorato e quasi nessun medico è consapevole di averlo mai fatto.


Il prossimo attacco venne da una direzione diversa, dal lavoro di Drs. Wilfred e Evan Shute [9] dell'Ontario che hanno dimostrato che dosi elevate di vitamina E somministrate per periodi di tempo adeguati sono state molto utili nel trattamento della malattia coronarica, delle ustioni e sono state utili nella prevenzione. Non sono stati ignorati. Erano quasi distrutti da una professione medica che ignorava completamente l'importanza del loro lavoro, non credevano che la vitamina E fosse una vitamina e sapevano con assoluta certezza che il loro lavoro era inutile. La Shute Clinic, ancora esistente, trattava oltre 30.000 pazienti da tutto il Nord America. L'agenda dei pochi tentativi di ripetere il loro lavoro era di mostrare quanto fosse inutile la vitamina E. Oggi i principali studi [10] che hanno confermato questo primo lavoro rifiutano costantemente di riconoscere il lavoro precedente di questi grandi pionieri, come se l'idea fosse spuntata di fresco dalle loro stesse fronti quando lanciarono gli studi sulla vitamina E di Harvard. Se le scoperte dei Shutes fossero state prese sul serio nel 1960, pensate all'enorme risparmio sulla salute umana, all'enorme diminuzione della miseria umana e all'enorme risparmio finanziario degli ultimi 35 anni.


Nei primi anni Cinquanta, il dott. Fred Klenner iniziò il suo lavoro su megadosi di vitamina C. Usava dosi fino a 100 grammi al giorno per via orale o endovenosa. Nei rapporti clinici ha registrato l'eccellente risposta che ha visto quando è stata somministrata in grandi dosi. Ha riferito, ad esempio, che i pazienti trattati con vitamina C non soffrivano di difetti residui della polio. In uno studio controllato in Inghilterra su 70 bambini, metà trattati con vitamina C e metà con placebo hanno mostrato che nessuno dei casi trattati ha sviluppato alcuna paralisi, mentre fino al 20% del gruppo non trattato lo ha fatto [11]. Questo studio non è stato pubblicato perché il vaccino Salk era appena stato sviluppato e nessuno era interessato alle vitamine. Il lavoro del Dr. Klenner è stato ignorato.


Tuttavia, solo dopo che Linus Pauling entrò in campo con il suo classico rapporto su Science nel 1968, l'uso di megadosi di vitamine ricevette una grande attenzione mondiale. Il pubblico e alcuni scienziati sono stati immediatamente attratti dalle sue conclusioni in tutto il mondo, mentre la professione medica in blocco lo ha scaricato dappertutto. La loro principale obiezione apparentemente era che non aveva un medico. Il dott. Pauling si interessò alle vitamine nel periodo in cui aveva deciso di andare in pensione. Aveva vinto il suo secondo Nobel senza riconoscimenti ed era stanco e frustrato dall'opposizione al suo lavoro per la pace. Si era fatto alcuni nemici potenti tra cui il senatore McCarthy di fama anti-comunista, e Joseph Stalin di fama comunista che considerava le sue opinioni sull'atomo direttamente opposte alla teoria comunista. Durante un incontro a New York nel 1966, io e il Dr. Irwin Stone incontrammo il dott. Pauling per la prima volta. Il dott. Stone aveva raccolto una grande collezione di carte sulla vitamina C (odiava la parola vitamina C e preferiva il termine più corretto acido ascorbico). Il Dr. Stone ha usato per la prima volta la parola megavitamina e la parola ipoascorbemia. Considerava lo scorbuto, non una malattia da deficienza, ma un errore metabolico. Lo esortai a pubblicare la sua recensione sull'acido ascorbico che fece diversi anni dopo [12]. Irwin sentì il dott. Pauling affermare che avrebbe desiderato poter vivere altri 25 anni perché la scienza stava facendo tante scoperte interessanti. Il dottor Stone gli scrisse e gli disse che avrebbe potuto raggiungere il suo obiettivo se avesse preso la vitamina C in megadosi. Il dottor Pauling la provò, era convinto perché si sentiva molto meglio e ha vissuto per altri 30 anni.


L'impeto principale dato da Linus Pauling al concetto di megadose di vitamina C stimolato da Irwin Stone ha finalmente portato questa vitamina all'accettazione pubblica e medica. Molti anni fa Linus Pauling concluse che le persone che assumevano acido ascorbico sarebbero vissute più a lungo [13]. Tutte le informazioni che abbiamo sull'acido ascorbico portano a questa conclusione. È quindi molto utile vedere effettivamente cosa può fare in pratica perché il test finale è pratico: funziona? In effetti, lo fa. Il Dr. James Enstrom [14], School of Public Health dell'Università della California a Los Angeles ha analizzato uno studio di dieci anni su 11.348 persone di età compresa tra 25 e 74 anni. Gli uomini che hanno consumato almeno 300 mg di acido ascorbico hanno subito il 41% di morti in meno durante questo periodo rispetto a quelli che ne hanno assunto solo 50 mg, nel loro cibo. Hanno vissuto in media 6 anni in più. Per le donne i risultati non furono così sorprendenti. Questa quantità di acido ascorbico non può essere ottenuta dalla sola dieta e dimostra che gli integratori sono essenziali. Se avessero usato le dosi di grammi ogni giorno, penso che i risultati sarebbero stati ancora più sorprendenti.


Il dr. AG Brox [15] e colleghi della McGill University hanno scoperto che due grammi di acido ascorbico quotidianamente hanno trattato con successo 7 pazienti su 11 con porpora trombocitopenica idiopatica (ITP). Erano tutti malati da più di due mesi e non avevano risposto agli adrenocorticosteroidi. Tre avevano avuto splenectomie. Quattro avevano fallito il trattamento aggiuntivo inclusi i trattamenti abituali correnti. Il loro rapporto era stato respinto dal New England Journal of Medicine, credo, perché erano stati coinvolti in una disputa con Linus Pauling. Si erano rifiutati di consigliargli se una lettera di confutazione che rispondeva al cancro di Mayo e agli studi sull'acido ascorbico che aveva presentato sarebbe stata pubblicata finché non li avesse minacciati di azione legale. Quindi lo hanno respinto. Ora ho un paziente con ITP sull'acido ascorbico che ha superato i cinque anni, ma solo finché rimane sul suo acido ascorbico. Se lo interrompe, il numero delle piastrine inizia ad affondare nel giro di poche settimane.


Linus Pauling [16] portò i concetti ortomolecolari nel campo del cancro e di nuovo sollevò un nido di ostilità. Per una buona discussione del suo lavoro vedi Hoffer [17]. Ma sono totalmente convinto che fosse corretto. I suoi numerosi rapporti scientifici sono stati molto impressionanti. I miei studi con Pauling [18] su 660 pazienti oncologici a partire dal 1978 sono stati confermativi.


La prima grande attenzione alle megadosi di vitamine ha seguito il nostro rapporto sull'effetto dell'acido nicotinico sul colesterolo, non perché lo avessimo segnalato ma perché è stato prontamente confermato dalla Mayo Clinic. Ero stato invitato dalla Fondazione Mayo a tenere una serie di conferenze sulla schizofrenia. Durante una cena ho detto al loro psichiatra capo sull'effetto dell'acido nicotinico sul colesterolo. Lo trasmise al capo della medicina alla presenza del suo anziano residente, il dott. WB Parsons Jr [19]. Il dott. Parsons è uno dei maggiori esperti nell'uso di megadosi di acido nicotinico. Il lavoro fu poi ripreso dal dott. E. Boyle, poi dal National Institute of Health e in seguito dal Coronary Drug Study, che alla fine stabilì l'acido nicotinico come trattamento di scelta per l'ipercolesterolemia.


Durante quel periodo Humphry Osmond e io pubblicammo il nostro secondo libro, "How To Live With Schizophrenia" [20]. Un paziente californiano [21] aveva recuperato con il trattamento ortomolecolare avendo fallito con il meglio che la California potesse offrire in quattro anni. Suo padre era così grato che decise di educare ogni medico nella sua comunità. Lo fece distribuendo copie del nostro libro. Uno di questi capitò nelle mani di uno psichiatra. Il dottor Pauling un pomeriggio lo andò a trovare e vide il libro sul suo tavolino da caffè. Cominciò a leggerlo, lo prese in prestito e lo finì al mattino. Andò a letto pensando ancora di andare in pensione e si alzò il giorno dopo, deciso che sarebbe entrato in questo nuovo campo di terapia megavitaminica. Era affascinato dalle grandi dosi di vitamina B-3 che stavamo usando con sicurezza. Ciò portò al suo rapporto su Science [22] e al suo straordinario contributo alla teoria della terapia dei meganutrienti, all'uso della vitamina C per le infezioni virali e di altro tipo, per il suo recente contributo al problema del colesterolo e delle malattie cardiache. Il dott. Pauling ha dato il massimo contributo individuale al rovesciamento del vecchio paradigma e alla sua sostituzione con il più recente, più accurato e utile.


La terapia con megavitaminici è stata ignorata dalla medicina in generale ed è stata denigrata dalla psichiatria. Solo dopo che il dott. Pauling entrò nella mischia, la grande professione se ne accorse, ma poi anche questa divenne molto ostile e critica, specialmente dopo che apparve il primo libro sul raffreddore comune del dott. Pauling. Il National Institute of Mental Health finanziò uno studio nel New Jersey sotto la direzione del Dr. Wittenborn, uno psicologo di ricerca. Avevano prima contattato uno psichiatra a St. Louis, che accettò di fare lo studio se fossi coinvolto come consulente. Quindi il NIMH si rivolse al New Jersey. Lo studio di Wittenborn era in doppio cieco ed era un tentativo di ripetere i nostri studi controllati in doppio cieco originariamente iniziati un decennio prima. Il Dr. Wittenborn nel suo primo rapporto rilevò che non vi era alcuna differenza tra il placebo e il gruppo trattato. Avevamo affermato che funzionava meglio per i pazienti in fase iniziale o acuta e non aiutava quelli molto cronici. Lo studio di Wittenborn [23] verteva principalmente su questi casi cronici. Più tardi il Dr. Wittenborn ha riesaminato i suoi risultati estrapolando i primi casi come avevamo fatto, e nel suo secondo rapporto ha mostrato di avere gli stessi risultati che avevamo avuto noi. Il suo primo rapporto fu accolto con grida di entusiasmo dal NIMH e in seguito dall'American Psychiatric Association quando fecero il loro rapporto sulla task force su Megavitamine e Psichiatria Ortomolecolare. Il suo secondo rapporto venne accolto da un freddo silenzio e potrebbe essergli costato un ulteriore sostegno. Il suo secondo lavoro non è mai stato citato dai critici della terapia megavitaminica.


L'American Psychiatric Association chiamò Humphry Osmond e me prima della loro commissione per l'etica perché avevo pubblicato sul giornale della California. Dopo un vigoroso dibattito di mezza giornata più di 20 anni fa a Washington, ci dissero che avrebbero preso una decisione in poche settimane. Stiamo ancora aspettando. Tuttavia, hanno effettivamente ucciso l'interesse nell'uso delle vitamine per il trattamento della schizofrenia quando hanno pubblicato il loro rapporto irresponsabile e imperfetto [24]. L'APA ha la maggiore responsabilità nel prevenire l'introduzione di un trattamento che avrebbe salvato milioni di pazienti dalle devastazioni della schizofrenia cronica. Proprio come un tempo l'APA era stato catturato dalla psicoanalisi, ora è stata catturata dai tranquillanti (neurolettici o antipsicotici detti tranquillanti maggiori ndt).


L'acido folico è un'altra vitamina idrosolubile sicura. È stato usato in dosi fino a 15 mg al giorno. È stato riportato che questa dose ha causato disturbi gastrointestinali, ma in un altro studio con la stessa dose questo non è stato osservato. La maggior parte dei pazienti non ha bisogno di più di 5 mg. Recentemente è stato dimostrato che le donne daranno alla luce bambini con spina bifida e difetti del tubo neurale simili (NTD) molto meno frequentemente se assumono acido folico supplementare, 1 mg al giorno. Generalmente raccomando 5 mg al giorno. La dottoressa Smithells [25] nel 1982 ha dimostrato che dare alle donne incinte acido folico in più riduce l'incidenza di NTD. In precedenza aveva misurato il livello di folato globuli rossi e di vitamina C a cellule bianche delle madri che avevano avuto bambini affetti da NTD e hanno scoperto che erano inferiori in entrambi.


La reazione immediata ai risultati originali è stata di forte incredulità e ostilità, e l'estabilisment medico si è rifiutato di consigliare alle donne di assumere acido folico fino a che non fosse stato fatto il numero richiesto di esperimenti in doppio cieco. Alla fine sono rimasti soddisfatti 11 anni dopo, culminando con un rapporto nel J. American Med. Ass. nel 1989. L'acido folico forniva protezione per la maggior parte delle cause del difetto. Anche nelle donne con una storia familiare, la frequenza dei bambini con i difetti era più di cinque volte maggiore - 18 su 1000 contro 3,5 su 1000, nelle donne che non assumevano la vitamina nelle prime sei settimane di gravidanza. Quanti bambini avrebbero potuto essere salvati con una soluzione così semplice? Anche se i risultati originali fossero stati errati, quale danno avrebbe fatto per consigliarli immediatamente riguardo a questo importantissimo risultato? Sono rimasto sbalordito nel 1981 dalla veemenza della reazione di medici e nutrizionisti, e sono ancora stupito. Gli studi recenti hanno mostrato che l'acido folico diminuiva di NTD del 75%. Se fossero state utilizzate anche tutte le altre vitamine, sono certo che la cifra sarebbe più vicina al 100%.


Non riesco a ricordare negli ultimi 40 anni una singola paziente femmina che assume vitamine che ha dato alla luce un bambino con un difetto congenito. Sono stato in grado di consigliare a tutti loro che non solo non avrebbero danneggiato il loro bambino in via di sviluppo assumendo vitamine, ma che le loro possibilità di dare alla luce un bambino difettoso sarebbero notevolmente diminuite. Mi è stato spesso chiesto questo dai miei pazienti ai quali i loro medici avevano detto che dovevano interrompere tutte le loro vitamine durante la gravidanza. Hanno considerato le vitamine come droghe tossiche. Mi viene ancora posta la stessa domanda per lo stesso motivo oggi.


Tuttavia, i governi possono imparare e rispondere. Ora è ufficiale che le donne in gravidanza debbano assumere ulteriore acido folico per prevenire la spina bifida e altri difetti alla nascita. Il servizio sanitario pubblico americano ha pubblicato il seguente avviso: "Al fine di ridurre la frequenza dei NTD (difetti del tubo neurale) e la loro conseguente disabilità, il servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti raccomanda che: Tutte le donne in età fertile in grado di rimanere incinta dovrebbero consumare 0,4 mg di acido folico al giorno allo scopo di ridurre il rischio di avere una gravidanza colpita da spina bifida o altri NTD ". Questo importo non viene fornito dalla maggior parte delle diete e richiede un supplemento. Apparentemente il Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti sta considerando di fortificare il pane con acido folico. L'acido folico viene distrutto dal calore ma una parte sopravviverà.


Negli Stati Uniti circa 25.000 bambini nascono ogni anno con la spina bifida. In Canada è stato stimato che ciascuno di questi bambini avrà un costo di circa $ 40.000 quando avranno 14 anni. Dare alle donne l'acido folico all'inizio della loro gravidanza avrebbe evitato forse 3/4 di queste nascite. In più di dieci anni, mentre gli scienziati prudenti discutevano se l'acido folico fosse abbastanza sicuro ed efficace, nacquero 250.000 bambini per un costo totale di 10 miliardi di dollari (in oltre dieci anni). L'acido folico per pochi centesimi al giorno avrebbe potuto risparmiare agli Stati Uniti 7,5 miliardi di dollari in questo periodo di dieci anni. Il risparmio in dollari per la salute pubblica sarà enorme. I rifiuti in questo lungo ritardo sono imperdonabili, poiché l'acido folico è totalmente sicuro e potrebbe essere stato somministrato a tutte le donne incinte oltre dieci anni fa. Questo è il costo dell'inattività. 


Conclusione


Il paradigma delle vitamine come trattamento si sta sviluppando molto rapidamente e assorbirà il paradigma della vitamina come prevenzione che non è più necessario. Le vitamine sono importanti sostanze nutritive che verranno utilizzate in dosi ottimali, piccole o grandi, per condizioni che reagiscono indipendentemente dal fatto che siano considerate malattie da carenza di vitamine. Solo i medici fossilizzati che sono stati i più potenti antagonisti della nuova medicina continuano ad aderire al vecchio, assolutamente inadeguato paradigma. Ma ci sono ancora medici che si chiedono se la vitamina B-3 è il trattamento corretto per la pellagra. Continueranno a promuovere le loro vecchie idee e le sosterranno producendo tossicità. Di norma, quando non ci sono tossicità, è semplice inventarle, come la vitamina C provoca calcoli ai reni o danneggia il fegato, o interferisce con il trattamento del diabete e così via. Ogni mese sento nuove tossicità che mi sorprendono e mi deliziano totalmente perché indicano quanto possano essere fantasiosi i miei colleghi. 
A. Hoffer, MD, Ph.D.


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