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giovedì 18 settembre 2025

In Italia hanno tolto il Reddito di Cittadinanza per comprare le armi? — Ma in che mani siamo?

reddito di cittadinanza
In Italia hanno tolto il Reddito di Cittadinanza per comprare le armi? — Ma in che mani siamo?


Di Salvatore Calleri 

Un governo che cambia le regole del welfare nello stesso momento in cui aumenta in modo consistente l’acquisto di armamenti merita che la società se ne occupi. Non è complottismo: è politica di bilancio, priorità e scelte di Stato. Questo pezzo ricompone cronologia, numeri e scelte politiche per capire se la cancellazione del Reddito di Cittadinanza — e il ridimensionamento del welfare — siano correlati a una strategia che privilegia la difesa e gli acquisti militari.


1) Che cosa è successo al Reddito di Cittadinanza (RdC)

La misura nota come Reddito di Cittadinanza — introdotta nel 2019 — è stata superata/abolita per effetto della legge di bilancio del 2023 e delle norme successive: a partire dal 2024 l’istituto è stato profondamente riformato e in larga parte sostituito da altri strumenti (assegno di inclusione, misure per il lavoro), con significative restrizioni nella platea dei beneficiari. Questo cambiamento è norma di legge: non una decisione amministrativa improvvisata, ma un iter legislativo. sistemapenale.it+1

Per centinaia di migliaia di famiglie la misura ha perso efficacia: alcune fasce hanno visto la cessazione dei pagamenti, altre sono state ricondotte a strumenti diversi e spesso con importi e requisiti meno generosi. L’effetto sociale è stato immediato: proteste, appelli sindacali e preoccupazione delle associazioni anti-povertà. alleanzacontrolapoverta.it+1


2) Contemporaneamente: l’aumento delle spese per la difesa

Negli stessi anni si è verificata una tendenza opposta: la spesa militare italiana è salita, con incrementi nelle autorizzazioni di licenze per l’esportazione di armamenti, acquisti di velivoli F-35 e piani per aumentare il peso della difesa nei conti pubblici. Ad esempio, l’Italia ha previsto l’acquisto di ulteriori F-35 ed è stata protagonista di un aumento significativo delle autorizzazioni per esportazioni militari. Defense News+1

A livello politico e internazionale, Roma è stata spinta ad allinearsi agli obiettivi NATO e UE sul rafforzamento della difesa: ciò ha portato a proposte e piani per aumentare la spesa, pur tra dibattiti su come finanziare questi aumenti senza aggravare ulteriormente il debito pubblico. Reuters+1


3) Le scelte di bilancio: priorità e trade-off

Le priorità di spesa non sono mai neutre: una manovra economica stabilisce cosa finanziare e cosa comprimere. Analisti e think-tank evidenziano il trade-off tra welfare e difesa in Europa e in Italia: finanziare ingenti programmi di ammodernamento militare richiede risorse che — in un bilancio limitato — possono venire sottratte ad altre voci sociali. Questo è esattamente il dilemma sollevato da osservatori economici. Brookings

In Parlamento e nei documenti di previsione si è parlato esplicitamente di come rispettare target internazionali (NATO, UE) richieda scelte strutturali: aumentare le voci di spesa per la difesa, anche attraverso strumenti contabili o garanzie europee, e nello stesso tempo ridurre o riprofilare alcune misure di welfare è politicamente possibile — e in alcuni casi già avviato. Reuters+1


4) Ma esiste una prova diretta che i soldi del RdC siano stati “dirottati” per comprare armi?

Qui arriva il punto cruciale: non esiste (al momento) una prova lineare e documentata che dica “i risparmi ottenuti cessando il RdC sono stati trasferiti pedissequamente nel capitolo armi”. Le voci di bilancio sono complesse e le risorse si riorganizzano in modo articolato: risparmi su una misura possono finire in svariati capitoli, coprire sgravi fiscali, investimenti, spese correnti o essere usati per rispettare vincoli europei sul deficit. Nessuna legge o atto pubblicato dichiara un trasferimento diretto «da RdC → F-35».

Questo non rende però la domanda fuori luogo: la contemporaneità di due scelte (stringere il welfare e rafforzare la difesa) richiede spiegazioni pubbliche e trasparenza sugli impatti redistributivi. Le amministrazioni hanno risposto con ragioni diverse (inefficienze del RdC, necessità di riforma delle misure attive, impegni internazionali per la difesa), ma il cittadino ha tutto il diritto di domandarsi chi ci guadagna e chi ci perde. sistemapenale.it+2Defense News+2


5) Dove guardare per approfondire — i punti di attenzione

Se vuoi andare a fondo e valutare la correlazione, ecco dove controllare i documenti pubblici:

  • Leggi di bilancio e relazioni tecniche (2022–2025): mostrano le variazioni di stanziamento e i capitoli dove il risparmio viene ricollocato. (vedi la legge di bilancio 2023 per l’abrogazione RdC). sistemapenale.it

  • Tabella spese del Ministero della Difesa e tabelle del DEF: evidenziano gli aumenti programmati per armamenti e missioni. (es. ordini F-35 e crescita delle autorizzazioni export). Defense News+1

  • Documenti UE / proposte SAFE: come si finanzieranno gli investimenti in difesa a livello europeo e quali strumenti possono liberare risorse nazionali. Reuters

  • Analisi indipendenti (think-tank, università) sul trade-off welfare-difesa: utili per capire l’impatto politico ed economico delle scelte. Brookings


6) Tre scenari possibili (e plausibili)

Per orientarsi, ipotizziamo tre spiegazioni alternative — tutte plausibili e non mutuamente esclusive:

  1. Riforma autonoma del welfare: il legislatore ha ritenuto il RdC inefficiente e lo ha riformato. Le risorse sono state riprogrammate per politiche diverse (inclusione, formazione), non direttamente per la difesa. (spiegazione ufficiale). redditodicittadinanza.gov.it

  2. Scelta geopolitica: di fronte a pressioni NATO/UE e tensioni internazionali, il Governo ha deciso di incrementare la spesa per la difesa e di accettare il costo politico sui sussidi sociali. In questo scenario la perdita di RdC è un effetto collaterale della redistribuzione delle priorità. Reuters+1

  3. Conversione contabile e leva finanziaria: parte del fabbisogno per la difesa è stata strutturata attraverso strumenti europei (garanzie, SAFE fund, credito) o con manovre contabili che non richiedono un trasferimento diretto dai capitoli sociali, ma che comunque spingono il governo a comprimere altre spese. Reuters+1


7) Perché la questione è politica — e perché interessa chi legge

La domanda “hanno tolto il RdC per comprare le armi?” non è solo un’accusa: è una richiesta di trasparenza democratica. Chi vota o subisce riforme di welfare ha diritto di sapere:

  • quali sono state le priorità di spesa e perché;

  • chi ha beneficiato dei tagli e chi è stato penalizzato;

  • quale alternativa è stata proposta per sostenere i più fragili.

Se un governo taglia i sostegni alle famiglie mentre aumenta l’acquisto di armamenti, è legittimo che i cittadini chiedano rendicontazione chiara, stime di impatto sociale e la presentazione di alternative. Le scelte pubbliche non sono neutrali: riducono o aumentano il benessere collettivo.


8) Conclusione — quello che sappiamo e quello che resta da accertare

Fatti chiari:

  • il Reddito di Cittadinanza è stato riformato e in larga parte sostituito a partire dal 2024 per legge. sistemapenale.it

  • nel medesimo periodo l’Italia ha aumentato impegni e ordini nel settore della difesa (acquisti F-35, incremento delle licenze di esportazione, discorsi pubblici su aumento di spesa). Defense News+1

  • il contesto internazionale e i vincoli di alleanze (NATO/UE) spiegano in parte la spinta verso maggiori spese militari. Reuters+1

Quello che non abbiamo trovato: un documento ufficiale che dica “i soldi risparmiati cancellando il RdC sono stati usati per acquistare armi”. Ma assenza di prova non equivale a assenza di responsabilità politica: la sovrapposizione temporale e la logica di scelta di bilancio impongono una domanda legittima e politica che il dibattito pubblico dovrebbe affrontare con dati, trasparenza e responsabilità.


Fonti principali (se vuoi verificarle)

  • Legge di Bilancio 2023 / abrogazione RdC e testi normativi collegati. sistemapenale.it+1

  • Reuters — Italia e il piano difesa / interesse per fondi UE SAFE. Reuters+1

  • DefenseNews — acquisti F-35 dell’Italia. Defense News

  • Rete Pace e Disarmo — aumento licenze export armamenti 2024. Rete Italiana Pace e Disarmo

  • Brookings — analisi sul trade-off tra spesa militare e welfare in Europa (Italia). Brookings

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giovedì 13 marzo 2025

Il Riarmo dell'Europa: Un Disastro Economico e Strategico

L'Europa trasformata in un campo di battaglia, mentre le lobby delle armi prosperano. Un'illustrazione esclusiva di Salvatore Calleri per denunciare la follia del riarmo.
L'Europa trasformata in un campo di battaglia, mentre le lobby delle armi prosperano.
Un'illustrazione esclusiva di Salvatore Calleri per denunciare la follia del riarmo.


Di Salvatore Calleri (NatMed)

L'Europa sta intraprendendo una corsa al riarmo che, oltre a essere economicamente insostenibile, rappresenta una minaccia alla stabilità globale. Questa decisione, promossa da una classe politica irresponsabile e prona agli interessi delle lobby delle armi, ci trascina in un vortice di sprechi e pericoli senza precedenti.

Un'Inutile Spesa Militare

La spesa militare dell'Unione Europea è in vertiginoso aumento. Gli investimenti in armamenti, droni, missili e nuove tecnologie belliche stanno sottraendo risorse fondamentali che potrebbero essere destinate a settori ben più utili: sanità, istruzione, transizione ecologica e sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Si parla di centinaia di miliardi di euro, una cifra che basterebbe per risolvere il problema della povertà energetica e potenziare le infrastrutture in tutta Europa.

Ma a chi giova tutto questo? L'industria bellica, ovviamente. Le grandi multinazionali della difesa come Leonardo, Rheinmetall, Airbus e Thales hanno visto crescere esponenzialmente i loro profitti grazie a un clima di isteria geopolitica alimentato dai governi stessi.

I Responsabili del Riarmo

Tra i principali artefici di questa politica sciagurata troviamo la premier italiana Giorgia Meloni, che ha spinto per un incremento del budget della difesa in linea con le richieste della NATO. Il governo italiano, insieme a quello francese e tedesco, ha votato a favore di massicci finanziamenti per nuovi armamenti, facendo passare questa scelta come una necessità per la "sicurezza europea".

Ma la sicurezza di chi? Certamente non quella dei cittadini, che saranno i primi a pagare le conseguenze economiche e sociali di queste spese folli. Con l'inflazione galoppante, i salari bloccati e una crisi del costo della vita che morde milioni di famiglie, il riarmo è un insulto alle reali esigenze della popolazione.

I Pericoli di una Nuova Corsa agli Armamenti

L'incremento della spesa militare non rende affatto l'Europa più sicura. Anzi, la espone a nuovi rischi. La corsa al riarmo alimenta tensioni internazionali, aumenta la probabilità di conflitti e rafforza la dipendenza dell'Europa dagli Stati Uniti, che traggono enormi vantaggi economici e strategici da questa situazione.

Non solo: il riarmo accelera anche il rischio di escalation nei teatri di crisi, come la guerra in Ucraina, che invece di trovare una soluzione diplomatica viene costantemente alimentata con nuovi invii di armi e finanziamenti miliardari. L'Europa si sta trasformando in un mero vassallo degli interessi della NATO e del complesso militare-industriale statunitense.


Scenari Futuri: Verso il Baratro?


L'Europa trasformata in un campo di battaglia, mentre le lobby delle armi prosperano. Un'illustrazione esclusiva di Salvatore Calleri per denunciare la follia del riarmo.

L'Europa trasformata in un campo di battaglia, mentre le lobby delle armi prosperano. Un'illustrazione esclusiva di Salvatore Calleri per denunciare la follia del riarmo.


Se questa tendenza continuerà, nei prossimi anni vedremo un'Europa sempre più militarizzata, con eserciti sempre più potenti ma economie sempre più fragili. L'aumento del debito pubblico per finanziare il riarmo porterà a nuove misure di austerità, tagli ai servizi pubblici e un'ulteriore compressione del potere d'acquisto dei cittadini.

Inoltre, la creazione di un complesso militare-industriale europeo rischia di far perdere il controllo democratico sulle politiche di sicurezza, con le aziende dell'armamento che dettano l'agenda ai governi invece del contrario.

Il riarmo dell'Europa è una scelta scellerata, inutile e pericolosa. 

I cittadini devono opporsi a questa deriva bellicista, pretendendo che le risorse pubbliche siano impiegate per migliorare la qualità della vita e non per alimentare guerre e tensioni.

Non possiamo permettere che l'Europa torni a essere un continente ossessionato dall'arsenale bellico, mentre milioni di persone lottano per arrivare a fine mese. Serve una nuova politica basata sulla diplomazia, sulla cooperazione internazionale e sul benessere collettivo, non sulla follia della guerra e degli armamenti.

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