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martedì 23 gennaio 2018

La "mafia medica" fa chiudere in maniera forzata da Facebook la pagina Scie Chimiche: Informazione Corretta.

mafia_medica_fa_chiudere_scie_chimiche_informazione_corretta

Questa foto vale più di mille parole

Questo è il messaggio che è arrivato a tutti gli amministratori e collaboratori della pagina... e la cosa ancora più assurda è che il mio profilo principale è stato punito con ulteriori 30 giorni di blocco, e punizioni meno pesanti ma sempre assurde a tutti gli altri profili.


La punizione questa volta è stata quella di fare l'appello???
Con il termine che usa Facebook "Abbiamo rimosso un contenuto che hai pubblicato" in questo caso si riferisce alla pagina stessa, che attenzione! Non è pubblicata, ma in attesa di essere pubblicata dopo l'appello fatto 3 giorni addietro... 
E cosi qualcuno decide di tagliare la testa al toro, cancellando cosi 10 anni di inchieste mediche e militari, anni di condivisioni, di foto, di video, tutte prove contro gli interessi mafiosi di qualcuno che resta fino ad ora impunito.
La pagina è adesso sparita completamente dall'amministrazione di tutti per volere della mafia medica e dei lecchini pagati a cottimo dalla Boldrini.

teamvaxitalia_mafia_medica_

Per la gioia di Burioni, persona che reputo un esponente intoccabile della mafia medica, e di tutti i suoi lecchini del Cicap e degli antibufale, ah, sapevate che il Michelangelo Coltelli girava con il Di Grazia,il Gabutti e l'imbecille di Burioni... e altra "gente" assoldata dal Cicap per fare campagna per i vaccini...?
Il gruppo si chiamava, visto che sembra adesso fermo visti i risultati della mafia medica attuali "TeamVax Italia."
Quindi come potrebbero mai tutelarci gli antibufale dai cattivi farmaci, se essi stessi, sono foraggiati e immischiati nella sponsorizzazione di essi? 

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domenica 10 dicembre 2017

A futura memoria.Gruppo Facebook: Perle Complottare? O saltimbanchi pagati dalla Boldrini per deviare le inchieste?

gruppo-facebook-perle-complottare-saltimbanchi-pagati-dalla-boldrini
  
In questo gruppo Facebook di disinformatori di regime;
Perle Complottare https://www.facebook.com/groups/340689192738983/permalink/1034903489984213/ si riuniscono tutti i migliori pagliacci saltimbanchi, ed essi sono capitanati dai peggiori barcelli avvizziti che la mafiosa casta della Boldrini possa offrire.
Questi soggetti sono esclusi da tutto e da tutti, i cosiddetti; "sfigati",




Altri gruppi Facebook targati Boldrini-Cicap sono: 



LE SCIE CHIMICHE SONO UNA CAZZATA




NWO Italia


Protesi di Protesi di Complotto
Grazie Paolo Attivissimo


Le scie chimiche fanno impazzire la maionese


Gruppo dedicato a Il Disinformatico, il blog di Paolo Attivissimo 





Le Perle uncensored 2.0 

Ripetita iuvant

QUESTE ASSOCIAZIONI SONO ATTE A FALSIFICARE E MISCHIARE NOTIZIE VERE CON LE FALSE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

Qui delle prove a dimostrazione del fatto che questi soggetti, "infiltrati anche nei media mainstream" sono stati sempre complici dello "stato" illegittimo e criminale, mentendo spudoratamente sul segreto delle scie chimiche e oggigiorno anche sulle inchieste dei vaccini, ribadendo che esse oggigiorno vengono definite da questi soggetti addirittura con il termine: "Bufale" .

Il Governo getta la maschera: 

la disinformazione è sul libro paga dei Ministeri

VEDIAMO  CHI SONO I VERI BUFALARI:

CICAP: gli sbufalatori sbufalati






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sabato 18 novembre 2017

Il troll Michelangelo Coltelli del sito di Butac è stato nuovamente denunciato!



Il troll del sito di Butac Michelangelo Coltelli che non mi spendo personalmente a offendere in modo gratuito anche se in un suo video da galera mi da del farabutto A ME! :-) è stato nuovamente denunciato sempre dall'associazione AIDA, quindi dal presidente Lorenzo Croce per diffamazione a mezzo stampa, art. 595 del codice penale italiano.

Michelangelo-Coltelli-Butac-denunciato-Tale Coltelli Michelangelo  (già noto alle procure)  per essere stato denunciato per falso ideologico calunnia, diffamazione a mezzo stampa' etc etc etc è stato nuovamente denunciato.
Il Coltelli continua imperterrito a lavorare per qualcuno che lo finanzia segretamente, o non si spiegherebbero tutti gli articoletti da due lire che tenta di spacciare per veritieri a un vasto pubblico nel web, ed è questo il reato penale per cui questo individuo dovrebbe essere a tutti i costi fermato... 
La persuasione che attua è illegale, è da arresto immediato, il falso ideologico è l'art 476 che ricordo a tutti che è un reato penale con la reclusione che va da tre a dieci anni e che questo signore li merita tutti e senza sconti!
Costui gioca (sulla pelle degli altri) sulla verità, negando inchieste mediche, reazioni avverse nei farmaci, reati ambientali, e quant'altro come se fosse un affiliato della mafia medica! Con il titolo di essere uno scopritore di bufale, un debunker dei miei stivali!

Sul web gira anche questa foto: 

Michelangelo-Coltelli-Butac-denunciato-

che costui individuo faccia parte anche di qualche setta satanista?

A seguire la foto della denuncia.


Michelangelo-Coltelli-Butac-denunciato
PARTICOLARE DELL'ATTO DI RIVEMINENTO

Michelangelo-Coltelli-Butac-denunciato
LA PRIMA PAGINA DELLA DENUNCIA

Michelangelo-Coltelli-Butac-denunciato
L'ATTO DI RICEZIONE DELLA DENUNCIA CONTRO COLTELLI
Purtroppo a fare questo sporco lavoro non è il solo, ci sta anche il David Puente, il Paolo Attivissimo, quelli di Bufale.net ed altri traditori della patria e della coscienza. Spero solo in un mega arresto colletivo per tutti questi parassiti che non fanno altro che del male all'umanità.

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giovedì 3 agosto 2017

"La scienza non è democratica"

di Federico Giovannini

Quante volte abbiamo sentito dire questa frase in tv riguardo ai vaccini, oppure da qualcuno che lo ripeteva come un mantra? Ma cosa significa esattamente? Vorrebbe per caso dire che un fatto provato rimane tale anche se non è accettato dal popolo? Detta così potrebbe sembrare ragionevole.

Ovviamente tutto ruota intorno al concetto di scienza e cosa esattamente voglia dire. Citando un celebre filosofo, diciamo quindi cosa non è la scienza: ”La scienza non è un insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra scienza non è conoscenza: non può mai pretendere di aver raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità come la probabilità” (Karl Popper, “Logica della scoperta scientifica”).
Dovrebbe essere scontato ma bisogna qui ricordare che “la scienza” è un concetto astratto, non esiste, cioè, se non nella mente degli uomini. Purtroppo sempre più spesso si commette l’errore di indentificare “la scienza” con “la comunità scientifica”, o più maliziosamente qualcuno vorrebbe farlo credere. Ma “la comunità scientifica” a sua volta, è un altro concetto astratto, perché anch’essa non esiste; esiste piuttosto un numero imprecisato di scienziati con le più diverse opinioni, basate tutte su concetti scientifici, chi più chi meno.
Chiarito il fatto che “la scienza” non scrive le sue leggi sulla pietra, cerchiamo di capire in particolare nella “scienza medica” cosa significa una “verità scientifica”. Il metodo scientifico, su cui gli scienziati si basano, prevede l’osservazione del fenomeno e la sua ripetibilità con un esperimento. Il medico (scienziato?) tuttavia osserva un essere umano, che per definizione è un essere unico e irripetibile in un laboratorio, quindi già qui dovremmo cominciare a domandarci quanto un medico possa mai essere uno scienziato.
In ogni caso, la comunità medica (scientifica?) si è data delle regole proprie per misurare l’“autorevolezza” (concetto che poco si sposa con l’idea di oggettività che siamo abituati a confondere con “scienza”) di una determinata ricerca rispetto ad un’altra.
Nel mondo delle pubblicazioni scientifiche, per misurare la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, si utilizzano tre numeri:
– Il primo, è il numero di citazioni dirette ricevute negli studi altrui, cioè quante volte gli studi di quello scienziato/autore vengono citati e referenziati nelle pubblicazioni, anch’esse accreditate, di altri autori.
– Il secondo numero, è l’ “i10-index” e rappresenta il numero di pubblicazioni accreditate che hanno al loro interno almeno 10 citazioni degli studi dello scienziato/autore.
– Il terzo numero, è il più indicativo, e il più difficile da calcolare: l’“Indice H” o “Indice di Hirsch”. Esso si basa contemporaneamente sul numero di citazioni e sul numero di pubblicazioni: indica quant’è il massimo numero H per autore, con H pubblicazioni che abbiano ciascuna al proprio interno almeno H citazioni degli studi dello scienziato/autore.
Per andare sul pratico, prendiamo 3 soggetti coinvolti nel dibattito sui vaccini: il Professor Yehuda Shoenfeld, il padre della ricerca sulle malattie autoimmunitarie, spesso citato come fonte autorevole dai free-vax; il Professor Roberto Burioni, l’esperto che vediamo sempre in tv e che sponsorizza senza se e senza ma il recente decreto Lorenzin sui vaccini; il Dottor Salvo Di Grazia, ginecologo, noto per il suo sito ‘Medbunker’, su cui si impegna ad attaccare qualsiasi tipo di dubbio riguardo alle pratiche mediche “ufficiali”, o qualsiasi terapia alternativa a quelle ufficiali.
Ecco, allora, i loro punteggi:
Professor Yehuda Shoenfeld
Citazioni: 78584
i10-index: 1146
Indice H: 121
Fonte 

Professor Roberto Burioni
Citazioni: 2567
i10-index: 61
Indice H: 27
Fonte
Dottor Salvo Di Grazia
Citazioni: 0
i10-index: 0
Indice H: 0
Fonte: Nessun link, non risulta su Google Scholar.
Secondo le stesse regole che si è data la comunità scientifica, quindi, a chi dovremmo dare retta?
La cosa più paradossale, di cui chi è arrivato fin qui ormai dovrebbe essersi accorto, è che in realtà “la scienza”, definita come è stata dalla comunità scientifica, somiglia pericolosamente a una moda.
Paradossalmente, rispetto al titolo dell’articolo, “la scienza” sembra avere dei tratti “democratici” nel senso che citando gli autori gli si conferisce “autorità”, scadendo in un preoccupante “benpensantismo”, “rigorosamente” scientifico.
In altre parole, un’idea scientifica in realtà è una moda (o convinzione) fatta dal consenso degli addetti ai lavori e non dal popolo (forse è quello il vero senso della frase “la scienza non è democratica”?)
E a questo punto sarebbe lecito anche domandarsi cosa significhi radiare un medico che la pensa diversamente (o almeno questo ci hanno fatto credere) dal pensiero dominante, dalla moda del momento.
La storia, tragicamente, si ripete, sempre.
Nota: Questo articolo chiarisce il pensiero del Professor Yehuda Shoenfeld in merito ai vaccini.

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domenica 3 luglio 2016

Tutte le colpe di Renzi sul glifosato


Questa volta il Governo italiano l'ha fatta grossa. Aveva la possibilità di fermare il glifosato settimana scorsa quando era seduto al tavolo del comitato d'appello. Una mancata opposizione avrebbe dato mandato alla Commissione Europea di procedere con l'autorizzazione del glifosato per altri 18 mesi. Ebbene, il Governo italiano ha deciso di non prendere alcuna decisone, astenendosi. Ha mantenuto il piede in due scarpe, per fare i soliti favori agli amici degli amici, evidentemente sostenuti nelle loro campagne elettorali da multinazionali e interessi lobbystici di ogni tipo.
Ieri è successo quello che era ampiamente annunciato. La Commissione Europea aveva avvisato gli Stati membri di prendere una posizione definitiva sulla vicenda, cosicché le colpe di un'eventuale autorizzazione (che era stata votata al Parlamento Europeo anche dal PD, nonostante l'opposizione del Movimento 5 Stelle) non fosse presa in carico dalla Commissione stessa. Ricordiamo che il glifosato è un pesticida giudicato probabilmente cancerogeno dallo IARCe su cui l'ECHA, l'agenzia europea preposta alla valutazione finale, non si è ancora espressa.
La Commissione Europea, dal canto suo, non ha applicato il principio di precauzione sancito dai trattati. Ha utilizzato lo strumento dell'EFSA - una delle agenzie europee al centro di numerose controversie - per forzare l'autorizzazione, scontrandosi perfino con la comunità scientifica. E il Governo italiano? Niente da fare. Come sempre accade in Europa, Matteo Renzi ha utilizzato la tattica attendista che qui a Bruxelles non paga. L'Italia ha bisogno di un esecutivolegittimato dal popolo, che sbatta i pugni sul tavolo in sede di Consiglio a tutela della nostra agricoltura, delle nostre eccellenze e anche della nostra economia.
Per la cronaca, anche la Germania della cancelliera Angela Merkel ha furbescamente scelto di astenersi. Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker (che il M5S ha provato a sfiduciare ben due volte) ha potuto quindi fare quello per cui è stato "nominato". Sono questi signori che, assieme al Primo Ministro italiano, stanno spolpando l'Europa dall'interno. Fonte: http://www.ilblogdellestelle.it/

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domenica 13 marzo 2016

Cos'è un Troll?

Un troll, nel gergo di internet e in particolare delle comunità virtuali, è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi. I primi riferimenti all'uso del termine "troll" sono presenti nell'archivio Usenet e risalgono agli anni ottanta.Non è tuttavia chiaro se il significato attribuito al termine fosse quello successivamente attribuitogli o se fosse un semplice epiteto utilizzato fra i vari possibili.
L'origine più probabile del termine troll è nella frase "trolling for newbies", che divenne popolare nei primi anni 1990 nel gruppo Usenet alt.folklore.urban: un detto scherzoso fra utenti di lunga data che presentavano domande o argomenti tanto ripetuti e dibattuti che solamente un nuovo utente poteva perder tempo a rispondervi. Altri estesero il significato per includere il comportamento di utenti disinformati; tuttavia i troll erano ancora considerati nell'accezione ironica, più che provocatrice.
Nella letteratura la pratica venne documentata da Judith Donath nel 1999, che citò molti esempi aneddotici provenienti da vari gruppi Usenet. Secondo Donath:
« Nel mondo fisico c'è una intrinseca unità fra identità e individuo, perché il corpo fornisce di per sé una adeguata e inappellabile definizione di identità: la regola è "un corpo, una identità". (...) In questo il mondo virtuale è diverso, perché è composto di informazione invece che di materia. »
Donath fornì una sintetica panoramica dei comportamenti che si basano sulla confusione fra comunità fisica e virtuale:
« Agire come troll è un gioco di false identità, compiuto senza il consenso degli altri partecipanti. Il troll cerca di farsi passare per un legittimo utente che condivide gli stessi interessi e argomenti degli altri; i membri del gruppo, se riconoscono un troll o altri impostori, cercano sia di distinguere i messaggi reali da quelli degli impostori, sia di fare in modo che l'impostore abbandoni il gruppo. Il successo o meno di questi tentativi dipende da quanto sono bravi (sia gli utenti sia i troll) a individuare le rispettive identità; alla fine, il successo o meno di questa strategia dipende da quanto diminuisce il divertimento che il troll ricava da questo gioco a causa del "prezzo" imposto dal gruppo. »
« D'altro canto i troll possono danneggiare il gruppo in molti modi. Possono interrompere le discussioni, dare cattivi consigli, minare la fiducia reciproca della comunità degli utenti. Inoltre un gruppo di discussione che sia stato oggetto di attacco di un troll può "sensibilizzarsi" e rifiutare di discutere o rispondere a domande oneste ma ingenue, scambiandole per ulteriori messaggi del troll: questo può portare a osteggiare un nuovo venuto, che non sa nulla di tutta la vicenda e si ritrova rabbiosamente "accusato". Anche se l'accusa è infondata, essere considerati dei troll è molto dannoso per la propria reputazione online. »

Uso e significato del termine.


"Non alimentare i Troll"
Il termine troll deriva dalla mitologia norrena. Nell'accezione originale, indica una omonima creatura fantastica, generalmente malvagia, con carattere antropomorfo, abitante nell'Europa settentrionale, in particolare in Norvegia
Alternativamente, l'origine proverrebbe da un altro significato del verbo inglese to troll, muovere un'esca in modo tale da spingere un pesce ad abboccare. Secondo questa interpretazione, solo successivamente sarebbe nata l'identificazione con il personaggio mitologico.
Dal sostantivo troll si derivano comunemente, sia in lingua inglese sia tramite l'adattamento allalingua italiana, il verbo to troll (tradotto in trollare o trolleggiare), trolling (trolleggio), ovvero l'agire come un troll (fomentare gli animi provocatoriamente).
Nel linguaggio di internet, dare del troll a qualcuno significa postulare una congettura sul motivo per cui agisce, mentre il verbo derivato (to trolltrollare) descrive la percezione che si ha riguardo al suo comportamento. L'azione di comportarsi come un troll può però essere legata anche al contesto e alla personalità di chi scrive. È possibile, infatti, agire come un troll senza averne l'intenzione: irritando una comunità in modo non volontario e in buona fede.
Il significato di troll ha inoltre confini soggettivi e variabili a seconda del contesto: un comportamento che nella comunicazione interpersonale potrebbe venire considerato un semplice sfogo o uno scatto d'ira, potrebbe essere etichettato come "trollare" nelle discussioni su Internet. Una discussione animata per taluni interessante, potrebbe essere reputata da troll per altri.
In casi frequenti, il termine troll è utilizzato anche per screditare - con malafede o meno - un utente che porta una posizione opposta alla propria o a quella maggioritaria, generando nel gruppo forme di rigetto.
Alimentare i troll (to feed the troll) è infine una locuzione utilizzata per indicare il "dare corda" ai provocatori, rispondendo loro ripetutamente e dando loro così nuovo materiale su cui agire. "Per favore non alimentate i troll" (please don't feed the troll) è perciò un suggerimento comune che gli utenti esperti inviano ai nuovi, quando pensano di aver individuato un troll, al quale l'utente sta involontariamente dando benzina da gettare sul fuoco.

Comportamento tipo.


Rappresentazione storica e tipica in formato testuale ASCII di un troll che regge un cartello di avvertimento ("non alimentare i troll")
Di norma l'obiettivo di un troll è far perdere la pazienza agli altri utenti, spingendoli a insultare e aggredire a loro volta (generando una flame war). Una tecnica comune del troll consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e deciso su una questione vissuta come sensibile e già dibattuta dagli altri membri della comunità (per esempio una religion war). In altri casi, il troll interviene in modo apparentemente insensato o volutamente ingenuo, con lo scopo di irridere quegli utenti che, non capendone gli obiettivi, si sforzano di rispondere a tono ingenerando ulteriore discussione e senza giungere ad alcuna conclusione concreta.
Il cross posting, ovvero la pubblicazione di un messaggio in più sezioni diverse, è un sistema utilizzato dal troll per infastidire più gruppi contemporaneamente. Un troll particolarmente tenace e astuto può scoraggiare gli utenti di una comunità virtuale fino a causarne la chiusura. La figura del troll può coincidere in alcuni aspetti con quella del fake, ovvero colui che disturba una comunità fingendosi qualcun altro. Tuttavia, un fake potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione (diversamente dal troll), mentre un troll potrebbe non celare né falsificare la propria identità (diversamente dal fake). Sovente le due figure, però, hanno obiettivi sovrapponibili.
Alcuni tipi di messaggi e attività associati all'azione del troll:
  • L'invio di messaggi intenzionalmente sgarbati, volgari, offensivi, aggressivi o irritanti.
  • L'invio di messaggi con contenuti senza senso, detto in gergo informatico flood (come: semplici parole, lettere, emoticon, testi casuali)
  • L'invio di un numero di messaggi, anche se non particolarmente provocatori o insensati, tale da impedire il normale svolgimento delle discussioni.
  • L'invio di messaggi volutamente fuori tema (con frasi come: "come sviluppo la mia pagina web?", in un forum nel quale si parla di musica).
  • L'invio di messaggi contenenti errori portati avanti con finta convinzione (con frasi come: "Così è la vita è certamente il miglior film di Roberto Benigni, checché ne diciate!").
  • L'invio di messaggi a scopo di disinformazione e critica insensata.
  • Il perorare intenzionalmente e con tensione un'argomentazione basata su un errore difficile da dimostrare o su opinioni potenzialmente verosimili, facendosi seguire nella discussione dalla comunità.
  • Il pubblicare contenuti di disturbo come suoni, immagini o link a siti offensivi, sovente mimetizzandoli come innocui.
  • Lo svelare trame di film o libri senza avvertire (in gergo "spoilerare").
  • Lo sbagliare deliberatamente e ripetutamente i nomi (di persone o cose) o regole grammaticali per irritare gli altri utenti.
  • L'attribuire a tanti l'opinione di uno, vittimizzandosi e non rispondendo nel merito, spingendo possibilmente altri utenti a prendere le proprie difese (con frasi come: "vi siete coalizzati contro di me").
  • Il ridicolizzare o denigrare ripetutamente gli interventi di un utente "concorrente".
  • Lo scrivere deliberatamente messaggi enfatici su un dato argomento divertendosi alle spalle di chi corrobora poi la propria fasulla tesi.
  • Il portare avanti tesi opposte a quelle dichiaratamente discusse nella comunità, con argomentazioni vaghe, imprecise e pretestuose, generando quindi flame (per esempio pubblicando teorie creazioniste in un forum di evoluzionisti o viceversa).


Lo spammer ("link spammer troll")
Questo tipo di troll in genere posta messaggi o commenti che contengono poco o nulla se non un lungo elenco di link a video o ad articoli che tentano di dimostrare tesi generalmente create dai disinformatori di regime,la cosiddetta disinformazione di Stato. «Uno spammer pensa che solo riuscendo a postare abbastanza link a video contenenti immagini sgranate e filmati al rallentatore sarà finalmente visto come un perseguitato cercatore di verità, piuttosto che come un ossessionato.»:

Il rancoroso ("hate troll")
I troll di questo genere sfruttano ogni occasione per insultare, umiliare, minacciare, ricattare e ferire altre persone online. Per ottenere il loro scopo si dedicano alla pubblicazione di commenti odiosi e discriminatori o alla raccolta e alla diffusione di informazioni sensibili sulle persone cercando di ledere il loro diritto all'anonimato.
Il doganiere ("show me the passport troll")
In tutto e per tutto simile al rancoroso quanto a violenza verbale, se ne distingue unicamente per il fatto di utilizzare il proprio nome reale invece di un nickname. Questo gli consente di acquisire maggiore credibilità nelle minacce che proferisce o di avere un argomento in più per tentare di ledere il diritto altrui all'anonimato, facendo percepire quest'ultimo come una mancanza di trasparenza o una colpa su cui far leva per ottenere dati sensibili dal bersaglio.

Motivazioni

Secondo vari studi, sebbene comportamenti di disturbo siano riscontrabili anche nelle normali relazioni interpersonali, un ruolo chiave che spinge ad agire come troll nelle comunità virtuali è la sensazione di anonimato o di minore esposizione che molti utenti percepiscono durante la navigazione su internet.
Poiché la definizione stessa di troll non è condivisa, cosa spinga un utente ad agire come tale è oggetto di dibattito. Alcune motivazioni:
  • Ricerca di attenzione: dominare la discussione incitando l'astio e dirottando efficacemente l'attenzione verso di sé.
  • Divertimento o satira: irridere chi si infervora seriamente e perde tempo per le parole volutamente provocatorie di un totale sconosciuto, provocando grandi discussioni con poca fatica.
  • Disagio personale: reazione a situazioni di disagio familiare, scolastico, finanziario o relazionale; per esempio combattendo sentimenti di inferiorità attraverso l'esperienza di controllare un ambiente.
  • Modificare l'opinione: ostentare opinioni estreme per fare in modo che le proprie vere opinioni, poi, sembrino moderate, e convincere quindi un gruppo di utenti a seguirle.
  • Combattere il conformismo: rompere la chiusura e il conformismo del gruppo agendo con una "terapia d'urto".
  • Attaccare un utente o un gruppo: agire personalmente contro un soggetto o gruppo di soggetti per ripicca, gelosia, non condivisione di idee o altra ragione.
  • Diminuire il rapporto segnale/rumore: diluire i messaggi informativi in un fiume di messaggi inutili, per far perdere interesse e utilità al gruppo o all'argomento discusso.
  • Verificare la robustezza di un sistema: violare le regole e i termini d'uso per controllare se e come gli amministratori/moderatori prendono contromisure.
  • Ricerca sociologica: studiare il fenomeno per ragioni di ricerca sociologico/scientifica.

I soggetti coinvolti.

Nelle comunità virtuali, alcuni utenti agiscono come "cacciatori di troll", entrando volontariamente in conflitto con altri utenti che reputano tali e finendo per essere a loro volta dannosi per la comunità (dando, per l'appunto, "da mangiare al troll").
Durante i conflitti causati dai troll il comportamento degli utenti si può dividere in categorie:
  • Il Troll: chi attivamente fomenta gli scontri e gli attriti (volontariamente o involontariamente).
  • Dirottatori o Foraggiatori: coloro che rispondono animatamente ai messaggi provocatori del troll, "dandogli da mangiare".
  • Il Cacciatore di troll: che non inizia il conflitto, ma se coinvolto ricambia con eguale protervia, talvolta sfruttando il troll stesso per agire in modo aggressivo e accusando quindi spesso falsi positivi.
  • Il Nobile: chi cerca di ignorare il conflitto, continuando a discutere gli altri argomenti; esprimendo disapprovazione per il troll ma non sfidandolo, postando consigli semplici ed efficaci del tipo "non date da mangiare ai troll" o altre frasi volte alla pacatezza o all'ironia gentile ("suvvia, ragazzi, ignoratelo e se ne andrà da solo").
  • Moderanti o Moderatori: chi cerca di risolvere attivamente il conflitto in modo che tutte le parti in causa restino il più possibile soddisfatte, dando talvolta involontariamente "da mangiare ai troll".
  • Gli Spettatori: chi si allontana dal conflitto limitandosi a osservare o ad abbandonare la comunità.

Contromisure alle azioni di disturbo

La soluzione più comune alle azioni del troll è ignorare le provocazioni, resistendo alla tentazione di rispondere. Se il sistema lo permette, si possono inoltre applicare filtri che rendono invisibili al resto della comunità i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup, o le "black list"). Altra soluzione, specie se la discussione sta degenerando, è sfruttare le capacità degli utenti moderatori che pacatamente cercano di riappacificare gli animi. Poiché esistono diversi motivi che portano ad assumere il comportamento tipico di un troll, alcuni non in malafede, attribuire a un utente l'etichetta di troll può generare ulteriori tensioni. La letteratura sulla risoluzione dei conflitti in sociologia, suggerisce infatti che indicare una persona come un disturbatore non sempre aiuti a far cessare i comportamenti indesiderati. Una persona allontanata da un gruppo sociale, può infatti assumere il ruolo di antagonista e cercare di disturbare o far arrabbiare ulteriormente i membri del gruppo. L'etichetta di "troll" può quindi perpetuare o aggravare il comportamento del disturbatore. Fonte  https://it.wikipedia.org/, ma state attenti,questa fonte capovolge e distorce la reale verità. Ps: Articolo modificato, sono state omesse fandonie create dal Cicap per capovolgere certe profilazione per sfruttarle a loro vantaggio e sempre a discapito dei ricercatori d'inchiesta. Ethan. ;)

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