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Sollecitato da più parti - genitori e cittadini italiani - ritengo opportuno aggiornare la mia posizione in qualità di parte offesa in un procedimento penale aperto contro ignoti dalla Procura della Repubblica di Udine, a seguito di un mio circostanziato esposto depositato nel marzo 2017, ed inviato per conoscenza anche all'Assessore Regionale alla Sanità dell'epoca in Friuli Venezia Giulia (che mai diede riscontro al sottoscritto), oltre che ai NAS di Udine ed al Codacons di Roma.
La notizia di reato da me appresa a giugno 2017, fu anche portata da me nel luglio 2017 all'attenzione del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia in carica all'epoca, che non si degnò nemmeno di rispondermi.
L'esposto fu da me redatto per portare all'attenzione delle Autorità problematiche e criticità in merito ai vaccini in uso in Italia (sia ad uso civile sia militare), in qualità di cittadino e genitore obiettore alla profilassi vaccinale per precisa scelta responsabile, espressa a suo tempo di fronte alle Autorità sanitarie italiane, seguendo un iter di obiezione attiva quando anni fa fui invitato a dare il consenso od esprimere dissenso nei confronti di questo atto sanitario profilattico obbligatorio per legge, previsto per prima infanzia ed adolescenza.
Dunque l'esposto vede me come parte offesa - avendolo firmato io - ma era rivolto indirettamente a tutela ed a beneficio non solo della mia prole, ma anche di tutti gli utenti del servizio sanitario nazionale italiano e dei loro figli, in quanto l'esposto chiedeva alla magistratura italiana di rilevare eventuali profili penali esistenti in merito alla situazione generale e specifica da me descritta, supportata da documentazione di analisi di laboratorio allegata all'esposto, e presente anche nella sua integrazione di luglio 2017 (quest'ultima consegnata di persona presso il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, NAS di Udine), che mostrava palesi evidenze - inoppugnabili - di una preoccupante contaminazione inorganica riscontrata in diversi campioni di vaccini analizzati nel corso degli anni, inquinati in varia misura e da varie sostanze inorganiche: queste sostanze, sotto forma di polveri (detriti finissimi) pare siano sempre costituite da particolato solido (anche ad alta densità atomica). Si parla di inquinanti inorganici presenti in tracce, talora ai limiti della identificazione.
Una situazione anomala già rilevata dagli addetti ai lavori statunitensi negli anni'80 del secolo scorso (legati anche alla FDA), e che avevano suonato un primo prudente campanello di allarme con una loro pubblicazione scientifica (senza comprendere, nondimeno, la gravità della situazione, in quanto le indagini di analisi chimica classiche dell'epoca non aveva appurato la consistenza solida, di polveri micro e nanodimensionate, delle sostanze non segnalate presenti nei vaccini, in concentrazioni diverse). La presenza di corpi estranei nei vaccini innescanti continua flogosi, è una seria problematica (nanotossicologica, correlata alle cosiddette "nanopatologie"), che si affianca al ben noto problema tossicologico, su cui usualmente si focalizza la attenzione.
Pertanto, in estrema sintesi: a proposito della sicurezza dei vaccini ad uso umano nell'ambito della loro produzione, somministrazione e farmacovigilanza, vi sono ancora attualmente almeno due fascicoli di indagini penali preliminari contro ignoti (ma ve ne potrebbero essere altri), su cui la magistratura inquirente italiana ha lavorato o lavora ancora oggi.
Essi sono stati aperti dai PM italiani a seguito di esposti depositati presso la Procura della Repubblica di Torino, dal Codacons Piemonte (con l'Avv. Tiziana Sorriento) ed a Udine da un cittadino e genitore (il sottoscritto Luca Scantamburlo). Di certo ve ne sono stati altri in Italia, depositati agli atti in varie Procure delle Repubbliche italiane o presso le caserme dei Carabinieri (soprattutto durante l'azione civile "Esposto Day", nei mesi di settembre ed ottobre 2017, organizzato da cittadini delle province di Varese e Vicenza), ma questi due fascicoli descritti sono fra i più noti mediaticamente.
Le indagini di Torino sono divenute penali nell'aprile 2017 (ipotesi di reato per farmaci guasti o imperfetti, ipotesi di violazione dell' art 443 cpp), mentre il fascicolo aperto presso la Procura di Udine è stato trasferito quasi subito (marzo 2017) presso la Procura di Roma per competenza territoriale, ed era già penale.
Quest'ultimo fascicolo contempla non una bensì due ipotesi di reato, come fatti criminosi:
* Art 443 cpp (riferimento a "farmaci guasti o imperfetti")
* Art.452 cpp (riferimento a "delitti colposi contro la salute pubblica")
La stampa italiana ed il mondo dei mass media della penisola sono stati inizialmente colpevolmente distratti, omettendo di dare alla opinione pubblica tale notizia di pubblico interesse e di commentarla adeguatamente, nonostante il sottoscritto a giugno 2017 ed anche nei mesi successivi, si preoccupò di scrivere ed informare diversi quotidiani italiani, anche con fax e raccomandate avviso di ricevimento inviate a taluni, e allegando una documentazione da cui si evinceva l'esistenza delle indagini penali in corso.
Mentre la notizia delle indagini di Torino trovò quasi subito eco su La Stampa di Torino nel maggio 2017 (ma non il fatto che le indagini erano già divenute penali, in quanto si parlò sulle pagine del giornale torinese di un fascicolo senza ipotesi di reato), la notizia di reato delle indagini aperte ad Udine e trasferite a Roma, rimase nel silenzio dei quotidiani (direi omertoso) per diversi mesi, fino al novembre 2017, nonostante l'ex giornalista e coraggioso saggista Gianni Lannes prima, ed il dr. Paolo Girotto di Radio Gamma 5 poi (emittente radiofonica veneta) avessero colmato il vuoto, rispettivamente nel giugno 2017 ed agosto 2017, con ampi servizi dedicati.
Seguì poi nell'autunno 2017 la divulgazione portata avanti dal programma serale di Radio Informazione Libera di Antonio Corcione (radio Web di Frosinone) ed il comunicato stampa a firma mia e dell'Avv. Grazia Antonio Romano, cassazionista del Foro di Potenza a cui affidai in principio la mia difesa: entrambi nel novembre 2017 notificammo agli italiani la situazione per iscritto con due pagine firmate. L'idea di un breve comunicato stampa fu mia (sono un ex giornalista pubblicista, dimissionario) e l'Avv. Romano fu entusiasta di partecipare.
Grazie all'intraprendenza di centinaia di genitori e cittadini italiani di ogni dove - a cui mi rivolsi con appelli personali rivolti tramite social network e chat telefoniche - riuscimmo a far pervenire il comunicato stampa a decine e decine di quotidiani, radio ed organi di stampa, tempestati letteralmente da fax, email, raccomandate e telefonate.
Alla fine il muro di omertà crollò quando la redazione de Il Fatto Quotidianoaccolse la notizia e la commentò sulle sue pagine cartacee ed edizione Web, seppur brevemente ed in forma incompleta, pubblicando a fine novembre 2017 un articolo che finalmente rendeva giustizia alla verità dei fatti, ed informava gli italiani che delle indagini penali erano in corso di accertamento a Roma, in merito alle vaccinazioni ed alla loro sicurezza (non intesa come mancata copertura vaccinale, ma come qualità dei prodotti iniettabili, e sicurezza della loro somministrazione). Altri quotidiani italiani ripresero la notizia de Il Fatto Quotidiano, commentandola brevemente.
Nell'articolo in questione io fui - per motivi a me non noti e direi incomprensibili - appellato con lo pseudonimo di "Michele", un nome di fantasia, (cosa che non io avevo mai chiesto), scelto per proteggere la mia persona. Mi fu spiegato da una giornalista de Il Fatto che la scelta fu fatta consapevolmente (parlai al telefono e mi scrissi con la giornalista che mi cercò dopo aver letto il nostro comunicato stampa ed aver interagito con il mio avvocato di allora, l'Avv. G.A. Romano, prima della pubblicazione dell'articolo, ed ella conosceva benissimo le mie generalità).
Del resto, avendo firmato con nome e cognome un pregresso comunicato stampa ed essendo stato intervistato senza problemi da diverse radio solo alcuni mesi prima, non pubblicare il mio nome cognome lo giudicai come una prudenza eccessiva, ma che non mi turbò più di tanto, in quanto l'obiettivo principale era stato centrato. Centinaia di genitori e cittadini coscienziosi (anche senza figli) avevano compreso l'importanza di informare la opinione pubblica ed i mass media delle indagini in corso, per invitare alla estrema prudenza la politica sanitaria tutta, e soprattutto i dirigenti sanitari e scolastici che avrebbero dovuto applicare le sanzioni amministrative e le ignobili discriminazioni scolastiche (non degne di un Paese civile) nei confronti degli inadempienti l'obbligo vaccinale per precisa scelta di prudenza da parte di genitori consapevoli, e previste dalla nuova Legge nr. 119/2017, convertita in legge dal Parlamento dopo burrascose discussioni ed emendamenti sulla base del Decreto nr. 73/2017, annunciato pubblicamente nel maggio 2017.
Entrambe le indagini penali citate sono ancora aperte anche se per quelle di Torino, il PM dr. Vincenzo Pacileo - a capo del Pool Salute e Sicurezza - ha chiesto mesi fa l'archiviazione delle stesse (e dunque la loro chiusura) al GIP di Torino, dopo circa un anno di indagini ed una perizia da egli disposta ed eseguita su alcuni campioni di vaccini da un docente di chimica analitica dell'Università di Torino, interpellato in proposito come esperto.
In proposito, il Codacons Piemonte ha giustamente avanzato opposizione al Giudice il quale - sentita la parte che difende i consumatori (l'Avvocato Tiziana Sorriento) - si è riservato di decidere (credo sia prossimo il suo provvedimento oramai, ma io non ne conosco le tempistiche).
A questo proposito invito personalmente con il presente scritto tutti gli italiani - siano essi singoli individui o riuniti in Associazioni e comitati - che difendono i diritti umani, civili e la libertà di scelta in ambito terapeutico, a sostenere al massimo in questo preciso momento (anche economicamente, con donazioni) il Codacons Piemonte che si trova - come me - in prima linea nel cuore stesso del problema e di questa battaglia per la verità. Una battaglia che vede il Codacons Piemonte ora a pieno contatto con le massime articolazioni dello Stato che tutelano la legalità ed in particolare la sicurezza della salute individuale e collettiva. Senza giustizia e rispetto della verità, non vi può essere infatti la tanto agognata libertà che è il ritornello e lo slogan di tanti cori e rivendicazioni (più che legittime) urlate in strada negli ultimi mesi durante pacifiche manifestazioni e cortei che dal giugno 2017 si susseguono ininterrotte nel nostro Paese, contro la vaccinazione di massa, indiscriminata, imposta con ricatto e discriminazione da una classe politica indegna.
Posso confermare che le indagini di Roma partite dal mio scrupolo come cittadino e genitore preoccupato - aventi due ipotesi di reato - sono ancora aperte alla data presente (si veda il documento .pdf liberamente scaricabile, qui presentato, la comunicazione della Procura della Repubblica di Roma, ai sensi dell'art. 335 cpp), e che lo studio legale da me incaricato in Roma e che mi rappresenta dopo la mia revoca del mandato conferito all'Avv. Romano, ha lavorato e fornito della nuova documentazione già agli atti, depositata recentemente (sono vincolato al massimo riserbo in proposito). La richiesta di chiusura ed archiviazione riferita ad altri analoghi esposti di cui hanno parlato settimane fa diversi quotidiani e periodici italiani - fascicoli aperti a seguito di esposti depositati a Roma o ivi trasferiti da altre Procure od inoltrate da caserme dei Carabinieri - non ha mai riguardato il mio esposto ma altri fascicoli, per i quali evidentemente gli esponenti - posso supporre, ma è solo una mia illazione - potrebbero non aver mostrato sufficiente attenzione, investendo quello sforzo di energia e tempo successivo al deposito, che un atto così importante richiede se vuole essere fruttuoso.
Depositare un esposto, o un esposto-denuncia, o addirittura una denuncia/querela, sono atti giuridici gravosi di responsabilità, e dalle implicazioni imprevedibili non solo per chi li redige. Non sono neanche lontamente paragonabili ad una petizione online oppure ad una mera istanza alla pubblica amministrazione, e pertanto non devono mai essere affrontati con leggerezza.
Il sottoscritto ha revocato nel febbraio 2018 l'incarico conferito a suo tempo (nell'autunno 2017) all'Avv. Grazia A. Romano del Foro di Potenza, ringraziandolo per il suo impegno speso pro bono per me e per tutti i cittadini italiani. L'Avv. G.A. Romano aveva infatti incontrato delle difficoltà contigenti che gli avevano impedito di essere presente in Roma nel gennaio 2018 per perorare la causa, come concordato fra noi. Il contatto con il nuovo studio legale da me incaricato, è avvenuto grazie all'aiuto di Nino Ferri della Associazione Vitalmicroscopio. Lo ringrazio pubblicamente qui, ed invito tutti gli italiani - semmai abbiano veramente a cuore il futuro dei nostri figli e dei figli del domani - a donare se non l'hanno già fatto sinora, per l'acquisto e mantenimento di un nuovo microscopio elettronico a scansione ambientale destinato alle ricerche condotte dal fisico Antonietta M. Gatti e dal marito, il farmacologo e nanopatologo Stefano Montanari, i quali meriterebbero come minimo a mio avviso - per le loro scoperte ed il loro diuturno impegno scientifico lontano anni luce da conflitti da interesse e dalle case farmaceutiche - di essere candidati al Premio Nobel per la Medicina (studi e scoperte sulle cosiddette "nanopatologie").
A proposito degli ultimi sviluppi legati alle indagini penali che mi vedono parte offesa, non avrei potuto conferire con i miei legali in Roma - né avremmo potuto depositare settimane fa una perizia presso la Procura di Roma - se non avessi avuto l'aiuto economico e morale di tanti genitori e cittadini italiani cui mi sono rivolto, e che mi hanno cosentito con le loro spontanee donazioni di pagare le spese del perito scelto, e quelle di viaggio alla volta della capitale.
Non posso fornire ulteriori informazioni in merito, al momento. I miei legali sono professionisti molto seri che lavorano con estrema discrezione e prudenza, proprio a vantaggio della causa che si vuole difendere. Se i tempi saranno maturi, non escludo che si possa dire di più iin futuro. Per ora non si può.
Per quanto concerne il "principio di precauzione" recepito diversi anni fa dal diritto comunitario, e che è vincolante per l'Italia come principio giuridico, sono lieto che anche altri - oltre al sottoscritto ed al Codacons in primisi - si siano accorti negli ultimi giorni della sua esistenza, e lo si argomenti nelle proprie pagine web, siano esse di siti, social network o altro.
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE ED ISTANZA AL SINDACO
Infatti, proprio il principio di precauzione sopra discusso è stato fra le ragioni giuridiche portate all'attenzione della pubblica amministrazione locale da centinaia e centinaia di cittadini italiani, in una azione civile nazionale denominata "Istanza al Sindaco", o "Sindaco Day", ed ideata da me e da un altro genitore residente in Veneto, nella primavera 2018.
Per mesi, sin dall'aprile 2018, centinaia di genitori e cittadini di più Regioni di Italia hanno rivolto al proprio sindaco la cosiddetta ”Istanza al Sindaco” per una sospensione in via cautelare dei profili discriminatori e sanzionatori previsti dalla Legge 119/2017. Sono già state depositate e protocollate istanze in diversi comuni delle seguenti Regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Veneto e Valle d’Aosta. In tutto questo, una stampa ed un sistema mass-mediatico distratto per non dire altro, ha dato poca visibilità o non ha dato alcuno spazio a questa notevole forma di partecipazione popolare ai problemi della comunità: i cittadini si stanno affiancando alla pubblica amministrazione locale avanzando proposte e documentando le loro preoccupazioni, nell’interesse generale. Diventano possibile fonte di diritto.
Nell’aderire volontariamente a questa azione civile nazionale, i cittadini italiani hanno preparato e preparano personalmente l’istanza al Sindaco (richiesta di procedimento amministrativo) ai sensi del IV comma dell’art. 118 della Costituzione della Repubblica italiana (“principio di sussidiarietà orizzontale“), ed ai sensi delprincipio di precauzione del diritto comunitario (art. 191 TFUE, rif. Comunicazione della Commissione Europea sul principio di precauzione, Bruxelles, 02.02.2000,).
Cose che la maggior parte dei Sindaci italiani sembra ignorare, stando ad alcune fredde e brevi loro risposte alle istanze, che hanno rigettato e rigettano quasi sempre la istanza senza entrare nel merito dei problemi sollevati dai cittadini e messi agli atti, e sottovalutando la responsabilità penale colposa in corso di accertamento.
I cittadini hanno allegato ed allegano 8 (otto) relazioni tecniche, che nella primavera 2018 Valentina De Guidi (il genitore del veronese che ha ideato con me l'azione civile, e membro di un comitato spontaneo di genitori chiamato "Genitori attenti") ed io, abbiamo commissionato ad addetti ai lavori del mondo giuridico, genetico, medico-scientifico, chimico fisico e farmaco-economico, nonché epistemologico. Presentammo alcuni di questi addetti ai lavori nel corso di un importante convegno denominato "L'autodeterminazione del cittadino", che organizzammo a Verona l'11 marzo 2018, presso l'Auditorium Verdi di Verona Fiere.
Oltre duecento pagine di allegati fondano la istanza al Sindaco, e che mostrano come la discrezionalità di agire del Sindaco – in base alle proprie prerogative ed attribuzioni – può portare ad una iniziativa politica che scongiuri o minimizzi minacce o potenziali rischi non meglio valutati per la salute pubblica della comunità di cui il Sindaco è primo cittadino, e difenda i diritti umani e civili tutelati a livello costituzionale (artt. 2,3,13,32 e 34) ed internazionale. Potenziali rischi che possono avere anche serie conseguenze sulla salute, a breve o lungo termine, in misura non determinabile a priori.
Negli allegati tecnici vi è anche la notizia delle ipotesi di reato della magistratura inquirente, attiva da oltre un anno sul versante della sicurezza dei farmaci vaccini. Che uno Stato – ed ora anche la pubblica amministrazione locale, cioè gli Enti locali – impongano coercitivamente (con ricatto di sottrazione del diritto alla istruzione e socializzazione dei fanciulli) farmaci oggetto di indagine per potenziali inquinanti inorganici – che ne indicano la loro possibile imperfezione – è davvero al di fuori di ogni buon senso e principio di precauzione.
Per fortuna, almeno sette (7) sindaci - fra Veneto e Friuli Venezia Giulia - hanno ritenuto di non rigettare la istanza al sindaco rivolta loro da una cittadinanza preoccupata e vigile: seppur non emanando alcuna ordinanza urgente e contingibile a tutela della inclusione scolastica di tutti, a prescindere dal profilo sanitario dei bambini, essi hanno avuto il coraggio di inoltrare la istanza (allegati compresi) ad enti terzi competenti: chi al Ministero della Salute, chi alla ASL ed alla Regione, chi alla Prefettura o al proprio Presidente di Regione. Chi anche ad una combinazione di tutte queste figure ed autorità. Perché fossero loro a valutare la istanza al sindaco e le ragioni dei cittadini, che evindentemente avevano messo in imbarazzo la pubblica amministrazione locale, vista la complessità della materia affrontata, ed il sopruso di diritti umani e civili inalienabili.
Alla istanza al Sindaco come azione civile, libera e spontanea (a costo zero praticamente, a parte le fotocopie) hanno aderito anche alcune associazioni, non solo privati cittadini o comitati di genitori: oltre alla associazione perugina del primo legale che con professionalità ed impegno firmò la prima relazione giuridica di supporto alla istanza, hanno aderito anche l'associazione Alister di Trieste, ed a vario titolo diversi membri della associazione friuliana Piano B.
Peccato che altre associazioni italiane non abbiano fatto propria la azione della istanza al Sindaco, invitando i propri associati ad aderire: invece di soli sette (7) sindaci non indifferenti alle sollecitazioni dei cittadini, forse ne avremmo potuti avere 70 o 100, in tutta Italia. Diffondendo dunque dal basso, la verità sulle vaccinazioni, sui rischi e benefici di questo atto sanitario invasivo, profilattico. E soprattutto l'esistenza delle indagini preliminari penali nell'ambito della sicurezza dei vaccini.
Se veramente è la salute che sta a cuore dei decisori politici, essi lo dimostrino con fatti in coerenza con la realtà, e chi di dovere si adoperi perché questi farmaci vaccini che vengono iniettati per via intramuscolare sin dal terzo mese di vita degli infanti, vengano meglio monitorati in qualità e ne sia studiato il problema di sicurezza emerso recentemente. Una prossima moratoria e sospensione dell’obbligatorietà (non il loro ritiro dal commercio, estrema soluzione) non solo è possibile, ma è la cosa più sensata da fare per tutelare la salute pubblica quando sostanze inquinanti non segnalate, di natura inorganica e solida, anche ad alta densità atomica, sono presenti in misura diversa nei vaccini ad uso umano. Ciò andrebbe a tutela anche di chi si vaccina senza se e senza ma, perché nel futuro immediato verrebbero garantiti maggiori controlli ed un domani anche vaccini di qualità superiore. A beneficio dunque di tutti. Ma in una situazione di farmaci offerti, a disposizione e su richiesta, non imposti in maniera indiscriminata e con coercizione o ricatto. Una volta risolto tale problema drammatico di sicurezza – chissà quando, visto che non se ne vede la volontà da parte della classe dirigente italiana – la costante presenza nei vaccini oltre all’antigene immunizzante, di sostanze chimiche segnalate correttamente nei bugiardini come antibiotici, conservanti e stabilizzanti – che garantiscono la “shelf life” (data di scadenza o vita del prodotto farmaceutico sullo scaffale) ed anche di adiuvanti in certi vaccini, presenti per potenziare la riposta immunitaria – sconsiglia assolutamente una vaccinazione di massa indiscriminata che non tenga conto delle caratteristiche uniche dell’individuo e di una personalizzazione della cura nonché del consenso libero ed informato del paziente, che fra l’altro si sottopone da sano ad una terapia farmacologica profilattica la cui componente di scommessa è ineludibile come atto medico invasivo.
CONTAMINAZIONE BIOLOGICA
Esiste anche - come da me ricordato nel comunicato stampa datato 04 settembre 2018, a mia firma e del genitore Valentina De Guidi del veronese - il problema della contaminazione biologica e della mutazione imprevedibile del genoma virale attenuato: la contaminazione o la presenza di “sostanza residua” costituita da residui di DNA umano (quello di origine fetale è usato per la produzione di alcuni vaccini, come quello contro la rosolia o la varicella) o residui virali o cellulari di origine animale provenienti dalle colture in laboratorio, sollevano problemi etici non marginali, ed è un rischio che è noto alle ditte farmaceutiche e recentemente la questione è stata portata alla attenzione anche della opinione pubblica e delle Autorità (deposito di un esposto-denuncia presso la Procura della Repubblica di Roma in data 16 agosto 2018) da una lodevole iniziativa della Associazione Corvelva (Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni). Questa associazione veneta sostiene e si batte – come altre realtà italiane – per una vaccinoprofilassi libera da imposizioni o discriminazioni, ed ha commissionato ad un laboratorio specializzato esami su alcuni campioni di vaccini, ed i risultati delle analisi NGS di sequenziamento genetico hanno evidenziato che alcuni non sarebbero conformi in termini di sicurezza ed efficacia.
Quindi oltre alla contaminazione inorganica al centro delle indagini della magistratura inquirente, è rilevante anche la presenza di contaminanti di origine biologica, o meglio di "residui" genetici estranei.
Spero di aver chiarito con questo mio comunicato, la mia posizione in qualità di parte offesa e l'attuale situazione in merito alla imposizione di farmaci (i vaccini sono farmaci) oggetto di indagini da parte della magistratura italiana, nell'imbarazzante silenzio della maggior parte dei giornalisti italiani, e nella quasi totalità dei politici italiani.
Sul perché poi numerosi difensori delle libertà civili e dei diritti umani persistano nel mantenere il silenzio su questa notizia di reato, resta un mistero che consegno alla riflessione di tutti i cittadini e genitori italiani, preoccupati come me di come il nostro Paese stia andando alla deriva, soprattutto dal punto di vita etico, morale.
E di come noi italiani - ed è la cosa più tremenda - sembra non ce ne rendiamo sufficientemente conto.
Luca Scantamburlo
socio della Società Scientifica per il Principio di Precauzione
e per la Medicina basata sulle 4P / SSPP, Roma
socio della F.L.I.P. / Free Lance International Press, Roma
socio di R.S.F., Reporters sans frontières / Reporters Without Borders, Parigi, Francia
25 novembre 2018
Testo liberamente riproducibile, citando sempre Autore, data e fonte.
Ulteriori informazioni:
Comunicato stampa
VACCINI ED ACCESSO SCOLASTICO: VIOLATO IL PRIMO COMMA DELL’ART. 34 DELLA COSTITUZIONE?, 04 settembre 2018