mercoledì 15 febbraio 2017

Bin Laden è un agente della Cia, e non è morto

WASHINGTON - L'amministrazione Obama ha confermato che Osama Bin Laden era al servizio della CIA.
La clamorosa indiscrezione è stata confermata anche da Fidel Castro il quale aveva sostenuto in passato che Bin Laden fosse al soldo dell’intelligence Usa e che il presidente George Bush se ne serviva ogni volta che l’America aveva interesse di aumentare il quoziente di paura nello scacchiere mondiale. Castro ha sostenuto che i documenti pubblicati su Internet da Wikileaks possono finalmente dimostrarlo.  “Ogni volta che Bush aveva bisogno di suscitare paura e di fare un grande discorso, Bin Laden lanciava minacce dirette proprio a persone, luoghi o situazioni coinvolte o pertinenti a ciò a cui si riferiva Bush“. Castro ha aggiunto “Bush ha sempre avuto il sostegno di Bin Laden. Era un suo dipendente“. http://italian.irib.ir/featured/item/123536-bin-laden-era-un-agente-della-cia http://italian.irib.ir/featured/item/123536-bin-laden-era-un-agente-della-cia  Figlio di un magnate delle costruzioni di origine yemenita (Mohammed Awad Bin Laden) e di una donna di origine siriana, Osama nasce il 10 marzo 1957 a Riyadh, capitale dell'Arabia Saudita. All'età di 13 anni perde il padre. A 17 si sposa con la prima delle tre mogli, una ragazza siriana, sua parente. 
Il matrimonio a una così giovane età fa parte - per il suo carattere di protezione dalla corruzione e dall'immoralità - della rigida educazione religiosa che gli viene impartita. Compie tutti i suoi studi nelle scuole della città di Gedda, fino a conseguire la laurea in Management ed Economia all'università Re Abdul Aziz.
In questo periodo si accosta al movimento della "Fratellanza musulmana" e, negli anni che seguono, inizia a stringere sempre più stretti contatti con numerosi gruppi di integralisti islamici. Oltre che ad accumulare una discreta fortuna occupandosi della gestione dell'impresa paterna. Abbandonerà tale attività nel 1979 quando, a seguito dell'invasione dell'Afghanistan da parte di truppe sovietiche, si dedicherà ad aiutare i fratelli musulmani contro i "senzadio" comunisti. Inizia infatti ad investire le proprie ricchezze per reclutare volontari, e, in seguito, per addestrarli e per fornirgli le armi necessarie per combattere al fianco dei mujaheddin afgani. Crea così il gruppo del "Fronte di salvezza islamico", potendo tra l'altro contare, oltre che sui propri fondi, anche sull'aiuto economico proveniente dagli Stati Uniti e sul appoggio della Cia (vedi sotto "Blowback").
Vinta la battaglia contro l'Unione Sovietica, nel 1991 fa ritorno in Arabia Saudita. Vi trova stanziate le forze armate statunitensi impiegate nella prima guerra contro l'Iraq. Questo fatto lo colpisce profondamente, ritenendo un'ingiustizia la presenza di truppe infedeli sul sacro suolo del Profeta Maometto. Si convince così che è arrivato il momento di combattere l'altra superpotenza infedele, quegli stessi Stati Uniti che lo avevano in precedenza sostenuto e finanziato. Fonda così Al Qaeda (la Base), un'organizzazione del terrorismo integralista islamico che compirà attentati tanto all'interno quanto all'esterno dei confini statunitensi.
Fra gli altri si ritiene siano opera di tale organizzazione l'attentato dell'ottobre 2000 contro l'incrociatore statunitense Cole, nei mari dello Yemen (in cui persero la vita 17 marinai americani) e i due attentati dell'agosto 1998 contro le ambasciate Usa di Nairobi, in Kenya, e di Dar-es Salaam, in Tanzania, che provocarono la morte di 224 persone. Cacciato dal Sudan nel 1996, dov'era stato ospitato per alcuni anni, trova rifugio nell'Afghanistan del talebani, dove rimane fino all'attacco americano successivo alle stragi dell'11 settembre, di cui è ritenuto il mandante.
Da allora è scomparso nel nulla, anche se i servizi segreti Usa ritengono si nasconda sulle montagne al confine tra Afghanistan e Pakistan assieme al suo braccio destro, il medico egiziano Ayman al-Zawahiri. Vivrebbe protetto dai talebani in caverne naturali attrezzate però con le più moderne e sofisticate apparecchiature tecnologiche. le sue condizioni di salute sembra siano tutt'altro che buone.
"E' difficile immaginare che la Cia corra per reclamare il suo credito per un Frankenstein come questo" scriveva circa tre anni prima del disastro di New York e Washington, Michael Moran, direttore dell'Informazione Internazionale della catena giornalistica americana Msnbc in merito al più "illustre" alunno della Cia, Osama Bin Laden. In questo articolo premonitore pubblicato il 24 agosto 1998 con il titolo "Bin Laden and his Cia Connections Come Home to Roost" il giornalista spiegava perché e come il dirigente fondamentalista arrivò ad essere il più "fidato" discepolo della Cia in Afganistan e anche perché e come sfuggì al controllo dell'Agenzia di spionaggio trasformandosi nel suo più temibile nemico.
Nella Cia questo capita abbastanza frequentemente tanto da avere un nome in codice: blowback. In poche parole questo è il termine che descrive un agente o un'operazione che si è rivoltata contro il suo creatore. Osama, il nemico pubblico numero uno, è la personificazione di un blowback. Se Bin Laden si è trasformato in un blowback è proprio colpa della Cia crive Moran: "Armare una coalizione multinazionale di estremisti islamici in Afganistan negli anni 80 - molto dopo della distruzione delle caserme dei marines a Beirut o del dirottamento del volo 847 della Twa - fu un errore storico".
Il giornalista prosegue con la biografia di Bin Laden come risulta in vari documenti che ha potuto ottenere dalla Cia o da altre fonti. Così si apprende che ereditò un'immensa fortuna ma nel '79 lasciò la sua terra natale, l'Arabia Saudita, per andare a combattere i sovietici in Afganistan. Nel '84 Bin Laden dirigeva un'organizzazione di facciata, Maktab al-Khidamar (Mak) che raccoglieva denaro, armi e combattenti per il conflitto afgano. Ciò che la Cia non rileva, scrive il giornalista di Msnbc, è che la Mak fu "creata dai servizi segreti del Pakistan (Isi) il canale per eccellenza usato dalla Cia per la guerra nascosta contro i sovietici in territorio afgano".
Secondo Moran, la Cia, preoccupata per il tradizionale frazionismo degli afgani era giunta alla conclusione che i combattenti fondamentalisti arabi che accorrevano in Afganistan erano più facilmente manovrabili che gli afgani immersi nelle loro complesse rivalità tribali. Così Bin Laden, con un gruppo di militanti islamici proveniente da Egitto, Pakistan, Libano, Siria e dai campi profughi palestinesi, diventò il socio di "fiducia" della Cia nella guerra nascosta contro l'URSS.
Con la conclusione della guerra, nel 1989, Bin Laden era "considerato per la Cia come una specie di dilettante -un ricco ragazzotto saudita che era andato alla guerra ed era stato accolto come un eroe dalla monarchia saudita che lui odiava-. Nel mentre aveva abbandonato il Mak per fondare un nuovo gruppo, al-Qaeda (La Base), che raccoglieva i membri più estremisti del Mak conosciuti in Afganistan. Il giornalista aggiunge:"Chi ha preso la decisione di dare ai ribelli afgani una fortuna in finanziamenti coperti e armi del migliore livello giustifica la decisione con le esigenze della guerra fredda".
Scrive Moran che il senatore Orrin Hatch, un repubblicano del Comitato di Sicurezza e uno dei responsabili di questa decisione, ha confidato ad un giornalista che avrebbe adottato la stessa decisione oggi pur sapendo ciò che Bin Laden avrebbe fatto in seguito. "Ne valeva la pena" ha detto l'uomo politico che si giustifica dicendo: "la guerra in Afganistan ha giocato un ruolo importante nel crollo dell'URSS".
26. 2. 2004
Enrico Piovesana
http://it.peacereporter.net/articolo/2961/Osama+Bin+Laden 
Georgia-Guida-Stones-Fukushima-11 https://tatoott1009.com/2015/09/22/st-germain-drops-911-bombshell-proof-that-osama-bin-laden-was-cia-and-died-in-2001-osama-bush-cia-connections/

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Vaccinazioni: Lettera al Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano

Vaccinazioni: Lettera al Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano

Di Dario Miedico 

Egregio dr. Roberto Carlo Rossi, Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano e, per suo tramite, egregi Colleghi aderenti

ho riscontrato con stupore la lettera di convocazione presso la sede dell'Ordine per il giorno 27 gennaio p.v. e devo dire che, occupandomi specificatamente in qualità di medico legale di vaccinazioni da quasi quarant'anni,di centinaia di casi di reazioni avverse a 
vaccinazione, anche gravi e persino mortali, di innumerevoli domande di risarcimento in base alla Legge 210 del 1992 anche in decine e decine di procedimenti legali, dopo aver tenuto centinaia di conferenze in giro per l'Italia e non solo (ho tenuto un discorso su questo tema anche al Parlamento Europeo nel 2003) aver rilasciato interviste scritte, radiofoniche e televisive, aver sostenuto dibattiti televisivi e partecipato ad approfondimenti davanti alle Istituzioni sia a livello regionale che in Commissione al Senato della Repubblica, in fase iniziale avevo maturato la convinzione che prima o poi sarebbe arrivata, ma dopo un certo punto avevo mutato opinione arrivando a pensare che, in un paese che ha nella sua legislazione il principio del Consenso Informatodella Libertà Terapeutica e del rispetto della Libertà Individuale, le mie tesi a favore della Libertà di Vaccinazione, di Informazione e di democratico confronto tra posizioni scientifiche diverse avessero avuto ragione del mio precedente scetticismo.

Evidentemente mi sbagliavo, ma mi sorge il sospetto che dietro alle accuse scorrette ed infondate che mi vengono mosse, dopo tutto questo tempo nel quale ho potuto professare liberamente le mie convinzioni, non vi sia un particolare accanimento nei miei confronti, ma in realtà vi sia il motivo che l'Italia, divenuta nel 2015 Capofila delle vaccinazioni su incarico dell'OMS, abbia la necessità di dimostrare che non lascia nulla di intentato per scoraggiare le voci, più o meno autorevoli, che muovendo critiche alle modalità, alle tempistiche ed alle imposizioni più o meno ricattatorie con le quali si affrontano le campagne vaccinali attualmente, hanno fatto si che i livelli di copertura in diverse regioni siano scesi al di sotto delle medie precedenti.

Mi spiace, perché ritenevo che il tempo dei processi alle streghe fosse stato in qualche modo superato, ma nello stesso tempo mi sento onorato e contento di questa inaspettata opportunità, che mi consente di fare pubblicamente strame di tutta una serie di affermazioni, accuse e menzogne che mi sono state attribuite ed insieme a me vengono scaricate su chiunque, attualmente, abbia il coraggio di esprimere senza peli sulla lingua il proprio pensiero, anche in tema di vaccinazioni.

Non posso fare a meno di ricordare, in questa occasione, che anche il prof. Giulio Maccacaro, con il quale ho avuto l'onore di fondare nel 1976 Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute, organizzazione della quale tutt'ora faccio parte, venne convocato presso la direzione dell'Ordine e scrisse una famosa lettera al Presidente, reperibile nella raccolta dei suoi scritti, con la quale rifiutò di mantenere nell'ambito di un procedimento disciplinare interno un dibattito che meritava invece la massima diffusione, partecipazione e pubblicità.

Per questo vi espongo, in modo estremamente sintetico, i capisaldi del mio ragionamento, che in modo più completo ed esaustivo potrete, se vi interessa, leggere sulla rivista Medicina Democratica o ascoltare sulle registrazioni che qualche attento partecipante ha raccolto e postato su You tube, a volte anche a mia insaputa.

Non è vero che sono contrario alle vaccinazioni.

È una affermazione stupida prima ancora che falsa.

Nessun medico potrebbe fare una simile affermazione senza sentirsi ridere in faccia.

Sarebbe come affermare che si è contrari per principio agli interventi chirurgici, agli antibiotici o ai parti cesarei.

Ritengo invece, ed ho sempre affermato pubblicamente, che sono critico rispetto alle modalità attuali con le quali vengono praticate le vaccinazionia cominciare dall'obbligatorietà di legge, non in linea con i principi del diritto a livello mondiale ed europeo ma soprattutto non più al passo con i tempi, metodo cui non possono fare a meno di ricorrere solo i paesi incapaci di convincere la popolazione governata con argomenti validi e persuasivi.

Sono altresì fortemente critico rispetto alla mancata informazione, soprattutto relativamente alle possibili reazioni avverse, che frettolosamente viene fornita in moltissimi consultori dove in pochi minuti e con rassicurazioni non congrue si pratica una vaccinazione a ritmi da catena di montaggio, così come lamentato da migliaia di mamme e papà nelle numerosissime conferenze dibattito alle quali ho partecipato.

Sono infine fortemente critico sulla scarsa attenzione con la quale spesso i piccoli vengono monitorati prima e dopo la vaccinazione, ignorando in questo modo anamnesi individuale, familiare e possibili controindicazioni che potrebbero in molti casi, quantomeno, suggerire di sospendere o rinviare alcune vaccinazioni se non di non eseguirle affatto.

Eppure non ho mai sentito che un medico che abbia scoraggiato un paziente anziano dal sottoporsi ad un inutile intervento chirurgico, una mamma dal non esagerare nella richiesta di antibiotici per il proprio bimbo al minimo accenno di febbre, o che abbia motivato la propria contrarietà ad un parto cesareo non ritenuto necessario sia mai stato per questo sottoposto ad un qualsiasi procedimento disciplinare, o anche solo considerato antiqualcosa, così come invece attualmente sta succedendo ai laureati in medicina che mostrino pubblicamente un pensiero critico in tema di vaccinazioni.

Non solo, ma ho avuto anche l'ardire di sostenere pubblicamente che le attuali decisioni di alcune Regioni o alcuni Comuni di negare l'accesso ai piccoli al nido se non sottoposti al ciclo vaccinale siano contrarie non solo al diritto ma anche al buon senso, definendole oltretutto discriminanti sotto il profilo di classe.

Questo perché non vaccinato non significa automaticamente malato, perché anche il bimbo vaccinato può essere inconsapevolmente un portatore sano, perché si generano automaticamente false convinzioni, perché non vi sono reali rischi o epidemie in corso che possano giustificare comportamenti limitativi delle libertà individuali ed impedire quindi la libertà di esercitare un proprio diritto costituzionale senza conseguenze sul piano sociale e giuridico, ed infine perché in questo modo solo i figli di cittadini abbienti potranno decidere di continuare a non vaccinare i propri figli se lo riterranno giusto, mentre coloro che non potranno fare a meno del servizio sociale dovranno sottoporsi ad un ingiusto ricatto, attuato inoltre contrapponendo un diritto, quello alla salute, ad un altro diritto, quello alla socializzazione già in tenera età.

Prenderò quindi parte all'incontro propostomi dal Presidente dell'ordine di Milano al quale appartengo, per rispetto Suo e di tutti i Colleghi che ne fanno parte, ma mi rifiuterò di prestare il fianco ad un processo antistorico ed illiberale che fa ripiombare l'Italia nei più bui periodi dell'Oscurantismo medioevale o quantomeno in quelli degli anni 60 quando, a fronte del rifiuto vaccinale, qualche fanatico residuo del ventennio azzardava al Tribunale dei Minori la richiesta della sospensione della patria potestà ai genitori e la vaccinazione coatta.

Più che la mia libertà personale di esprimere liberamente e democraticamente il mio pensiero in tema di vaccinazioni, così come su qualsiasi altra questione, rivendico quindi per ogni medico la piena libertà di applicazione dell'art. 4 del nuovo codice di deontologia medica recentemente approvato: "art. 4 - libertà e indipendenza della professione. Autonomia e responsabilità del medico. L'esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico ispira la propria attività professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura.", comprendendo quindi tra le imposizioni ed i condizionamenti anche le minacce ritorsive purtroppo da più parti invocate.

Fonte http://www.informasalus.it/it/articoli/lettera-ordine-medici-milano.php# tratto da http://notiziaconsapevole.blogspot.it/2017/01/vaccinazioni-lettera-al-presidente.html

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Genitori uniti contro l'obbligo vaccinale. #NonVaccinoSenzaCriterio


Questa volta non farò un breve excursus per quanto riguarda tutte le regioni poiché da quello che potete capire leggendo i giornali o guardando la TV, stiamo lentamente ed inesorabilmente “degenerando” più o meno dovunque.

Abbiamo pensato che sarebbe interessante iniziare a postare le testimonianze dei genitori sia su questo blog ma che sul sito dei “Genitori del NO Emilia Romagna” che vi invito a visionare a http://genitoridelno-emiliaromagna.webnode.it/. Questo perché spesso i genitori che vaccinano non sanno che spesso anche chi non vaccina ha le stesse paure, si è pur sempre genitori che devono prendere delle scelte. Serve anche per far capire che le scelte non si fanno tanto per fare, ma si hanno grandi responsabilità nei loro confronti.
Per chiunque volesse raccontare la propria storia, che verrà pubblicata in forma anonima, chiediamo di inviarla a genitoridelnoer@gmail.com oppure info.liberidallobbligo@gmail.com scrivendo come oggetto “Testimonianza”.

Risulta di questi giorni la comunicazione che le ASL inviano mail ai genitori comunicando, sulla base di una circolare, che non ho ancora trovato, che basterebbero 3 delle 4 vaccinazioni obbligatorie per accedere ai servizi 0 – 3 anni. Una circolare ha un valore legale pari a zero, e sarebbe da inserire come integrazione al regolamento attuativo pubblicato, ma indifferentemente da tutto ciò, una circolare non può affermare che, nella pratica, un obbligo di legge non può essere adempiuto poiché manca il vaccino.
Questo punto credo personalmente possa essere il primo di una lunga serie di problematiche che verranno fuori nei prossimi mesi.
Siamo fiduciosi!
Colgo l'occasione per salutarvi calorosamente e dirvi di resistere. Non siamo soli e non siamo pochi!

Ana Diana Demian

I link ai gruppi regionali che esistono.

Genitori del NO Emilia Romagna 
https://www.facebook.com/groups/524345757775541/

Comitato genitori per la libertà di scelta FVG
https://www.facebook.com/groups/333803580333737/

Vaccini (MC) Genitori per la vita  (Marche)
https://www.facebook.com/groups/VACCINIMC/

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Scienziati: “Dieta a basso contenuto di carboidrati “fa morire di fame” il cancro”

Diversi studi scientifici, insieme alla comprensione del meccanismo di funzionamento dello sviluppo delle cellule tumorali, mostrano come cibi ad alto indice glicemico siano il nutrimento migliore per il cancro glicemia cancro
I medici ormai non hanno più scuse: devo informarsi ed aggiornarsi agli studi scientifici degli ultimi anni che mostrano una connessione chiara e netta tra alimentazione e cancro. Come afferma lo stesso Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori, “ai nostri pazienti negli ospedali diamo il peggio del peggio”. Su Dionidream ormai sono centinaia gli articoli che mostrano l’impatto enorme del cibo sulla salute, e ancora di più sono i commenti e le testimonianze degli utenti che cambiando piccole e grandi abitudini di vita hanno risolto problemi che si portavano dietro da anni che le cure farmacologiche non erano riuscite a curare.

Abbassare la glicemia nei pasti “fa morire di fame” il cancro

Le cellule tumorali metabolizzano il glucosio a ritmi elevati ed hanno una maggiore sensibilità alla riduzione del glucosio. Tuttavia, i meccanismi molecolari precisi che portano a diverse risposte a glucosio restrizione tra cellule normali e tumorali cominciano ad essere pienamente compresi solo da poco tempo.
In realtà già nel 1931, il premio Nobel per la medicina, il tedesco   Otto Warburg, Ph.D ,ha scoperto che le cellule tumorali hanno un metabolismo energetico fondamentalmente diverso rispetto alle cellule sane. Il punto cruciale della sua scoperta era che i tumori maligni spesso mostrano un aumento della glicolisi anaerobica – un processo in cui viene utilizzato il glucosio come combustibile dalle cellule tumorali con l’acido lattico come sottoprodotto anaerobico – rispetto ai tessuti normali. Le cellule sane hanno un assoluto bisogno di ossigeno mentre le cellule tumorali possono vivere perfettamente senza grazie al solo glucosio. La grande quantità di acido lattico prodotto da questa fermentazione del glucosio da cellule tumorali viene quindi trasportato al fegato. Questa conversione del glucosio a lattato genera un, pH più basso, più acido nei tessuti cancerosi così da causare affaticamento fisico generale da acido lattico. Proprio per questo in campo medico si parla sempre di più di alcalinizzazione dei tessuti e dieta alcalina.
Nel 2010 i ricercatori del Center for Aging e del Comprehensive Cancer Center dell’Università dell’Alabama hanno pubblicato uno studio scientifico su FASEB Journal in cui hanno analizzato la risposta al glucosio di cellule polmonari umane normali e precancerose (ovvero in uno stadio che precede di poco la trasformazione tumorale vera e propria). Entrambi i tipi cellulari sono stati fatti crescere in vari terreni di coltura, ricevendo quantità di glucosio normali o ridotte nel corso di alcune settimane per vedere come e quanto si moltiplicavano e per registrarne la sopravvivenza. I risultati parlano chiaro: se lo zucchero a disposizione scarseggiava, le cellule normali vivevano più a lungo, quelle pre-tumorali morivano. Inoltre valutando l’espressione e l’attività di alcuni geni i ricercatori hanno visto che la dieta a basso contenuto di glucosio stimolava un aumento dei livelli di telomerasi, l’enzima che «mantiene giovani» e ostacolava un gene che ne riduce l’attività. Infatti i telomeri sono le strutture terminali dei cromosomi che si accorciano man mano che si invecchia).
Nel 2012 gli scienziati dell’Università Rey Juan Carlos di Madrid hanno scoperto un altro meccanismo chiave che collega il cancro agli alti livelli di zucchero. Lo studio pubblicato sulla rivista Cell dimostra che elevate quantità di glucosio nel sangue, come quando consumiamo un pasto ricco di zuccheri e farine, stimolano una proteina chiamata β-catenina che era già nota essere un fattore importante nello sviluppo di molti tumori specialmente nei primi stadi della progressione del cancro. Lo studio ha quindi dimostrato che un alto livello di zucchero induce un accumulo nucleare di β-catenina che porta alla proliferazione del cancro.

Lo zucchero crea le cellule tumorali

Ma non finisce qui. Nel 2014 i ricercatori della University of California hanno pubblicato uno studio straordinario sul Journal of Clinical Investigation. Gli autori affermano: “Vi è una notevole rinascita di interesse per il ruolo della glicolisi nel cancro. Tuttavia, l’aumento della glicolisi è visto spesso come conseguenza di eventi oncogenici che guidano la crescita delle cellule maligne e la loro sopravvivenza. Qui forniamo la prova che l’aumento di attivazione della sola glicolisi può essere un evento oncogenico in un modello di coltura 3D fisiologicamente rilevanti.” Essi dimostrano infatti che l’aumento del glucosio nel corpo porta alle prime fasi di creazione delle cellule tumorali, mentre la cessazione di assunzione del glucosio inverte le cellule cancerogene in cellule normali.
In sintesi: I cibi ad alto indice glicemico sono cancerogeni e alimentano le cellule tumorali già esistenti. 

Come impedire eccessive quantità di glucosio nel sangue

Il glucosio è un nutrimento per tutte le cellule sane, tuttavia come ogni cosa, quando è in eccesso crea danni. Questa problematica è molto grave negli ultimi anni a causa del cambiamento repentino di alimentazione che in sole due generazione è avvenuto negli esseri umani. La raffinazione di farine e cereali insieme alla commercializzazione su larga scala di zucchero, miele e dolcificanti vari, ha portato al consumo di cibi ad alto indice glicemico.
L’indice glicemico è una misura di quanto un determinato alimento influisce sulla glicemia. Cibi ad alto indice glicemico innalzano molto e velocemente la glicemia e questi cibi sono: tutti gli zuccheri (raffinato, grezzo, canna), miele, dolcificanti, farine bianche, riso bianco, pasta, pane, pizza. 
cibi ad alto indice glicemico entrano nel flusso sanguigno molto rapidamente ed è il modo più efficace per alimentare le cellule tumorali esattamente ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere. Così, ogni volta che una persona con il cancro o con cellule pre-cancerose mangia questi cibi in qualsiasi forma (zucchero da tavola bianco, dolci, biscotti, caramelle, o di alimenti trasformati con aggiunta di zucchero), è come se sta gettando benzina sul fuoco!.
Quindi le terapie per il cancro dovrebbero comprendere la regolazione dei livelli di glucosio nel sangue attraverso la dieta. E’ importante accompagnare ogni pasto con una abbondante porzione di verdure crude e/o cotte che permettono di abbassare l’indice glicemico del pasto. Le verdure amidacee invece, come le patate, devono essere consumate in piccole quantità, così come la frutta dolce (banane, cachi, ecc..) che ha un elevato contenuto di fruttosio. Consumare pesce, carne bianca, uova biologiche e grassi sani che non hanno alcun impatto negativo sulla glicemia e anzi svolgono la funzione di stimolare una dieta chetogenica ad alto valore terapeutico (se consumati senza carboidrati).
Consiglio. Proprio qualche giorno fa abbiamo spiegato come l’aceto di mele permetta di abbassare la glicemia, oltre a migliorare la digestione, il metabolismo e il sonno. Come fare: bevi un bicchiere d’acqua a cui aggiungi un cucchiaio di aceto di mele 10 minuti prima dei pasti principali.
Riferimenti
– Yuanyuan Li et al. Glucose restriction can extend normal cell lifespan and impair precancerous cell growth through epigenetic control of hTERT and p16 expression. FASEB J. 2010 May; 24(5): 1442–1453.
– Ana Chocarro-Calvo et al. Glucose-Induced β-Catenin Acetylation Enhances Wnt Signaling in Cancer. Molecular Cell 10.1016/j.molcel.2012.11.022
– Yasuhito Onodera et al. Increased sugar uptake promotes oncogenesis via EPAC/RAP1 and O-GlcNAc pathways. J Clin Invest. 2014 Jan 2; 124(1): 367–384. Fonte; https://www.dionidream.com/glicemia-cancro/

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Troppo fruttosio danneggia il fegato dei bambini

Ecco una verità difficile da immaginare. L’ha messa in evidenza uno studio dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Troppo zucchero rischia di trasformarsi in “veleno” per il fegato dei bambini.
Il pericolo arriva dal fruttosio, aggiunto ai cibi e alle bevande, capace di scatenare dei meccanismi simili a quelli dell’alcol.
Il rischio di gravi malattie epatiche
Ogni grammo in eccesso rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi.
I ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, per la prima volta, hanno dimostrato i danni del fruttosio sulle cellule del fegato dei più piccoli. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Hepatology.
La differenza (negativa) col glucosio
A differenza del glucosio, che può essere utilizzato quasi da ogni cellula del nostro corpo, il fruttosio può essere metabolizzato solo dal fegato, perché esso è l’unico organo in cui è presente il suo trasportatore.
Uno studio condotto su 271 bambini
Lo studio è stato condotto tra il 2012 e il 2016 su 271 bambini e ragazzi affetti da fegato grasso.
In un bambino su due gli esami effettuati hanno rilevato livelli eccessivi di acido urico in circolo.
”Diversi studi hanno provato che l’elevato consumo di zucchero è associato a numerose patologie sempre più frequenti in età pediatrica come l’obesità, il diabete di tipo II e le malattie cardiovascolari. Ma poco si sapeva del suo effetto sul tessuto epatico, almeno fino ad oggi”: sottolinea Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epato-metaboliche del Bambino Gesù.
Preoccupazione per succhi di frutta e merendine
E aggiunge: ”Con la nostra ricerca abbiamo colmato la lacuna. Gli spuntini dei bambini dovranno essere solo eccezionalmente a base di succhi di frutta o merendine confezionate e non la regola quotidiana”.

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