lunedì 5 gennaio 2015

La truffa della CO2 e la bufala dell’aumento della temperatura continuano

Tratto da www.stampalibera.com
I poteri forti sovrannazionali hanno fretta di aprire il fronte cinese e perciò liberano lo scagnozzo Kerry a minacciare per la seconda volta in pochi mesi direttamente la Cina, rea di avere le fabbriche e produrre oggetti che sono venduti in massima parte in USA. Stanno cercando di unire il mondo sotto la loro bandiera per giustificare un'aggressione alla Cina a cui gli americani devono somme immense per essersi indebitati per decenni?
Gli USA per parte loro hanno emesso una legge nazionale che li esonera a rientrare nei limiti imposti dai protocolli di Kyoto per la riduzione delle emissioni di CO2. Insomma tutta questa storia è una truffa colossale. Ovviamente tutti omettono il fatto clamoroso che un aumento di CO2 significa un aumento della biomassa vegetale che si ciba della CO2, come le foreste, per offrire in qualche anno un riequilibrio di ossigeno e anidride carbonica per l'appunto.
Quello che sconvolge è il fatto che nessun media lo dica ed il mondo occidentale instupidito si presti un'ennesima volta a promuovere questa bufala del riscaldamento climatico. La faccenda è stata invece esposta con la debita attenzione dal sindaco di Londra che ha informato la cittadinanza sulla Piccola Era Glaciale in corso e dal deputato europeo Nigel Farage che ha portato ed esibito in parlamento una foto da satellite in cui si evidenzia un aumento del 60% dei ghiacciai.
Intanto il raffreddamento del pianeta è cosa conclamata ed inquietante e sta producendo danni immensi al mondo vegetale ed al settore primario, l'agricoltura. La maggior parte degli scienziati sta già mandando l'allarme come si leggerà nell'articolo del meteo ma il regime continua a testa bassa ad all'armare sul riscaldamento climatico quando ben sappiamo che l'attuale effetto serra è costituito dalle irrorazioni chimiche che provocano una cappa di polveri che impedisce il riscaldamento del suolo in estate e il gelo a gennaio.

Vi spiego come funziona la mafia dei contratti sulle emissioni di CO2Articolo del Sole24ore
Certamente quello di cui parleró é un poco al di fuori dal tema del blog, ma ne é sicuramente connesso trattandosi di qualcosa che sta permettendo con un semplice giro di carte sui diritti di emissione della “micidiale” CO2, di far arricchire pochi furbi.Tutti sappiamo cosa sono i contratti di emissioni di CO2, in pratica una azienda che vuole o deve emettere piú CO2 compra i diritti di emissione da altri paesi, meno industrializzati o con grandi estensioni di foreste, un certo quantitativo di diritti per poter emettere piú CO2.
In Europa questi contratti tra i paesi membri sono esenti da IVA essendo commercializzazione entro paesi comunitari. Esistono delle societá, quasi sempre societá di facciata o fantasma, che comprano in blocco questi diritti da un paese membro e li introduce in un altro paese sempre comunitario, e questa societá connessa sempre alla prima, a sua volta vende tali diritti alle aziende industriali del proprio paese che hanno la necessitá di emettere CO2, e fattura tale diritto con l´applicazione dell´IVA, trattandosi in questo caso di commercio tra due societá della stessa nazione.
Quando arriva il momento di fare la dichiarazione IVA trimestrale le societá venditrici sono giá chiuse. Non esistono piú! E l´IVA rimane nelle loro tasche! Lo stesso succede con la prima societá acquirente dei diritti che rapidamente, nel giro di pochissimi mesi, chiude senza lasciare tracce.
Semplicissimo!
La CO2 si presta benissimo a questo tipo di frode di giro perché non ha bisogno di bolle di accompagnamento, non esiste un trasporto, non esiste logistica, non esiste nulla!
L´Europol ha calcolato a dicembre scorso che il denaro frodato con questo semplicissimo meccanismo potrebbe essere intorno ai 5.000 milioni di Euro, e che il 90% del mercato su questi diritti di emissioni era fraudolento.
L´Europol ha anche scoperto che la maggior parte di queste societá che comprano i diritti di emissione per poi rivenderle erano societá rumene che offrivano enormi volumi di compravendita di CO2 e una ottima commissione alle societá compratrici se lavoravano con loro. Anche molte societá immobiliarie si sono gettate a capofitto in questo lucroso mercato.
E qualcuno sarebbe tanto ingenuo da pensare che le varie organizzazion mafiose non si siano infilate anima e corpo in questo lucroso commercio? Ma l´Italia, cosí come molti altri paesi europei, per adesso non investigano, perché anche ai governi va bene la cosa come é adesso, per cercare di mantenere alta la produzione industriale dopo una grave crisi economica-finanziaria che ha colpito tutti.
Un meccanismo di difesa sarebbe poi semplice da applicare, cambiare in questo caso la legge in modo che siano le societá compratrici a dover pagare l´IVA al paese venditore senza attendere l´ulteriore passaggio.
Ma la mafia é potente ed é inserita in molti governi o sottogoverni europei, e questa semplice misura di salvaguardia non viene presa.
Un’altra prova dell´inserimento “mafioso” nei governi europei e mondiali, la possiamo chiaramente vedere nella fine dell´inchiesta del Parlamento inglese sul Climagate. Tale inchiesta é finita in un nulla, e la cosa non ci sorprende minimamente. Contrariando tutte le evidenze l´inchiesta ha concluso che gli scienziati fraudolenti non hanno fatto nulla di male.
La barca dell´AGW e dell´IPCC sta affondando, ma gli interessi che stanno dietro al presunto e fantasioso Riscaldamento Globale causato dall´uomo e i diritti commerciali, questi molto piú reali, sui diritti della CO2 sono molto importanti e tutto lo scandalo deve essere dimenticato. Ci sono altre inchieste in corso, ma potete essere certi che anche queste finiranno nel nulla piú assoluto. La mafia e l´arricchimento di pochi noti deve continuare, che il popolo e la vera ecologia vada a ….

Cresce il numero di scienziati che crede nell'imminenza di una nuova era glaciale
Un sole così scarsamente attivo prepara davvero il terreno ad una imminente glaciazione?
David Hathaway, Neil Snyder, Don Easterbrook, Nicola Scafetta, James Overland, George Kukla, Vladimir Paar, Timo Niroma, Dr. Vladimir Kaftan, George Moore, sono alcuni tra i tantissimi scienziati che ritengono plausibile la teoria di Abdussamatov di una glaciazione imminente, dovuta alla scarsa attività solare. Costoro rilasciano dichiarazioni che stanno mettendo in gran subbuglio il mondo scientifico, soprattutto i membri dell'Ipcc, che continuano sulla strada del riscaldamento globale senza ritorno.
Alcune affermazioni del folto gruppo di scienziati che sposa la causa "solare" come causa principale dei cambiamenti climatici, hanno catturato in particolare la nostra attenzione: la debolezza del ciclo solare in cui stiamo entrando farà precipitare la temperatura a livello globale di almeno un grado e mezzo nel giro di pochi anni; oltretutto, continuano, il periodo di bassa attività solare risulterà decisamente lungo e raggiungerà la sua fase di palese "dormienza" entro i prossimi 5-10 anni.
La possibilità di un raffreddamento globale è altissima, siamo oltre il 90% e potremo sperimentare gli effetti di una piccola era glaciale per almeno mezzo secolo e forse anche di più, già a partire dal prossimo inverno.
Il minimo solare potrebbe essere simile al minimo di Dalton.Il raffreddamento globale raggiungerà il picco intorno al 2030. Altri spostano più avanti il periodo in cui giungerà il vero freddo, cioè al 2040, ma tutti concordano sulla durata, almeno mezzo secolo.
Gli scienziati si rifanno ad un dato statistico incontestabile: tutte le volte che il sole ha presentato scarsa attività prolungata nel passato, le temperature sono scese mediamente di oltre un grado.
Ci si chiede allora quali potrebbero risultare le nazioni più colpite. Su tutte quelle nordalpine come la Svizzera, l'Austria, ma anche la Germania, a seguire la Polonia, l'Ucraina, ma anche l'Ungheria, la Repubblica ceca, ma naturalmente tutto il nord Europa, il Regno Unito, la Francia e persino il nord Italia ne risentirà in maniera pesante.
Tutte queste popolazioni dovranno mettere in conto un enorme incremento dei consumi energetici.
Quindi ci sono ormai due certezze ufficiali che vanno nella direzione completamente opposta: una grossa parte del mondo scientifico dice che stiamo andando verso un caldo senza precedenti per colpa nostra e dovremo prepararci a sacrifici tremendi, (gli altri, una minoranza va detto) che ci stiamo per raffreddare senza alcuna colpa, ma con conseguenze ugualmente drammatiche e gravi, anche più gravi di quelle legate al riscaldamento.
Ci sono anche altri dati che confondono ulteriormente le idee:
sia i sostenitori del global warming che quelli del global cooling dichiarano che un aumento (o diminuzione) importante delle temperature viene accompagnato da eventi atmosferici di eccezionale gravità, come le inondazioni.
In realtà poco prima dell'inizio dell'era glaciale, nel 1300, vi furono spaventose e ripetute inondazioni lungo il corso del Po in Italia.
Nel primi decenni del 1300 l’ultima Piccola Era Glaciale cominciò con un una fase di raffreddamento che portò ad un’aumento delle alluvioni del Po, non mancarono tornado in Valpadana, nel 1342 vi fu la famosa piena del Millennio del Reno e per gran parte del 300 si susseguirono alluvioni ed inondazioni sul nostro Paese, specie con interessamento del Po. Alluvioni e catastrofi dettate da eventi atmosferici peraltro si registrano anche adesso in egual misura, non solo in Italia, ma un po' in tutto il mondo.
Chi avrà ragione allora?
Da notare anche il trend climatico inglese, sempre più votato a freddo, neve, pioggia, inondazioni, tanto da far allarmare persino Sua Maestà la Regina Elisabetta. La neve dal 2008-2009 è SPESSO tornata a visitare il Regno Unito con una incredibile e rara costanza.
Inoltre le eccezionali basse temperature dell'Antartide e la crescita dei suoi ghiacci fanno almeno dubitare che tutto stia andando verso un caldo senza fine, o no?
Ed ecco i titoli allarmistici dell'Ansa per gli italioti che se la berranno.
Allarme Onu sul clima: "Gas serra ai massimi da 800mila anni, resta poco tempo"
Ipcc, poco tempo per stare sotto soglia 2 gradi riscaldamento
Le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera hanno raggiunto i più alti livelli "in 800 mila anni", "resta poco tempo" per riuscire a mantenere l'aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi: è la sintesi del rapporto del Gruppo di esperti sul clima dell'Onu (Ipcc).
"L'azione contro il cambiamento climatico può contribuire alla prosperità economica, ad un migliore stato di salute e a città più vivibili": lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, dopo la pubblicazione a Copenaghen del nuovo rapporto Ippc sui cambiamenti climatici. "Questa è la valutazione più completa del cambiamento climatico mai fatta. Dobbiamo agire ora per ridurre le emissioni di CO2 ed evitare un peggioramento del clima, che si riscalda a una velocità senza precedenti", ha aggiunto.
"Il rapporto Ipcc sui gas serra è una chiamata alle responsabilità per il mondo. Europa guida verso Lima e Parigi2015, ma ora serve presa coscienza globale": lo scrive il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti su Twitter. Galletti è in Cina dove solleciterà il suo omologo ad un impegno sui gas serra.
"Quelli che decidono di ignorare o di contestare i dati chiaramente esposti in questo rapporto, mettono in pericolo noi, i nostri figli e i nostri nipoti": questo il commento del segretario di Stato Usa, John Kerry, dopo la pubblicazione del rapporto Ipcc sul clima. "Più restiamo bloccati sui questioni ideologiche e politiche più i costi dell'inazione aumentano", aggiunge.
IL RAPPORTO ONU - Le emissioni mondiali di gas serra devono essere ridotte dal 40 al 70% tra il 2010 e il 2050 e sparire dal 2100, ha spiegato il Gruppo intergovernativo di esperti sul clima (Ipcc) nella più completa valutazione del cambiamento climatico dal 2007 ad oggi. La temperatura media della superficie della Terra e degli Oceani ha acquistato 0,85°C tra il 1880 e il 2012, hanno aggiunto gli esperti dell'Ipcc riuniti a Copenaghen.

Global Warming? No! neo-glaciazione
Global Warming: ovvero surriscaldamento globale, qualcosa, di cui ormai sentiamo parlare tanto spesso da considerarla la normalità e quindi ciò che ci aspetta nel futuro prossimo. Ma siamo davvero veramente sicuri, che stiamo andando incontro al surriscaldamento globale, all’innalzamento delle acque sua conseguenza, all’interruzione della corrente del Golfo e tutta una serie di cambiamenti climatici drastici? Che secondo il governo americano ed in particolar modo il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ci stanno portando ad un surriscaldamento globale. Il Presidente americano Barak Obama, tende costantemente ad accentuare tale problema e pone spesso il quesito dell’emergenza che gli Stati Uniti dovranno affrontare in seguito a tali cambiamenti climatici nel futuro. Da qualche anno però (nonostante l’insistenza degli Stati Uniti, che ha addirittura redatto piani di emergenza nazionali in collaborazione con il FEMA), è emerso che sia in Artide che in Antartide le calotte glaciali si stanno espandendo in mare e non si stanno più sciogliendo come accadeva anni fa. Giusto per fare un esempio eclatante, il politico britannico Nigel Farage, qualche tempo fa, ha portato all’attenzione del Parlamento europeo una foto scattata dalla NASA nel 2012 al Polo Nord ed una dello stesso luogo del 2013, facendo notare, che la calotta polare del Nord si è espansa di parecchie centinaia di kilometri in tutte le direzioni.
Oggi siamo venuti a conoscenza del fatto che esistono addirittura studi del National Geographic che dimostrano per esempio che al Polo sud, ovvero nel continente antartico, si è avuto un’espansione dei ghiacci in tutte le direzioni in mare, che non ha precedenti fino al 1981, l’anno prima di cominciare l’inesorabile diminuzione dei ghiacci ormai arrestatasi.
Studi e ricerche a parte, basta guardare le foto satellitari per notare la differenza della quantità del ghiaccio negli ultimi tre anni. C’è però un importante dato da precisare, mentre i ghiacci sugli oceani si estendono in maniera incredibilmente veloce, quelli sulla superficie continentale antartica continuano ll suo scioglimento e proprio tale questione, viene utilizzata per suffragare le tesi dei global warming portata avanti dagli USA.
Fino a pochi giorni fa il presidente degli Stati Uniti Obama, ha criticato i parlamentari americani che mettono in discussione la questione, dicendo addirittura che quando sollevano il quesito lui ha la tentazione di abbandonare l’aula, dando per scontato che il global warming sia una realtà incontestabile; ma c’è un dato scientifico importante che deve essere tenuto in considerazione riguardo all’anomalia antartica, ovvero (e sempre National Geographic a confermarlo) che al di sotto del continente antartico ci sarebbe un anomalo movimento molto fluido del mantello terrestre, e che tale anomalia sarebbe la causa del sollevamento del continente e del conseguente riscaldamento sulla sua superficie, che porta a sua volta ad un graduale e lento scioglimento dei ghiacci perenni sopra la terra ferma.
In conclusione, possiamo dire che: non solo il surriscaldamento globale è una favola architettata per scopi politici, ed alimentata con tesi scientifiche superficiali e false, ma addirittura tende a nascondere ciò che sta realmente accadendo, ovvero il contrario. Il nostro sguardo all’Antartide ci dice quindi che siamo prossimi a un probabile sconvolgimento geologico del continente la cui conseguenza diretta ma inspiegabile è una piccola ma rapida neo-glaciazione dei mari circostanti e le cui conseguenze globali non sono note.  Ethan 

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Airnav Radar: gli ultimi sviluppi


Come già dettagliatamente spiegato in un recente articolo, il radar della AirNav Systems ci ha permesso di confermare quanto era ben evidente agli occhi di tutti, ovverosia che i velivoli impegnati nelle Operazioni Clandestine di Aerosol (OAC) non sono quanto sino ad ora affermato da scienziati (venduti), N.A.S.A., giornalisti (venduti) o dagli stessi ministri che, alle interrogazioni parlamentari, hanno dovuto fornire qualche raffazzonata giustificazione. In sintesi i tankers che rilasciano scie a bassa quota non sono aerei commerciali con le loro contrails di cristalli di ghiaccio e residui della combustione, ma quello che noi ben sappiamo: aerei non identificabili che spargono veleni in atmosfera e sulle nostre città.

Il Radar Airnav ci fornisce indicazioni valide per consentirci di affermare, con assoluta certezza, che non siamo di fronte ad aerei di linea ed a quasi innocue scie di condensazione. Ciò si evince da diversi fattori che qui riassumo.


a) I velivoli commerciali segnalati dal radar volano prevalentemente (escludendo le manovre di climbing, decollo ed approccio) a quote comprese traFL300 ed FL400, ovvero tra i 30.000 ed i 40.000 piedi. Essi non sono visibili ad occhio nudo né se ne ode il rombo. D'altronde è sempre stato così nella storia dell'aviazione contemporanea, prima dell'avvento delle scie chimiche. Pensateci!

b) I velivoli civili per trasporto passeggeri o merci percorrono le loro rotte assegnate e visionabili qui di seguito per una veloce visione d'insieme. In ben pochi casi, abbiamo osservato aerei volare fuori dalle rotte ufficiali e, in tali circostanze, gli aeromobili deviavano dal loro corridoio di pochi chilometri.

c) I velivoli della morte (i tankers chimici, termine che manda in bestia i debunkers), pur volando sulla verticale del raggio d'azione del radar e pur essendo visibili ad occhio nudonon vengono in alcun modo segnalati dal radar Airnav, seppure questo sia in grado di identificare la totalità dei velivoli oggi operativi nei nostri cieli, tramite lo standard ASD-B ed il più vecchio Mode-S.

d) Il radar Airnav segnala senza problemi la presenza di aerei militari "regolari", ovvero che emettono dati identificativi alla postazione.

e) tankers chimici volano fuori dalle rotte e quote percorse dagli aerei civili. Essi incrociano in cento direzioni diverse, compiono virate strette e repentine e, come si diceva prima, non vengono intercettati dal radar Airnav (1).

Ora è ovvio che quanto sin qui evidenziato rappresenta un grosso problema per i disinformatori che, imperterriti e con pervicacia maniacale, ci seguono da oltre due anni e continunano a scrivere indisturbati nefandezze e grullerie di tutti i generi nel disperato tentativo di delegittimare le nostre ricerche sulla questione chemtrails. L'ultima "perla", in ordine di tempo, appartiene ad axlman (Paolo Attivissimo in incognito) che, insieme ad altri prezzolati gaglioffi, con bile luciferina, vomita affermazioni prive di fondamento sul forum di Focus e su quelli della R.A.I. Egli affermava che il Radar Airnav non era uno strumento affidabile (in modo tale da invalidare le mie conclusioni sulla non identificabilità dei tankers), non implementando assolutamente il Mode-S e, soprattutto, non riportando la posizione dei velivoli tracciati con il sistema sopra citato. Ovviamente sapeva che così in realtà non è, ma non contento e volendo raccogliere altre informazioni per tentare di confutare le mie conclusioni recenti, ha pensato bene di rivolgersi agli esperti della AirNav Systems.
Putroppo per lui è stato smentito [Qui] e, soprattutto, l'ho colto sul fatto, evidenziando il suo clamoroso tonfo sul forum di (S)Focus la sera stessa. Bene... sapete che cosa è accaduto? Il mio post è stato cancellato integralmente e la mia utenza è stata sottoposta a banning. Insomma, leggendo l'accozzaglia di corbellerie scritte dagli "esperti" di (S)Focus sulla loro dozzinale rivista, avevamo compreso che ormai eseguivano il lavoro assegnato loro da altri e se mai ci volessero altre conferme, ora, con quanto avvenuto sul forum della rivista della scienza-spazzatura, è ormai chiaro che essi hanno deciso con chi stare. La moderazione è una farsa ed ogni intervento degli admin ne è una ulteriore, sfacciata evidenza. D'altronde le meretrici lavorano spesso per uno o più lenoni.

Di seguito vi riporto le domande di axlman sul forum della Airnav Systems e le relative risposte, quindi un breve sunto di quanto avvenuto in questi ultimi giorni sul forumdi Focus.


axlman 
debunker, 
scrive sul forum della Airnav Systems

Hi everybody.
I would like to know which data, exactly, can be received with AirNavRadar about aircrafts that don't have ADS-B but only mode-s.

Thanks in advance for the answers.



AirNav Support scrive sul forum della Airnav Systems
AirNav Systems

Mode-S aircraft show the following:

Mode-S , Aircraft Reg (Derived from Mode-S), Flight Number, Altitude, Change in Altitude, Squawk, Speed.

Hope that helps.



axlman scrive sul forum della Airnav Systems
debunker

I understood that the AirNav could not detect aircrafts without ADS-B at all.

Mode-s does not give the position, so an aircraft with only mode-s does not appear on the map, OK.
But, excuse me for my slowness, does it appear in the aircraft list or not?



Allocator scrive sul forum della Airnav Systems
Sr. Member

I can only answer from personal experience, so here are the sort of aircraft I have seen in the aircraft list, but not on the map:

- Some older Airliners - often propeller aircraft
- Military aircraft - mostly transports, but some fighter type aircraft and helicopters
- Air Ambulance helicopters
- Police helicopters
- Some Private light aircraft like C172, R44 helicopters etc

Aircraft I have not seen in the list or on the map:

- The majority of military fast-jet aircraft
- The majority of light aircraft and helicopters

If you are interested in airliners, then RadarBox is for you.

If you live near a small airfield with only light aircraft, then you almost certainly not see these in the list or on the map.

If you live near a Military base with fast-jet aircraft, these will probably not show in the list or on the map.

What type of aircraft are you interested in, and what do you hope to get from RadarBox - if you tell me that, then I can tell you how successful you will be. However, it isn't possible to say EXACTLY which aircraft you will pick up, but more and more aircraft are being fitted with full ADS-B every day.

See the screen capture below. All these aircraft are in the Live list, but are not plotting on the map (shown by not having the "Globe" symbol). Some of them will plot later, as often the position data appears after the aircraft appears in the list. You can see that there are all sorts of aircraft in the list.


axlman scrive sul forum della Airnav Systems
debunker

Thanks for the answer.

My question comes from a discussion with a guy:

— he says that the AirNav ever detects all the civil airliners and put them on the list, because the AirNav can ever detect ADS-B and mode-s: so, he argues, if an aircraft is not detected by AirNav, that aircraft is certainly a military one

— reading the instruction, I rather suspect that the AirNav does not ever detect and put on the list the airliners with only mode-s: so if an aircraft is not detected by AirNav, it could be a normal civilian airliner

Which one is right?


AirNav Support scrive sul forum della Airnav Systems
AirNav Systems

Hi axlman,

Bit confused by your last post but anyway:

1.) RadarBox can detect ADS-B and Mode-S aircraft
2.) Only ADS-B Aircraft can be tracked on the map the others will be displayed on the aircraft list only.

Any aircraft can either have ADS-B, Mode-S or nothing installed regardless of whether they are military or commercial.

Many civil airlines with older aircraft won't have Mode-S or ADS-B but they are civil. There are also a few rare cases of military jets having ADS-B.

***

Egregora scrive sul forum di Focus...


Esprimo il mio totale disappunto sui tagli effettuati ai post fondamentali nella comprensione della questione airnav radar. Addirittura ho appreso che l’interlocutore dirimente, tale straker, è stato bannato. Non doveva essere fatto, in alcun modo, a prescindere dalle regolette che questo forum si è dato, specie in un delicato momento della discussione, che dovrebbe aiutare tutti i lettori a capire meglio.

Sarebbe gradito che lor signori spiegassero la risposta dell’esperto indirizzata ad axlman in ordine al quesito fondamentale posto all’esperto da axlman stesso:


Hi axlman,

Bit confused by your last post but anyway:

1.) RadarBox can detect ADS-B and Mode-S aircraft
2.) Only ADS-B Aircraft can be tracked on the map the others will be displayed on the aircraft list only
.”

Al di là di poco rilevanti e doverose precisazioni da parte dell’esperto stesso, mi sembra che la risposta non lasci adito a dubbio alcuno sull’operatività sostanziale del sistema radar in questione. Operatività che è quella riferita dal tale straker, bannato da questo forum.

Ovviamente sono pronto a ricredermi qualora mi vengano fornite ragionevoli evidenze del contrario.

Dopo un attenta lettura e rilettura del link postato da te axlman, deduco che le tue supposizioni pur fondate su corretti presupposti teorici, sono state cassate dall’esperto, sulla base dell’esperienza personale dell’esperto stesso.

Mi sembra che questa asserzione dell’esperto dovrebbe far riflettere il lettore:

I can only answer from personal experience, so here are the sort of aircraft I have seen in the aircraft list, but not on the map:

- Some older Airliners - often propeller aircraft
- Military aircraft - mostly transports, but some fighter type aircraft and helicopters
- Air Ambulance helicopters
- Police helicopters
- Some Private light aircraft like C172, R44 helicopters etc

Aircraft I have not seen in the list or on the map:

- The majority of military fast-jet aircraft
- The majority of light aircraft and helicopters


Nonchè questa frase:

All these aircraft are in the Live list, but are not plotting on the map (shown by not having the "Globe" symbol). Some of them will plot later, as often the position data appears after the aircraft appears in the list

Ma soprattutto questa:

If you are interested in airliners, then RadarBox is for you.”

Io ragiono su quello che posso verificare di persona, non entrerò sicuramente nel merito delle asserzioni di Straker riguardo al contenuto delle sue conclusioni. Certo è che Straker, ha dato prova di aver speso i soldi per acquistare il radar, e ha dato prova di averlo usato, essendo le sue asserzioni coerenti con quanto affermato dall’esperto.
L’airnav radar è un ottimo strumento per i voli civili, punto.

:: Aggiornamento del 17 gennaio 2007 ::


Dal pomeriggio di ieri, l'intero network (tutti i servers) della AirNav Systems, sul quale si appoggiano tutti i prodotti dell'azienda statunitense, è fuori uso. I tecnici stanno lavorando per risolvere il problema. Sabotaggio?

(1) I RADAR secondari trasmettono ogni 8 microsecondi la richiesta sull’identità ed ogni 21 microsecondi la richiesta sull’altitudine. L'apparato trasponder presente dentro l’aereo può essere settato a discrezione del pilota (o da remoto - NDR), per inviare sempre l’identita con o senza altitudine. E’ inutile dire che esiste anche il tasto di spegnimento del trasponder oltre alle modalità ALFA e C."

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E' UFFICIALE! TUTTI QUELLI CHE DERIDONO E SCHERZANO SULLE SCIE CHIMICHE PROVENGONO DAL CICAP E APPARENTAMENTI VARI!...

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sabato 3 gennaio 2015

Ecco chi controlla e produce il cibo dei supermercati

 IL GRAFICO OXFAM: LA MAPPA DELLE MULTINAZIONALI DEL SETTORE ALIMENTARE. CLICCA PER INGRANDIRE


Sono dieci i signori che controllano da soli più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Queste multinazionali gestiscono 500 marchi che entrano nelle nostre case quotidianamente. Così pasta, biscotti e caffè diventano globali, anche in Italia. E le grandi questioni, come l’uso di oli e grassi nei prodotti, vengono decise a tavolino

di PAOLO GRISERI


STANNO seduti intorno alla tavola del mondo e controllano da soli più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Sono i 10 signori dell’industria alimentare: 450 miliardi di dollari di fatturato annuo e 7.000 miliardi di capitalizzazione, l’equivalente della somma del pil dei paesi più poveri della Terra. Non sempre sono nomi noti in Italia. Da un secolo la Coca Cola è il sinonimo della multinazionale ma solo gli addetti ai lavori conoscono la Mondelez. Un po’ più numerosi sono gli italiani che ricordano la Kraft, vecchio nome proprio della Mondelez. Quasi tutti invece hanno incontrato al supermercato marchi come Toblerone, Milka e Philadelphia. “I 500 marchi riconducibili ai dieci signori della tavola — spiega Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia — sono spesso vissuti dai consumatori come aziende a sé stanti. In realtà fanno parte di multinazionali in grado di condizionare non solo le politiche alimentari dell’Occidente ma anche le politiche sociali dei paesi più poveri”.

Mentre sono 900 milioni le persone che soffrono la fame (dati Onu settembre 2014) e che vivono sotto la tavola del banchetto sperando nelle briciole, sono 1,4 miliardi gli uomini e le donne che nel mondo hanno il problema del sovrappeso. “Sono due prodotti dello stesso sistema — osserva Barbieri — perché l’80 per cento di coloro che non riescono a sfamarsi vivono nelle campagne e lavorano per produrre cibo”.

Ma cosa è Oxfam? Oxfam è un’organizzazione che si propone di aiutare le popolazioni povere del mondo cercando di redere virtuosi, con campagne e raccolte di firme, i comportamenti delle multinazionali del cibo. Il sistema è quello di fare pressione sull’immagine dei gruppi alimentari in Occidente per spingerli a migliorare le politiche sociali nei paesi produttori. È accaduto con Nestlé, Mondelez e Mars per quel che riguarda i diritti delle donne che lavorano nelle piantagioni di cacao. Si chiede che accada con Coca Cola e Pepsi per evitare il fenomeno del land grabbing, l’esproprio forzoso delle terre dove si coltiva la canna da zucchero. “Già oggi — spiega Oxfam — sono coltivati a zucchero 31 milioni di ettari di terra, l’equivalente della superficie dell’Italia”.

Ma chi sono i dieci colossi del cibo? Ci sono Nestlè, Coca Cola, Kellog’s, Danone, Unilever, Mars, Ppsicola, Mondalez, Associated British Food e General Mills. Insieme controllano una galassia di centinaia di marchi, tutti presenti negli scaffali dei nostri supermercati. La concentrazione – evidentemente – genera profitti. Emblematico l’esempio alla birra, con il 60% del mercato globale controllato da tre colossi il belga InBev, il sudafricano Sab Miller e l’olandese Heineken. Per quanto concerne il capitolo “profitti” a dominare è Nestlè, con 90miliardi di dollari di fatturato, davanti a Pepsicola (66,5) e CocaCola (44 miliardi). Ultima, invece, Kellog’s, con “soli” 13 miliardi di dollari.
Dopo altri decenni di fusioni e concentrazioni, ci troveremo un giorno a consegnare ad un unico grande fratello le chiavi della dispensa del mondo? Quello di un pianeta in cui una sola grande multinazionale controllerà tutti i marchi alimentari è certamente uno scenario da incubo.

L’Italia è certamente uno dei Paesi del mondo dove il rischio della concentrazione dei produttori di alimenti è meno forte. Un po’ per il particolarismo che caratterizza la nostra economia asfittica. Un paese dominato dal modello per molti aspetti negativo della piccola e media impresa, che nel settore del cibo potrebbe trasformare il difetto in virtù. Lo dimostra uno studio condotto dall’agenzia Next con un questionario rivolto alle aziende alimentari italiane. L’elenco di quelle principali dice che siamo ben al di sotto del livello dei colossi mondiali. L’unica che si avvicina per fatturato è la Ferrero, con 8,1 miliardi di euro di ricavi annui, circa 10 miliardi di dollari, poco meno dei 13 miliardi della Kellogg’s. Le altre sono molto più indietro. La Barilla fattura 3,5 miliardi di euro ed è limitata dal fatto di avere come business un prodotto molto connotato localmente come la pasta. Si contano sulle dita di una mano le altre italiane sopra il miliardo di fatturato: il gruppo Cremonini (3,5) Parmalat (1,4), Amadori (1,3) Lavazza (1), Conserve Italia (1). Immediatamente sotto il livello del miliardo ci sono Acqua San Benedetto, Galbani e Granarolo.

È evidente che gli 11 signori del cibo italiano sono molto meno potenti dei commensali della tavolata mondiale. Ci si chiede se i re dell’alimentare, in Italia e nel mondo, hanno politiche comuni, accordi segreti, si mettono d’accordo per decidere che cosa mangeremo nei prossimi trent’anni. La recente discussione delle normative comunitarie sulla etichettatura risente pesantemente dei signori del cibo. Ogni particolare in più o in meno da aggiungere sul foglio informativo per i consumatori si porta dietro miliardi di investimenti. Il caso più clamoroso è scoppiato di recente e riguarda gli oli utilizzati: finora è sufficiente scrivere che si tratta genericamente di “oli vegetali”. Ma se domani i produttori fossero costretti a specificare quali sono quegli oli, quanti avrebbero il coraggio di scrivere che utilizzano l’olio di palma, decisamente più scadente di quello di oliva? Agente Ethan.

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