La recente comparsa di un focolaio del virus Zika in Brasile viene attualmente ricollegata alle zanzare geneticamente modificate sviluppate dalla società di biotecnologie britannica Oxitec, che è finanziata dalla fondazione dei coniugi Bill e Melinda Gates.
L’Oxitec introduce zanzare Aedes geneticamente modificate nelle foreste brasiliane dal 2011 per far fronte alla febbre dengue. La società produce ben due milioni di zanzare GM a settimana nella propria sede di Campinas, in Brasile.
La zanzara Aedes è la varietà di zanzara più diffusa al mondo e gli unici due Paesi americani in cui non è presente questa specie sono Cile e Canada. Il virus Zika, che è stato rilevato in 18 dei 26 stati brasiliani, è trasmesso dalla zanzara Aedes.
Dal 1° novembre 2015 in Brasile sono nati oltre 4.000 bambini microcefali. Il Brasile, normalmente, registra circa 150 casi all’anno di questa malformazione congenita, il che significa che il numero di nati con tale malformazione è aumentato di circa il 13.000%.
Mentre le autorità brasiliane si affrettano a incolpare il virus Zika per questo enorme aumento nel tasso di malformazioni congenite, i fatti restano chiari. Solo un numero ridotto di neonati con malformazioni congenite deceduti ospitavano nel cervello il virus. Ciò significa che una buona parte dei neonati deceduti non aveva il virus. Difficile dare la colpa allo Zika quindi, che è in circolazione da prima del 1948 e che non ha mai provocato malformazioni congenite. Anzi, il virus Zika fa ammalare in modo “lieve” solo una persona su cinque, con sintomi parainfluenzali o, in 4 casi su 5, addirittura senza alcun sintomo. Ma allora perché tanta fretta a dare la colpa ad un virus generalmente benigno come lo Zika?
Verso la fine del 2014, il Ministro brasiliano della Salute annunciò che un nuovo vaccino Tdap sarebbe diventato obbligatorio per le gestanti a partire dal 2015. Ora, i dati a disposizione mostrano che tutte le mamme che hanno dato alla luce neonati con malformazioni congenite avevano ricevuto questo vaccino di nuova formulazione durante la gravidanza. La tempestività del vaccino Tdap e l’aumento dei casi di anomalie congenite sono più di una semplice coincidenza. Le conseguenze di questo vaccino non testato sono ciò che oggi si cerca di insabbiare. Il che ci riporta ancora una volta a Bill Gates, il Re dell’eugenetica e dei vaccini.
Nel 2015, il programma di ricerca vaccini della Vanderbilt University ha ricevuto una donazione di $ 307.000 dalla fondazione dei coniugi Bill e Melinda Gates per studiare la risposta immunitaria delle gestanti vaccinate con Tdap (vaccini a dose ridotta di pertosse acellulare combinata con i tossoidi di tetano e difterite). Impossibile sapere quali siano stati i risultati.
Nel 2011, il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense (CDC) emise la raccomandazione di somministrare il vaccino Tdap alle gestanti alla 20a settimana di gravidanza. Il vaccino Tdap combina in un’unica iniezione i vaccini per tetano, difterite e pertosse. E non ne è mai stata dimostrata la sicurezza per l’utilizzo in gravidanza. Anzi, viene classificato dall’FDA come farmaco di classe C, ovvero NON SICURO in gravidanza. FATTO: le case farmaceutiche non hanno testato la sicurezza e l’efficacia della somministrazione del vaccino antinfluenzale o del Tdap alle gestanti prima della loro approvazione negli Stati Uniti e praticamente sono quasi inesistenti i dati relativi alle risposte infiammatorie o, in generale biologiche, a questi vaccini che potrebbero influire sugli esiti della gravidanza o del parto. Ci sono sostanze nei vaccini Tdap contenenti i virus dell’influenza e della pertosse di cui non è stata valutata completamente la potenziale genotossicità o gli effetti avversi sul feto umano in via di sviluppo nel grembo materno che potrebbero incidere negativamente sugli esiti della nascita, tra cui l’alluminio utilizzato come adiuvante, i conservanti a base di mercurio (Thimerosal) e molte altre sostanze bioattive e potenzialmente tossiche.
C’è forse da stupirsi della fretta con cui si cerca di dare la colpa dell’epidemia di malformazioni congenite a qualcos’altro? Il fatto che il Brasile abbia sottoposto le proprie gestanti a un tale vaccino obbligatorio non testato è un atto di genocidio e ora si sa. Hanno comprato la medicina senza fare prime le dovute ricerche. O forse hanno ricevuto abbastanza denaro per chiudere gli occhi. Di conseguenza,ora gli Stati Uniti premono per sviluppare un vaccino per il virus Zika. Non abbiamo forse già visto un copione simile con i timori per il virus Ebola e la prevedibile corsa per sfruttare un vaccino redditizio destinato a tutte le persone preoccupate di morire (che qualcuno già aspettava a braccia aperte)?
Se non fosse già abbastanza, il Brasile ha anche dichiarato di voler mobilitare 220.000 soldati per combattere il virus Zika. Ai soldati è stato ordinato di andare porta a porta e spruzzare insetticidi per riuscire a uccidere le zanzare. Spruzzare insetticidi tossici in presenza di donne gravide e bambini? Ma sono matti? E se la follia non fosse già tanta… Le autorità hanno dichiarato che distribuiranno repellente anti-zanzare a circa 400.000 donne in attesa che ricevono sussidi. Le autorità di El Salvador, Colombia e Brasile hanno inoltre suggerito di non intraprendere nuove gravidanze fino a quando la crisi sarà passata. Insomma, una vittoria a tutti gli effetti per il programma di controllo della popolazione di Bill Gates. Basta incutere nelle persone la paura di avere rapporti e intraprendere una gravidanza. Anzi, di recente qualcuno ha insinuato che il virus Zika “potrebbe essere” trasmesso sessualmente, solo perché ritrovato nello sperma di un uomo colpito dal virus. Proveranno a piantare il seme della paura ancora una volta, ma non credete a simili sciocchezze.
Aumentano le pressioni sull’OMS perché il virus Zika venga dichiarato emergenza internazionale. In base al Regolamento Sanitario Internazionale, la Dott.ssa Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS, può stabilire una commissione di emergenza, con il potere di dare il via libera a campagne di vaccinazione globali con vaccini sperimentali. E’ chiaro il quadro della situazione?
Ma c’è dell’altro… Ora, i ricercatori brasiliani sono impegnati nello studio delle sequenze genetiche delle zanzare sospettate di trasmettere il virus Zika e altre malattie per verificare se vi siano stati dei cambiamenti che potrebbero aver generato zanzare mutanti. La zanzara messa in libertà da Gates era forse uno degli obiettivi a lungo termine sognati per arrivare al controllo forzato delle nascite e alle vaccinazioni forzate, a cui il magnate lavora dal 2003.
Nello scenario delle vaccinazioni forzate, le zanzare sono geneticamente programmate per produrre il “vaccino” in modo permanente una volta introdotte nell’ambiente, così da non dover immettere in circolazione MAI più nuove zanzare. I loro effetti diventerebbero semplicemente parte della natura.
Questo significa che a un certo punto, noi e chiunque altro dovremo essere punti da una delle zanzare create da Bill Gates. Che Dio ci aiuti!
Kathy J Forti. – 28 gennaio 2016
Fonte: www.quival.it
ZIKA VIRUS, LA SCIMMIA “RHESUS 766” E ROCKEFELLER. ECCO LA STORIA.
Lo Zika virus è uscito dal suo inferno a distanza di decenni, da quando per la prima volta venne studiato dal dott. Jordi Casals Ariet. L’OMS,Organizzazione Mondiale della Sanità, afferma che “si propaga in maniera esplosiva” e sono attesi circa 4 milioni di casi, ma le modalità con cui il virus si è evoluto e si è propagato sembrano uscite da una pellicola di serie B sui disastri naturali. Una storia di ricombinazioni genetiche che parte da molto, molto lontano e che ha tra i suoi protagonisti la ...
Fondazione Rockefeller.Lo Zika virus: Uganda, 1947.
La scimmia Rhesus 766, una macaca mulatta, fu oggetto di esperimenti da parte della Fondazione Rockefeller nell’ambito della ricerca sulla febbre gialla nella giungla. Collocata in una gabbia in cima a un albero nella foresta Zika, Rhesus 766 il 18 aprile si ammala e sviluppa la febbre. Ancora viva, ma debilitata, l’animale viene portato nei laboratori della fondazione e il suo siero viene inoculato intracerebralmente nei topi, che dopo 10 giorni manifestano i sintomi. Lo Zika virus viene così isolato. L’agente di trasmissione prende il nome di Zika virus solo successivamente ma, all’inizio del 1948, le zanzare Aedes africanus, insetti tipici di quella foresta, iniziano a diffonderlo. Questo genere di zanzare hanno generalmente un raggio d’azione di 400 metri, ma l’uomo può accidentalmente trasportarle nei suoi viaggi, creando nuovi focolai.
Dal sito di Atcc e LGC Standards, leader nel campo dei controlli all’interno dei laboratori e nel settore degli strumenti di ricerca per le case farmaceutiche, lo Zika virus può essere liberamente acquistato per la modica cifra di 600€. Non solo, vi si legge che “un’ infezione accidentale è occorsa al personale di laboratorio“, in non meglio specificati data e luogo, e che a depositare il virus (ATCC® VR-84™) sono in due: il dottor Jordi Casals Ariet e la Rockefeller Foundation.
Il dottor Jordi Casals Ariet
Il dottor Casals era un epidemiologo nato in Spagna nel 1911. Laureatosi a Barcellona nel 1934, vola a Manhattan e si unisce al Rockefeller Institute of Medical Research. Un tipo molto meticoloso: oggi, tutto il campo della tassonomia virale deriva dal suo lavoro. Nel 1952 si unisce alla Fondazione Rockefeller, che aveva finanziato il progetto nella foresta Ziku, alla ricerca del virus della febbre gialla, e diventa un pezzo grosso: fa collocare diverse stazioni in molti posti remoti del pianeta, attraverso le quali scienziati e analisti raccolgono campioni da animali ed esseri umani e glieli inviano per l’identificazione. Quando la fondazione sposta poi a Yale il suo programma di ricerca sulle infezioni che hanno origine dagli insetti, nel 1964, a lui viene affidata la cattedra di epidemiologia. Non sempre tuttavia per il dottor Casals tutto fila liscio. A parte la storia del virus Zika, egli stesso finì vittima di uno dei suoi esperimenti, nel 1969, finendo quasi per essere ucciso. Si occupa poi delle indagini su un’altra terribile epidemia scoppiata ad Atene: si tratta del virus Dengue, che tuttavia secondo gli esperti è molto simile allo Zika, tanto da poter ingenerare confusione diagnostica.
Perplessità
Tutto regolare, insomma. Fino a un certo punto. Uno studio del 2014condotto in Senegal ha analizzato il codice genetico di 37 virus prelevati in Asia e in Africa, arrivando a identificare tre linee principali del virus Zika due africane e una asiatica. Tutte e tre hanno avuto origini in Uganda dopo negli anni ’20. Notando tuttavia piccole differenze nel codice, i ricercatori hanno trovato evidenze che il virus Zika ha attraversato una serie di eventi ricombinatori, che hanno coinvolto lo scambio di materiale genetico tra alcuni virus di diverso tipo. E questo è inusuale per i flavivirus come lo Zika. La ricombinazione genetica, solitamente, conferisce ai virus un vantaggio adattivo, ma quali sarebbero questi vantaggi per il virus Zika e in che modo questi impatterebbero sui sintomi degli esseri umani infetti resta un mistero. Le evidenze delle analisi suggeriscono ai ricercatori chealcune modifiche nella proteina involucro potrebbero avere contribuito alla trasmissione del virus alle zanzare. Insomma, il virus potrebbe essere stato modificato geneticamente e questa potrebbe essere la causa della sua diffusione.
Alcune domande di tipo generale, infine, sono lecite. Perché nel ‘900 molti laboratori di ricerca furono impiantati in Africa? Forse per evitare all’occidente spiacevoli conseguenze? Del resto, ancora oggi è sempre nelle zone più calde o più povere o più interessanti dal punto di vista geopolitico che vengono collocati laboratori che sperimentano virus letali, che poi trovano spesso la via della libertà, come sembra stia accadendo proprio ora nel Donbass, nel silenzio generale, dove da un laboratorio statunitense sarebbe fuoriuscito un virus che ha già ucciso 20 militari, mentre oltre 200 sono ricoverati. Perché, poi, il virus Zika si è risvegliato dall’inferno in cui era confinato, per sbucare a migliaia di chilometri di distanza, in Brasile? Cosa successe in quel laboratorio in Uganda, verso la fine degli anni ’40, e che significato ha il “deposito” del codice di un virus?
Vedremo nell’immediato futuro come procederà l’evoluzione di questa ennesima epidemia, nella speranza che, trattandosi di vite umane e di sofferenza reale, anche in questo caso (come accadde per quella gran bufala della suina) gli allarmismi siano ingiustificati.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.