Da Tanker Enemy Meteo – Molte persone in qualche modo sensibili al gravissimo problema delle attività di aerosol clandestine, hanno la falsa convinzione che queste si interrompono, allorquando non si osservano in cielo scie persistenti. È un errore, in quanto nelle giornate di alta pressione (spesso indotta) operano velivoli che rilasciano scie chimiche evanescenti, dai più scambiate per scie di condensazione. In queste circostanze noteremo un cielo come da foto e cioè celeste pallido con sfumature violacee, mentre saranno completamente assenti le formazioni nuvolose cosiddette “da bel tempo” (i cumuli), nottetempo dissipati tramite diffusione di prodotti igroscopici ad elevata efficienza.
Le attività di guerra climatica diurne proseguono dunque, nelle giornate che i meteo mendaci definiscono “belle e soleggiate”, con l’impiego di aerei commerciali (per lo più Ryanair ed Easyjet) che rilasciano composti chimici a bassa persistenza, ma che espandendosi formano prima falsi cirri per poi rendere il cielo come nella foto qui pubblicata: completamente piatto, offuscato, monocromatico, privo di nubi, denso di nanoparticolato neurotossico. L’umidità è bassa, le temperature sono alte, eppure le scie si continuano a vedere, perché non sono, in tutta evidenza, vapore acqueo.
Non so se avete mai sentito parlare di Pier Luigi Ighina, forse uno dei geni più sottovalutati della storia dell’umanità. Fu l’assistente di Guglielmo Marconi e come il suo più famoso collega, s’interessò di elettromagnetismo affermando che tutti i fenomeni terrestri, come i terremoti ed il meteo, sono ad esso collegati. A sostegno della sua teoria, costruì la “macchina della pioggia”. Era un meccanismo composto da una grossa elica da elicottero rivolta verso l’alto, e da due gruppi di tubi, i primi si trovano in superficie, i secondi sottoterra. Entrambi erano caricati con polvere di alluminio.
Nota: Tra le molteplici sostanze presenti nelle scie chimiche, credo che solo l’alluminio serva a controllare il meteo. Ogni sostanza ha un compito ben preciso. A cosa servono le altre?
Secondo l’ipotesi di Ighina, i tubi si caricherebbero con l’energia solare che andrebbe poi a polarizzare l’alluminio che sarebbe usato per produrre l’allontanamento delle nuvole qualora l’energia emessa fosse di “polarità positiva” (in quanto entrerebbe in contrasto con la “polarità positiva” delle nuvole), mentre qualora l’energia rilasciata dai tubi fosse “negativa” tale polarità farebbe sì che si inneschi un processo di attrazione che determinerebbe l’avvicinamento delle nuvole fino al raggiungere uno stato di nuvolosità che permette lo scatenarsi della pioggia.
Ighina e la sua macchina per controllare il meteo
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