domenica 25 novembre 2018

Vaccini: Un appello urgente. Attuare il principio di precauzione.


Vaccini: Un appello urgente. Attuare il principio di precauzione.


Secondo la Commissione Europea, il principio di precauzione, citato nell’art. 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva.
Soprattutto se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza.


Il ricorso quindi a questo principio è ciò su cui ci appelliamo e il motivo per cui diamo voce a diversi Comitati di genitori e alcune associazioni oggi attive sul tema della prevenzione vaccinale.

L’appello, che leggete qui di seguito, è arrivato nelle ultime ore alla nostra redazione e lo condividiamo in toto per lo scopo che si prefigge.
Più sotto la lettera di una madre, non abbiamo nulla da aggiungere.



UN APPELLO URGENTE, PREGHIAMO DI DIVULGARE OVUNQUE

Notizie di cronaca di questi giorni hanno portato alla ribalta nuovi decessi, bambini in tenera età che hanno perso la vita per motivazioni che sono ora sotto inchiesta. 

Per una questione, al momento, prettamente temporale, un comune denominatore che li lega è la somministrazione di un vaccino poche ore prima.

Uno di questi casi ha in corso indagini di natura legale e per questo va mantenuto il più stretto silenzio. 

L’appello ora si lega però a sfruttare la rete presente sui social, per cercare di avere maggiori informazioni, più certe, anche su altre vicende. 

Nessuna speculazione, nessun sciacallaggio nei confronti di famiglie che ora stanno vivendo un dramma inenarrabile. 

Notizie, legate a più d'uno di questi casi, parlano di somministrazione di una dose di vaccino poche ore prima del decesso. 
La speranza è che i sospetti siano infondati, ma le circostanze ci portano, per precauzione, a indagare affinché la stessa cosa non capiti ad altri bambini.

Se fosse in circolazione un lotto contenente problemi, è necessario saperlo e a questo appello dovrebbero unirsi tutti, indipendentemente da quello che si pensa della pratica vaccinale, senza alcun “se” o “ma”.

Chiunque avesse informazioni certe (e ripetiamo, certe e non per sentito dire) legate ai fatti di recente cronaca, preghiamo di mettersi in contatto privatamente.

La Redazione di Informazione Libera Press, attraverso la mail press@informazionelibera.org, si mette a disposizione su scala nazionale, per raccogliere le segnalazioni. 
Grazie



All'appello si unisce anche una mamma, Gloria, che ha voluto esprimere la sua solidarietà alla famiglia che ha subito la recente perdita.


Da mamma a mamma, perché il tuo dolore è stato il mio dolore.

Ti diranno che non esistono parole, ma le parole esistono, sono vuoto, paura, angoscia, buio, rabbia, lacrime, sfinimento…..

Ti diranno fatti forza, e hanno ragione, perché solo tu capirai quando e cosa puoi fare, perché nessun abbraccio e nessun sorriso sapranno più darti l’unica cosa di cui senti il bisogno, cioè il suo abbraccio e il suo sorriso.

Sarà difficile, in certi momenti ti sentirai affogare, ti mancherà il fiato…..vorrai affogare, vorrai trattenere il fiato, fino a far cessare quel dolore che ti stringe il cuore.

E poi vorrai urlare piangendo o piangere in silenzio, correre o dormire, cantare o tacere, amare o odiare, lottare o abbandonare….. e credimi, va bene tutto.

Il dolore va a ondate, affronta quelle forti senza lasciarti travolgere e accetta la quiete senza sentirti in colpa.

Appoggiati a tuo marito e alla tua famiglia, ma sappi che loro si appoggeranno a te, dipenderanno da te, ricominceranno a respirare quando lo farai tu.

Un passo alla volta, un giorno alla volta, fra tante lacrime e all’inizio pochi sorrisi, a tanti piccoli passi avanti e alcuni passi indietro… vai avanti e non pensare mai di non potercela fare: ce la farai, ce la facciamo tutte.

Lo facciamo per loro, per vivere una vita degna di essere vissuta in attesa di poterli riabbracciare.

Guardare avanti ti fa paura, guardare indietro ti farà sempre soffrire, ma se guardi accanto a te …

Ti prego, se hai anche solo un minimo dubbio o una minima sensazione lotta per lui, lotta per te, lotta perché nessuna altra mamma debba passare per obbligo quello che è toccato a noi.

Grazie 
Gloria

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sabato 24 novembre 2018

Italia: la morte in culla o della culla aka sindrome della morte infantile improvvisa (SIDS) di una giovane ragazza era il risultato della connessione causale con la somministrazione di un vaccino esavalente

Una bambina nata nel settembre 2002 è stata vaccinata con un vaccino esavalente il 17 gennaio 2003 ed è morta il mese successivo dalla morte in culla o della culla, nota anche come SIDSUna legge italiana del 1998 stabilisce che il governo deve erogare compensi a persone danneggiate da complicazioni irreversibili dovute a vaccini obbligatori.
Un tribunale di Pesaro, in Italia, ha ritenuto  responsabile il Ministero della Sanità italiano e ha stabilito un indennizzo di 200.000 euro più 700 euro al mese per la famiglia della ragazza. Il consulente familiare riteneva che la morte del bambino fosse probabilmente dovuta alla somministrazione del vaccino dato il 17 gennaio 2003 e il giudice lo ha assunto esattamente per i seguenti motivi:
- Il Ministero della salute italiano non ha contestato le affermazioni della famiglia. 

- La bambina, nei primi tre mesi della sua vita, era cresciuta in modo costante e quindi il suo benessere dato prima della somministrazione del vaccino era inconfutabile, 
- Solo dopo la vaccinazione, si sono verificati problemi di salute che erano adeguatamente documentati per venti giorni dopo la vaccinazione e che hanno provocato la morte.

La notizia è stata ripresa da diverse riviste, tra cui "Il Resto del Carlino", nelle pagine di Pesaro e "Viverepesaro".
L'argomento della morte della culla o della culla o SIDS è affrontato in un interessante riassunto di:
Thomas Bajanowski, Åshild Plant, et al. , accettato il 10 maggio 2006, pubblicato online il 28 giugno 2006.
Dice:
Sudden infant death syndrome (SIDS) still accounts for considerable numbers of unexpected infant deaths in many countries. While numerous theories have been advanced to explain these events, it is increasingly clear that this group of infant deaths results from the complex interaction of a variety of heritable and idiosyncratic endogenous factors interacting with exogenous factors. This has been elegantly summarised in the “three hit” or “triple risk” model. Contradictions and lack of consistencies in the literature have arisen from diverse autopsy approaches, variable applications of diagnostic criteria and inconsistent use of definitions. An approach to sudden infant death is outlined with discussion of appropriate tissue sampling, ancillary investigations and the use of controls in research projects. Standardisation of infant death investigations with the application of uniform definitions and protocols will ensure optimal investigation of individual cases and enable international comparisons of trends.
Gli studiosi hanno ancora un'intera serie di domande sui metodi di indagine per spiegare la morte in culla o della culla o SIDS e sono giunti a una ragionevole conclusione che l'evento è una "conseguenza di una complessa interazione di fattori endogeni che interagiscono con fattori esogeni." Le vaccinazioni sono uno di questi.

Comprendiamo quanto sia importante la condivisione in ogni modo e in ogni dove visti gli argomenti trattati, ma preghiamo gli altri blogger che la riproduzione venga attuata senza che l'articolo sia modificato in nessuna parte, indicando l'autore e il link attivo a questo sito visto che l'articolo è stato tradotto dai nostri collaboratori. Grazie per l'attenzione, dallo staff di Vivereinmodonaturale.com che per ragioni di sicurezza preferisce rimanere anonimo.

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venerdì 23 novembre 2018

BIELLA: MUORE BIMBO DOPO IL VACCINO, CENSURATO DAI MEDIA.



BIELLA: MUORE BIMBO DOPO IL VACCINO, CENSURATO DAI MEDIA.


Di Vivere in modo naturale.


Un bimbo muore a Biella dopo il vaccino, ma evidentemente il business dei vaccini e la mafia medica in Italia è talmente forte da far attuare tra il regime mediatico il silenzio assoluto... 
Quello che gira nelle notizie invece è l'UE che sponsorizza i vaccini etichettando tutte le inchieste e le ricerche scientifiche private come "bufale"
La mazzetta della Glaxo data a qualche partito politico è talmente grande e ben distribuita che evidentemente passano addirittura in secondo piano tutti i morti da vaccino che si stanno verificando in Italia e che spesso vengono etichettate come Sids, che sarebbe la morte improvvisa del lattante, ma quella avviene quando il bambino si gira a pancia sotto e soffoca, i bimbi morti si sono forse girati tutti a pancia sotto morendo soffocati? Non mi pare, quello che invece è sicuro è che tutte queste morti siano state verificate dopo l'iniezione da vaccino... un vaccino evidentemente sempre più sporco meno controllato e sempre più quotato in borsa in favore delle case farmaceutiche... assolute e potenti padrone del mondo e delle coscienze corruttibili al potere negli stati.
Che Dio punisca tutti questi tiranni psicopatici e porti in paradiso al suo fianco tutte le vittime innocenti dell'incoscienza umana. 
Riposate in pace piccoli angeli.



Ascolta "BIELLA: MUORE BIMBO DOPO IL VACCINO, CENSURATO DAI MEDIA" su Spreaker.


Qui la denuncia pubblica delle nonna del bimbo morto a Biella. 


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domenica 18 novembre 2018

Uno studio pionieristico rivela che la cardiopatia è un indicatore precoce della carenza di vitamina C

Uno studio pionieristico rivela che la cardiopatia è un indicatore precoce della carenza di vitamina C



Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com
Tratto da: Naturalnews.com

Le malattie cardiache sono solitamente collegate a problemi di colesterolo, ma i ricercatori stanno scoprendo sempre più che la vitamina C gioca un ruolo fuori misura nella salute del cuore
Questo nutriente antiossidante, che il corpo usa per produrre tessuto connettivo, ha già suscitato un certo interesse per la sua utilità nel trattamento del cancro, ma i suoi effetti sul cuore possono essere anche maggiori.

I ricercatori del Dr. Rath Research Institute of California hanno scoperto che una carenza di vitamina C può causare malattia coronarica. 
Nel loro studio, hanno usato topi transgenici che imitano il metabolismo umano in due modi principali: 
non producono vitamina C internamente e generano lipoproteine ​​per compensare questo. Dopo aver nutrito i topi con una dieta che mancava di vitamina C, i loro corpi hanno agito come previsto e creato la propria lipoproteina per fissare le pareti vascolari. Ciò li ha portati a sviluppare problemi cardiaci e aterosclerosi.

Fondamentalmente, hanno scoperto che il grado e il livello della malattia cardiaca sviluppata dai topi era direttamente correlata all'apporto di vitamina C e ai livelli ematici. Quei topi che avevano consumato la più alta quantità di vitamina C, e producevano naturalmente meno lipoproteina per riparare le loro arterie e, per estensione, avevano i cuori più forti  poche lesioni aterosclerotiche.

Pertanto, i ricercatori ritengono che un'adeguata assunzione di vitamina C possa essere il segreto per prevenire le malattie cardiache e altri problemi cardiovascolari. Ciò non significa che il colesterolo non sia importante; 
mantenere sani i livelli di colesterolo HDL e LDL è ancora un potente componente della salute generale, ma potrebbe non svolgere un ruolo importante come una volta creduto.

Assunzione di vitamina C più elevata legata al rischio più basso di malattie cardiache

Questo è supportato da uno studio che è stato recentemente pubblicato sul Journal of American College of Nutrition . 
Questo studio ha esaminato 108 uomini e li ha divisi in tre gruppi in base al loro apporto di vitamina C.

Hanno scoperto che gli uomini nella fascia più alta dell'assunzione di vitamina C avevano un rischio inferiore del 66% di malattie cardiache rispetto a quelli che avevano l'assunzione più bassa. 
I ricercatori non sono sicuri di come la vitamina C apporti benefici così significativi alla salute del cuore. Essi teorizzano che potrebbe essere correlato alla sua capacità di prevenire e facilitare l'irrigidimento delle pareti delle arterie che possono bloccare il flusso di sangue. Infatti, hanno scoperto che la vitamina è particolarmente efficace nel fare questo nelle persone che fumano.

Ulteriori studi forniscono ulteriori prove dei benefici cardiaci della vitamina C. Ad esempio, uno studio condotto dall'Università di Copenaghen che ha coinvolto più di 100.000 persone ha scoperto che concentrazioni più elevate di vitamina C nel sangue erano associate a un minor rischio non solo di malattie cardiovascolari ma anche di morte. È importante tenere a mente, tuttavia, che hanno visto questo beneficio in coloro i cui alti livelli di vitamina C provengono dal consumo di molte verdure e frutta.

È preferibile assumere vitamina C dal cibo

I ricercatori hanno detto che sebbene gli integratori di vitamina C possano aiutare ad aumentare i livelli di questa importante sostanza nutritiva, è preferibile ottenerla da una dieta sana. Ciò contribuirà anche a sviluppare uno stile di vita sano a lungo termine, che porterà molti altri benefici per la salute nel tempo.

Essendo la malattia cardiaca la principale causa di morte in tutto il mondo , siamo fortunati ad avere un modo così conveniente per prevenirlo che ha pochissimi effetti collaterali. Alcune delle migliori fonti alimentari di vitamina C includono agrumi, ciliegie acerola, cavoli, broccoli, kiwi, fragole, patate dolci e peperoni
Meglio di tutti, mangiare questi alimenti non solo migliorerà la salute del tuo cuore; la tua immunità avrà anche una bella spinta!

Le fonti per questo articolo includono:



Alcuni integratori di vitamina C consigliati per chi non ha il tempo di fare una sana dieta equilibrata dallo staff di 
Vivere in modo naturale

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Comprendiamo quanto sia importante la condivisione in ogni modo e in ogni dove visti gli argomenti trattati, ma preghiamo gli altri blogger che la riproduzione venga attuata senza che l'articolo sia modificato in nessuna parte, indicando l'autore e il link attivo a questo sito visto che l'articolo è stato tradotto dai nostri collaboratori. Grazie per l'attenzione, dallo staff di Vivereinmodonaturale.com che per ragioni di sicurezza preferisce rimanere anonimo.

https://www.vivereinmodonaturale.com/2018/11/uno-studio-pionieristico-rivela-che-la.html

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lunedì 12 novembre 2018

Morbillo, a Bari il procurato allarme…a mezzo stampa


Il TG2 (delle ore 13) e il TG1 Rai (delle ore 13:30) ma anche altri organi di stampa, hanno diffuso con grande risalto la notizia pubblicata oggi su “La Gazzetta del Mezzogiorno“di una “epidemia di morbillo“, comunicando che ci sarebbero 8 casi già accertati nell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Il “contagio”, viene ribadito nei vari servizi, potrebbe essere stato innescato dal figlio di genitori “no-vax“.

“Il focolaio epidemico – si legge nell’articolo – sarebbe scoppiato, a quanto pare, anche per via della tardiva applicazione dei protocolli previsti dalla legge”. Insomma: una bambina di 10 anni, figlia di genitori anti-vaccinisti, potrebbe aver innescato una catena di contagi. Che ha riguardato anche un bimbo di 11 mesi, ricoverato nello stesso reparto del nosocomio barese per otite e ora alle prese con una malattia molto grave.

A stretto giro è arrivata la precisazione di Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, secondo la quale non ci sarebbe “nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia”. “Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa” ha proseguito assicurando che “la situazione non è preoccupante”. Ma proviamo a fare chiarezza. Con il termine epidemia, dal greco epi dêmos, letteralmente “sopra il popolo”, s’intende una malattia che colpisce un numero di individui significativamente superiore rispetto all’atteso, in una determinata popolazione e in un determinato lasso di tempo. L’endemia è la condizione di una malattia costantemente presente nelle condizioni di cui sopra. Il morbillo (dal latino medievale morbillus, vale a dire piccola malattia) è una patologia infettiva assai comune, normalmente benigna, superabile senza alcuna conseguenza deleteria e, anzi, conseguendone un’immunità a vita. L’Istituto Superiore di Sanità è chiaro in proposito: “Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita”. La sua presenza costante nella popolazione rientra a buon diritto nella condizione di endemia. La sua morbilità segue l’andamento comune delle malattie infettive (vedi grafico relativo alla morbilità e alla mortalità per morbillo in USA) e, dunque, è estremamente altalenante.

Nel 2017 i casi registrati in Italia sono stati circa 4.000, cioè, in maniera approssimativa, un caso ogni 150.000 abitanti. Negli anni Novanta si sono raggiunti anche i 30.000 casi/anno (considerando la popolazione di allora, un caso oltre meno di 20.000 abitanti) senza che questo costituisse allarme e, anzi, rientrando nella più assoluta normalità. L’articolo Il MORBALLO ovvero l’epidemiologia del morbillo in Italia del prof. Paolo Bellavite(Università di Verona) è documentato ed esplicativo in tal senso.

Insomma, è fin troppo evidente, numeri alla mano, che è impossibile parlare di “epidemia”, non essendo stato rilevato alcun numero di casi che esorbiti dalla più assoluta normalità per una malattia che, comunque, è endemica. È altrettanto evidente che non esiste la minima prova che il “focolaio” sia stato originato da una bambina ammalata, non fosse altro perché in una città che conta 323.370 abitanti (dati ISTAT del 1° gennaio 2018), capoluogo di una provincia con 1.264.000 abitanti e di una regione con oltre 4 milioni di abitanti, un “untore” è quanto meno difficile da individuare. Il fatto, poi, che la famiglia della bambina accusata sia “no-vax” non ha la minima rilevanza, se non come indice di una modalità d’informazione volutamente insinuante. 

La recente epidemia di morbillo che ha colpito la Mongolia (97% di copertura vaccinale) ha interessato quasi esclusivamente i vaccinati. Potrà essere interessante consultare i dati OMS relativi al morbillo in Ucraina: nel 2010 i casi furono 39 con una copertura del 56%, e furono 12.744 due anni dopo quando la copertura era salita al 79%. Nel 2016 i casi furono 90 con il 42% di copertura e l’anno seguente, con una copertura dell’86%, i casi toccarono i 4.782. Ma tutti i dati sono concordi a mostrare come la copertura vaccinale non abbia mai comportato una diminuzione della morbilità, dimostrando, anzi, il contrario.

Le fonti d’informazione citate hanno omesso di comunicare, comunque, se i casi registrati a Bari siano stati a carico di soggetti trattati da vaccino, se i soggetti colpiti fossero affetti da altre patologie e, soprattutto nel caso del TG2, hanno fatto passare l’idea che il morbillo comporti necessariamente effetti gravissimi, quando l’Istituto Superiore di Sanità pubblica “Il morbillo non ha sintomi gravi” e “Le complicazioni sono relativamente rare”.  Insomma, se ciò che comunica l’Istituto di Sanità è credibile, è impossibile non domandarsi quali e quanti effetti gravi ci si possano attendere da 8 casi. In definitiva, appare evidente come sia gli articoli dei quotidiani sia i servizi della televisione di stato tendano a procurare un allarme presso la popolazione a dir poco privo di un qualunque fondamento.

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Morbillo, a Bari il procurato allarme…a mezzo stampa


Il TG2 (delle ore 13) e il TG1 Rai (delle ore 13:30) ma anche altri organi di stampa, hanno diffuso con grande risalto la notizia pubblicata oggi su “La Gazzetta del Mezzogiorno“di una “epidemia di morbillo“, comunicando che ci sarebbero 8 casi già accertati nell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Il “contagio”, viene ribadito nei vari servizi, potrebbe essere stato innescato dal figlio di genitori “no-vax“.

“Il focolaio epidemico – si legge nell’articolo – sarebbe scoppiato, a quanto pare, anche per via della tardiva applicazione dei protocolli previsti dalla legge”. Insomma: una bambina di 10 anni, figlia di genitori anti-vaccinisti, potrebbe aver innescato una catena di contagi. Che ha riguardato anche un bimbo di 11 mesi, ricoverato nello stesso reparto del nosocomio barese per otite e ora alle prese con una malattia molto grave.

A stretto giro è arrivata la precisazione di Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, secondo la quale non ci sarebbe “nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia”. “Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa” ha proseguito assicurando che “la situazione non è preoccupante”. Ma proviamo a fare chiarezza. Con il termine epidemia, dal greco epi dêmos, letteralmente “sopra il popolo”, s’intende una malattia che colpisce un numero di individui significativamente superiore rispetto all’atteso, in una determinata popolazione e in un determinato lasso di tempo. L’endemia è la condizione di una malattia costantemente presente nelle condizioni di cui sopra. Il morbillo (dal latino medievale morbillus, vale a dire piccola malattia) è una patologia infettiva assai comune, normalmente benigna, superabile senza alcuna conseguenza deleteria e, anzi, conseguendone un’immunità a vita. L’Istituto Superiore di Sanità è chiaro in proposito: “Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita”. La sua presenza costante nella popolazione rientra a buon diritto nella condizione di endemia. La sua morbilità segue l’andamento comune delle malattie infettive (vedi grafico relativo alla morbilità e alla mortalità per morbillo in USA) e, dunque, è estremamente altalenante.

Nel 2017 i casi registrati in Italia sono stati circa 4.000, cioè, in maniera approssimativa, un caso ogni 150.000 abitanti. Negli anni Novanta si sono raggiunti anche i 30.000 casi/anno (considerando la popolazione di allora, un caso oltre meno di 20.000 abitanti) senza che questo costituisse allarme e, anzi, rientrando nella più assoluta normalità. L’articolo Il MORBALLO ovvero l’epidemiologia del morbillo in Italia del prof. Paolo Bellavite(Università di Verona) è documentato ed esplicativo in tal senso.

Insomma, è fin troppo evidente, numeri alla mano, che è impossibile parlare di “epidemia”, non essendo stato rilevato alcun numero di casi che esorbiti dalla più assoluta normalità per una malattia che, comunque, è endemica. È altrettanto evidente che non esiste la minima prova che il “focolaio” sia stato originato da una bambina ammalata, non fosse altro perché in una città che conta 323.370 abitanti (dati ISTAT del 1° gennaio 2018), capoluogo di una provincia con 1.264.000 abitanti e di una regione con oltre 4 milioni di abitanti, un “untore” è quanto meno difficile da individuare. Il fatto, poi, che la famiglia della bambina accusata sia “no-vax” non ha la minima rilevanza, se non come indice di una modalità d’informazione volutamente insinuante. 

La recente epidemia di morbillo che ha colpito la Mongolia (97% di copertura vaccinale) ha interessato quasi esclusivamente i vaccinati. Potrà essere interessante consultare i dati OMS relativi al morbillo in Ucraina: nel 2010 i casi furono 39 con una copertura del 56%, e furono 12.744 due anni dopo quando la copertura era salita al 79%. Nel 2016 i casi furono 90 con il 42% di copertura e l’anno seguente, con una copertura dell’86%, i casi toccarono i 4.782. Ma tutti i dati sono concordi a mostrare come la copertura vaccinale non abbia mai comportato una diminuzione della morbilità, dimostrando, anzi, il contrario.

Le fonti d’informazione citate hanno omesso di comunicare, comunque, se i casi registrati a Bari siano stati a carico di soggetti trattati da vaccino, se i soggetti colpiti fossero affetti da altre patologie e, soprattutto nel caso del TG2, hanno fatto passare l’idea che il morbillo comporti necessariamente effetti gravissimi, quando l’Istituto Superiore di Sanità pubblica “Il morbillo non ha sintomi gravi” e “Le complicazioni sono relativamente rare”.  Insomma, se ciò che comunica l’Istituto di Sanità è credibile, è impossibile non domandarsi quali e quanti effetti gravi ci si possano attendere da 8 casi. In definitiva, appare evidente come sia gli articoli dei quotidiani sia i servizi della televisione di stato tendano a procurare un allarme presso la popolazione a dir poco privo di un qualunque fondamento.

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domenica 11 novembre 2018

Morbillo, a Bari il procurato allarme…a mezzo stampa



Morbillo, a Bari il procurato allarme…a mezzo stampa


Il TG2 (delle ore 13) e il TG1 Rai (delle ore 13:30) ma anche altri organi di stampa, hanno diffuso con grande risalto la notizia pubblicata oggi su “La Gazzetta del Mezzogiorno“di una “epidemia di morbillo“, comunicando che ci sarebbero 8 casi già accertati nell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Il “contagio”, viene ribadito nei vari servizi, potrebbe essere stato innescato dal figlio di genitori “no-vax“.

“Il focolaio epidemico – si legge nell’articolo – sarebbe scoppiato, a quanto pare, anche per via della tardiva applicazione dei protocolli previsti dalla legge”. Insomma: una bambina di 10 anni, figlia di genitori anti-vaccinisti, potrebbe aver innescato una catena di contagi. Che ha riguardato anche un bimbo di 11 mesi, ricoverato nello stesso reparto del nosocomio barese per otite e ora alle prese con una malattia molto grave.
A stretto giro è arrivata la precisazione di Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, secondo la quale non ci sarebbe “nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia”. “Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa” ha proseguito assicurando che “la situazione non è preoccupante”. Ma proviamo a fare chiarezza. Con il termine epidemia, dal greco epi dêmos, letteralmente “sopra il popolo”, s’intende una malattia che colpisce un numero di individui significativamente superiore rispetto all’atteso, in una determinata popolazione e in un determinato lasso di tempo. L’endemia è la condizione di una malattia costantemente presente nelle condizioni di cui sopra. Il morbillo (dal latino medievale morbillus, vale a dire piccola malattia) è una patologia infettiva assai comune, normalmente benigna, superabile senza alcuna conseguenza deleteria e, anzi, conseguendone un’immunità a vita. L’Istituto Superiore di Sanità è chiaro in proposito: “Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita”. La sua presenza costante nella popolazione rientra a buon diritto nella condizione di endemia. La sua morbilità segue l’andamento comune delle malattie infettive (vedi grafico relativo alla morbilità e alla mortalità per morbillo in USA) e, dunque, è estremamente altalenante.

Nel 2017 i casi registrati in Italia sono stati circa 4.000, cioè, in maniera approssimativa, un caso ogni 150.000 abitanti. Negli anni Novanta si sono raggiunti anche i 30.000 casi/anno (considerando la popolazione di allora, un caso oltre meno di 20.000 abitanti) senza che questo costituisse allarme e, anzi, rientrando nella più assoluta normalità. L’articolo Il MORBALLO ovvero l’epidemiologia del morbillo in Italia del prof. Paolo Bellavite(Università di Verona) è documentato ed esplicativo in tal senso.

Insomma, è fin troppo evidente, numeri alla mano, che è impossibile parlare di “epidemia”, non essendo stato rilevato alcun numero di casi che esorbiti dalla più assoluta normalità per una malattia che, comunque, è endemica. È altrettanto evidente che non esiste la minima prova che il “focolaio” sia stato originato da una bambina ammalata, non fosse altro perché in una città che conta 323.370 abitanti (dati ISTAT del 1° gennaio 2018), capoluogo di una provincia con 1.264.000 abitanti e di una regione con oltre 4 milioni di abitanti, un “untore” è quanto meno difficile da individuare. Il fatto, poi, che la famiglia della bambina accusata sia “no-vax” non ha la minima rilevanza, se non come indice di una modalità d’informazione volutamente insinuante. 
La recente epidemia di morbillo che ha colpito la Mongolia (97% di copertura vaccinale) ha interessato quasi esclusivamente i vaccinati. Potrà essere interessante consultare i dati OMS relativi al morbillo in Ucraina: nel 2010 i casi furono 39 con una copertura del 56%, e furono 12.744 due anni dopo quando la copertura era salita al 79%. Nel 2016 i casi furono 90 con il 42% di copertura e l’anno seguente, con una copertura dell’86%, i casi toccarono i 4.782. Ma tutti i dati sono concordi a mostrare come la copertura vaccinale non abbia mai comportato una diminuzione della morbilità, dimostrando, anzi, il contrario.
Le fonti d’informazione citate hanno omesso di comunicare, comunque, se i casi registrati a Bari siano stati a carico di soggetti trattati da vaccino, se i soggetti colpiti fossero affetti da altre patologie e, soprattutto nel caso del TG2, hanno fatto passare l’idea che il morbillo comporti necessariamente effetti gravissimi, quando l’Istituto Superiore di Sanità pubblica “Il morbillo non ha sintomi gravi” e “Le complicazioni sono relativamente rare”.  Insomma, se ciò che comunica l’Istituto di Sanità è credibile, è impossibile non domandarsi quali e quanti effetti gravi ci si possano attendere da 8 casi. In definitiva, appare evidente come sia gli articoli dei quotidiani sia i servizi della televisione di stato tendano a procurare un allarme presso la popolazione a dir poco privo di un qualunque fondamento.

Fonte: www.onb.it/2018/11/11/morbillo-a-bari-il-procurato-allarme-a-mezzo-stampa/?

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