Redazione
Oggi la libertà di espressione non viene più minacciata nelle piazze, ma tra le righe di codice degli algoritmi. Siamo di fronte a una nuova Inquisizione Digitale guidata dai cosiddetti "Fact-Checkers", entità private che si sono autonominate giudici universali della verità. Il loro obiettivo? Filtrare la realtà per conto delle grandi piattaforme, eliminando ogni indagine che osi mettere in discussione il sistema prestabilito.
Scudi umani per interessi privati
Il pretesto è sempre lo stesso: la caccia alle "bufale". Ma dietro questa facciata benevola si nasconde un meccanismo di protezione per gli interessi delle grandi multinazionali. Quando ricercatori indipendenti e inchieste documentate tentano di lanciare l'allarme su minacce concrete alla salute pubblica o all'integrità dell'ambiente, la macchina della censura si mette in moto.
Questi controllori non difendono la verità, ma il profitto. Impedire che la popolazione venga messa in guardia da rischi reali, solo perché quegli avvertimenti danneggerebbero il business di colossi industriali, non è un servizio alla comunità: è un’azione brutale che calpesta il diritto alla vita e all'autodifesa dei cittadini.
Una strategia di sottomissione globale
L'Italia è diventata un laboratorio a cielo aperto per queste pratiche. Il controllo dell'informazione ha assunto contorni che ricordano dinamiche oscure, dove la punizione per chi non si allinea è il "bando digitale": l'oscuramento, la cancellazione, la morte civile sul web. A livello mondiale, questa rete di controllo sta ridisegnando i confini della democrazia, trasformandola in una dittatura informativa dove il dissenso è trattato come una patologia da estirpare.
La verità è una forza inarrestabile
I manipolatori del consenso pensano di aver vinto, ma sottovalutano la capacità del popolo di leggere tra le righe. La censura è essa stessa la prova che ciò che viene nascosto ha un valore immenso. Più cercheranno di imbavagliare le voci libere, più la curiosità e il risveglio delle coscienze aumenteranno.
Non esiste nascondiglio abbastanza sicuro per chi ha tradito la fiducia del popolo in nome del denaro. Smascherare il modus operandi di queste organizzazioni in Italia è il primo passo per una vera controffensiva culturale. La verità non si chiede, si rivendica.

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